venerdì,Marzo 29 2024

Elezioni a Reggio Calabria: Chizzoniti: «Minicuci o Falcomatà? Nessuno dei due…»

La riflessione dell'ex presidente del civico consesso reggino: «Non sceglierò il male minore. Entrambi sono devastanti»

Elezioni a Reggio Calabria: Chizzoniti: «Minicuci o Falcomatà? Nessuno dei due…»

di Aurelio Chizzoniti*

Il maldestro tentativo già fallito da Marco Pannella, leader radicale, anni addietro aspirante sindaco reggino, oggi si ripete ispirato addirittura dal capo della Lega, tant’è che si coglie la sconfortante sorpresa, l’angoscia e lo scoraggiamento dilagante nella comunità reggina, tutt’altro che leghista! Minicuci, che farebbe bene a spiegare le ragioni per le quali non si candida alla carica di sindaco nella sua natia Melito, tenta di superare l’oggettiva, intollerante bocciatura già espressa dalla collettività reggina, firmando dichiarazioni a diversi candidati al Consiglio Comunale di centrodestra, già promossi irresponsabilmente vicesindaco, deludendo chi si riteneva unico, privilegiato di turno.

Quindi, ad adiuvandum, irrompe chi tenta di decantare le qualità straordinarie del Sig. Minicuci, evocando (?) una serie di ex Consiglieri Provinciali in carica quando l’improbabile aspirante sindaco esercitava le funzioni di direttore generale all’Amministrazione Provinciale. Lo stesso, per un verso, sbandiera di non essere candidato al Consiglio Comunale, per altro, omette prudentemente di riferire che è già stato designato quale capo di gabinetto di Palazzo San Giorgio, ovvero destinato ad alimentare le straordinarie esperienze dei Dott.ri Egidio Murolo, Nunzio Labate, Paolo Alampi, Antonino Musarella (capo di gabinetto di Italo Falcomatà). Si retrocede, quindi, ad un vigile (con tutto il rispetto per questa blasonata categoria di lavoratori), già in forza alla polizia urbana cittadina, trasferito presso il Comune di Genova, quando operava il Dott. Minicuci, e quindi divenuto ufficiale di quel corpo. Se poi si aggiunge la cinica freddezza che ha scandito, la già denunciata rivendicazione di ben cinquantamila euro per due giorni di lavoro, quale responsabile dell’ufficio elettorale metropolitano, poi contenute in trentacinquemila euro, si ha un quadro chiaro dell’affidabilità del contestatissimo candidato sindaco.

In questo contesto spicca il quantomai dignitoso passo indietro del Dott. Lamberti, fortemente deluso dalla stupefacente ed inaudita presunzione di una candidata sindaca, già assessore della Giunta Falcomatà, che, assumendosi tutte le gravissime responsabilità del caso, con autolesionistico spirito decoubertiano, ha fatto deflagrare l’avviatissima costituzione del polo civico, spingendo irresponsabilmente alla conferma il ragazzino Falcomatà. Una storia tutta reggina, quanto mai tenebrosa, che, anziché alimentare ed appoggiare la straripante ansia di riscatto civico, navigando sopra le nuvole, per la parte che la riguarda, la stessa ritiene di aver varcato la soglia dell’immortalità. Condannando, beffardamente, la nobilissima città di Reggio ad un ulteriore impoverimento su qualsivoglia versante. Per quel che mi riguarda, certamente non sceglierò fra i due mali il minore, semplicemente perché Minicuci o Falcomatà restano entrambi devastanti. Per cui non mi resta che evocare Nicola Giunta, quando da par suo ebbe a dire e scrivere: “O chi sorti, o chi sorti, sta città in manu e storti…”.

*Già Presidente del Consiglio Comunale di Reggio Calabria

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