Reggio Calabria, sarà ballottaggio. Un pareggio che evidenzia le debolezze di destra e sinistra
Falcomatà non sfrutta gli anni di amministrazione, Minicuci non infiamma il cuore dei reggini. E ora l'ago della bilancia potrebbe essere Angela Marcianò. Il rebus Pazzano e civiche
Servirà il ballottaggio per stabilire chi sarà il prossimo sindaco di Reggio Calabria. E se ancora lo scrutinio deve assegnare percentuali maggiormente definite a candidati e liste alcuni elementi possono considerarsi acquisiti.
A Reggio Calabria la sfida al secondo turno sarà tra il sindaco uscente di centrosinistra Giuseppe Falcomatà che sfiderà Antonino Minicuci candidato per il centrodestra. Il testa a testa tra i due è stato serrato fin dall’apertura delle operazioni di scrutinio e segna un vantaggio di tre punti percentuali di Falcomatà (36,87%) su Minicuci (33,45%) quando sono state scrutinate 80 sezioni su 218. Entrambi, dunque, sono lontanissimi dal 50% necessario per aggiudicarsi la sfida al primo turno.
Un pesante arretramento per Giuseppe Falcomatà che alle precedenti elezioni aveva sfondato il 60% e perde per strada 25 punti percentuali, quasi 25mila voti. E non sfrutta i vantaggi che di solito hanno le amministrazioni uscenti che, quando hanno ben governato, migliorano le percentuali ottenute. Ne abbiamo avute parecchie dimostrazioni anche alle ultime regionali. Da segnalare anche che Falcomatà perde il 5% circa rispetto alle liste che sono poco sopra il 40%.
Non sfonda neanche il candidato del centrodestra voluto da Matteo Salvini e dalla Lega per la Città Metropolitana. Il supertecnico non ha infiammato i cuori del centrodestra e ha scontato l’iniziale ritrosia degli alleati a partire dalla Forza Italia rappresentata da Francesco Cannizzaro. Anche Minicuci viaggia ben sotto le liste di centrodestra che si aggirano intorno al 40%, anche qualche punto in più rispetto a Falcomatà.
Il voto disgiunto ha premiato in maniera evidente Angela Marcianò, ex assessore della prima giunta Falcomatà prima della clamorosa rottura tra i due, che veleggia oltre il 13% e raddoppia il voto delle sue quattro liste ferme al 6,6%.
Si capisce da subito, quindi, che il ruolo di Angela Marcianò sarà fondamentale al prossimo turno di ballottaggio. E difficilmente da lei o dal suo elettorato possa arrivare un’indicazione a favore di Falcomatà.
Ottima l’affermazione di Saverio Pazzano che con le sue due liste si attesta intono al 7%. Una candidatura civica, appoggiata da De Magistris, che ha costruito la sua campagna contro Falcomatà. Cosa deciderà Pazzano al ballottaggio? Altra domanda che caratterizzerà i prossimi giorni. Dovrebbe entrare a palazzo San Giorgio Klaus Davi che al momento è al 4,8%, mentre rischiano di restare fuori, ancora una volta i Cinque Stelle che hanno sostenuto Fabio Foti che sfiorano appena il 3% necessario. Niente da fare per le speranze di Maria Laura Tortorella, Fabio Putortì e Pino Siclari che si fermano sotto l’uno per cento.