giovedì,Aprile 25 2024

Caso Ripepi, stallo alla messicana in Commissione. La politica si nasconde

Saverio Pazzano deposita la mozione di sfiducia ma è il solo a sottoscriverla. Nel frattempo Marino scrive alla Meloni

Caso Ripepi, stallo alla messicana in Commissione. La politica si nasconde

Stallo alla messicana a palazzo San Giorgio. Il caso Ripepi continua a tenere banco e, di fatto, sta paralizzando le attività della pur fondamentale Commissione di Vigilanza e Garanzia della quale l’esponente di Fdi è presidente.

La seduta dell’organismo è andata deserta sia in prima che in seconda convocazione e non è stato consentito entrare nel merito di alcuna questione. Neanche della mozione di sfiducia che Saverio Pazzano ha comunque depositato e fatto protocollare agli uffici di Piazza Italia.

«Un’istanza – ha spiegato Pazzano – che attiene ai profili del ruolo che il presidente della Commissione Vigilanza deve svolgere e che Ripepi ha dimostrato di non avere».

La questione posta da Pazzano è più di opportunità che giuridica insomma. Tralasciando le eventuali responsabilità penali che saranno accertate nelle sedi competenti ,non sembrerebbe idoneo affidare a Ripepi funzioni di controllo e garanzia in questo momento storico.

Il regolamento del Consiglio comunale, però, non prevede che una mozione di sfiducia possa essere presentata da un solo consigliere. Servono i 2/5 dei componenti della Commissione e, dunque, almeno altri otto consiglieri dovrebbero sottoscriverlo.

Sia la maggioranza di centrosinistra che quella di centrodestra dovranno, dunque, assumersi le proprie responsabilità adesso e chiarire la propria posizione senza nascondersi dietro un dito. Chiarendo i termini della questione.

Massimo Ripepi è soltanto indagato al momento, e non condannato, così come per tanti altri esponenti della maggioranza, ad esempio, che ricoprono incarichi fondamentali. E il garantismo non può certo essere usato a corrente alternata.

Se poi la politica ritiene, anche correttamente, che sia il ruolo di presidente di questa specifica Commissione a non essere adatto al profilo di Ripepi considerando la spiacevolezza e le circostanze dello scandalo in cui è coinvolto, va detto alla Città in maniera chiara.

Il consigliere di Fdi Demetrio Marino, intanto, ha scritto ai vertici nazionali del partito per informarli che Ripepi non ne fa più parte dopo la sua autosospensione e lo ha comunicato al presidente del Consiglio Enzo Marra. Ci si aspetterebbe a questo punto che Ripepi comunicasse la sua iscrizione al gruppo misto.

Ma i condizionali in questa storia cominciano ad essere già troppi. E il muro contro muro di una mozione con una sola firma che non produrrà nessun effetto contro l’ostinazione di Ripepi che non vuol dimettersi stanno regalando l’ennesima pagina triste alla storia politica cittadina.

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