venerdì,Aprile 19 2024

Brogli elettorali, Chizzoniti: «Falcomatà rivendica arrogantemente il diritto all’immunità»

L'ex presidente del consiglio comunale reggino: «L'azione più dignitosa è quella delle dimissioni di massa»

Brogli elettorali, Chizzoniti: «Falcomatà rivendica arrogantemente il diritto all’immunità»

di Aurelio Chizzoniti*

Richiamando doverosamente l’esemplare impegno della Magistratura reggina, Inquirente e Giudicante, nonché della P.G. delegata, in ordine al “caso Castorina” et similia, va puntualmente sottolineato il ruolo, sfuggente e sgusciante, del Sindaco Falcomatà, vanesio crisalide del potere, che evita raffinatamente di sgranchirsi la coscienza, sperando in opportune infusioni di “benessere mentale”.

Non a caso si sforza penosamente di tentare di propinare agli sconcertati reggini che, nonostante le alchimie del subdolo arruolatore di Presidenti di seggio, la “vittoria non è in discussione…”. Rivendicando arrogantemente il preteso diritto all’immunità. Come se i votanti deceduti, quelli emigrati in altri continenti e gli ultranovantenni rimasti a casa, non fossero elementi inquinanti, sia sul versante dell’accesso al premio di maggioranza, che della distribuzione, in camera caritatis, della preferenza di genere.

Dimenticando, freddamente, il ruolo di fondamentale centralità e rilevanza, dallo stesso rivestito, nel contesto del melmoso apporto a tutti i reati ritenuti consumati dal fidatissimo Castorina: formalizzando e revocando deleghe già illegittimamente concesse, ed incassando articamente gli utili elettorali fraudolentemente realizzati grazie all’amico consigliere. Già specializzato anche in “toponomastica familiare…”. La contraddittoria maggioranza al potere, che, per quanto riguarda Massimo Ripepi, non ha esitato a chiederne spietatamente le immediate dimissioni, trattandosi di un “caso etico”, in relazione alle diffuse e conclamate alterazioni e manipolazioni del voto, si avvita, invece, su sé stessa, per cui il moralismo diventa fatalmente surreale, evapora e si dilegua.

Divenendo, improvvisamente, quanto mai indigesto. Nel cui paludoso perimetro spiccano le imbarazzanti sortite dell’integralista, rivoluzionario ad intermittenza, esperto in frettolose mozioni di sfiducia ex adverso, che suggerisce l’asettica costituzione di parte civile del Comune; del partigiano che, dopo aver combattuto contro i nazisti, si imborghesisce e si adegua all’idea; dell’ex parlamentare, oggi assessore, che, pur avendo, in data 26/05/2017, inveito violentemente, a mezzo stampa, contro Falcomatà, accusandolo di voler cancellare la memoria del genitore (Magistrato assassinato), col capo cosparso di cenere, oggi incredibilmente sale sul carro del potere, rimanendo chiassosamente silente nonostante sia delegata proprio alla “legalità”!!!

Nessuno che abbia pensato ad una azione quanto mai dignitosa, quale quella delle dimissioni di massa, pur ferocemente richieste all’unisono per Massimo Ripepi, laddove, paradossalmente, nel caso esploso, restano coralmente impegnatissimi a tutelare, ultra vires, un artefatto risultato elettorale. Lasciando attonito e sgomento il nobile popolo reggino. In questo tenebroso proscenio, lo stesso, restando incredulo e sbigottito di fronte all’ormai consolidata incapacità della maggioranza a ripristinare finanche il funzionamento della fontana di Piazza Carmine, attendendo inutilmente il completamento delle tantissime opere incompiute, ed apprezzando il ruolo della stampa (la quale “suggerisce” invano le dimissioni), evoca, conclusivamente, il grande Seneca che obbiettò: “l’uomo non dovrebbe mai stancarsi di vergognarsi!”.

*Già Presidente del Consiglio Comunale di Reggio Calabria

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