martedì,Aprile 23 2024

Museo del Mare, #AmaReggio: «Centinaia di milioni persi da Falcomatà»

Il movimento civico rimarca «i sodali di sinistra ci spieghino come intendono colmare e recuperare il danno generato in dieci anni di mancato sviluppo socio-economico e di fermo totale delle opere pubbliche»

Museo del Mare, #AmaReggio: «Centinaia di milioni persi da Falcomatà»

«”La peggior menzogna è quella con cui si mente a stessi, mentire agli altri è, relativamente, l’eccezione”, frase di un filosofo del secolo scorso ma che ben si adegua alle dichiarazioni in Consiglio comunale del sindaco Falcomatà e del suo sodale Neri, i quali si affannano a giustificare l’utilizzo di progetti altrui prima eliminati e oggi, stranamente, ripresi. La considerazione riguarda il recente annuncio di un (ri)rifinanziamento del Muso del Mare, l’opera di Zahadid voluta con forza dall’allora sindaco Giuseppe Scopelliti e divenuta simbolo della progettualità del centrodestra per costruire la Reggio città turistica». A riaccendere i riflettori sul museo del mare è il movimento civico #AmaReggio.  

«Per capire quanto tempo è stato sprecato dall’attuale amministrazione comunale, e quante risorse strategiche sono state perse in questi sette lunghi anni, proviamo a tracciare il puzzle di questo grande progetto che nella zona nord, a seguire la passeggiata della via Marina, prevedeva tre grandi interventi: il restyling del Lido Comunale, il Waterfront con la sua scalinata, e il Museo del Mare. 

Il restauro del Lido Comunale prevedeva circa 4 milioni di euro progettati e stanziati nel Piano Integrato di Sviluppo Urbano (PISU), spariti nel nulla dopo il 2012. Il progetto della passeggiata del Waterfront non fu perso grazie a una delibera che impegnava l’amministrazione ad ottobre 2012 e che, giustamente, i Commissari confermarono. Sono dovuti passare ben otto anni per vedere realizzata questa opera ancora nemmeno inaugurata ma che è stata protagonista per la kermesse elettorale di Falcomatà quando era ancora un cantiere aperto. Terzo e fondamentale tassello è il Museo del Mare, attrazione unica nell’area mediterranea con un investimento di oltre 50 milioni di euro previsti dal Decreto Reggio e che l’amministrazione Falcomatà cancellò nel 2015 scrivendo, con tanto di documento, che “non rientrava tra gli obiettivi strategici”. Da allora un muro contro l’opera e il silenzio sulla fine di decine di milioni di euro scomparsi senza nessun utilizzo, probabilmente abbandonati per incapacità gestionale. Sorte comune al Palazzo di Giustizia e al Piano per la Mobilità di cui ancora non si conosce il destino nonostante i moniti della Regione che comunica la perdita di un centinaio di milioni per Reggio. 

Oggi, a fronte di nuovi fondi da impegnare, forse a Palazzo San Giorgio avranno ben pensato di rispolverare i grandi progetti prima eliminati e ora utilizzati per riempire qualche titolo di giornale e poter gestire qualche cantiere la cui fine probabilmente la vedranno i nostri pronipoti. Ma c’è un’ulteriore riflessione da fare: l’amministrazione Falcomatà manca completamente di una visione strategica di città, tanto da dover rispolverare il lavoro avanzato da chi è stato brutalmente demonizzato. 

Critiche strumentali? Allora i sodali di sinistra ci spieghino come intendono colmare e recuperare il danno generato in dieci anni di mancato sviluppo socio-economico e di fermo totale delle opere pubbliche. Ci spieghino ancora come giustificare la perdita di centinaia di milioni di euro già programmati e scomparsi senza che vi sia stato un impegno di riutilizzo privando il territorio di opportunità che oggi, usando i nuovi fondi, si sarebbero sommate a quelle purtroppo cassate. Infine, considerato che hanno impiegato tre anni solo per appaltare cinquanta metri di ponte di collegamento dal Calopinace al Parco Lineare Sud (lavori ancora fermi), come e con che tempistica funzionerà la cabina di regia per la gestione dei Recovery Fund? Dopo gli ultimi sette anni queste forse sono domande retoriche, ma possiamo dire che il grande progetto Regium Waterfront, che tra dire e non fare ha perso dieci anni e milioni di euro, quantomeno sta riuscendo a evidenziare senza possibilità di appello il vuoto di chi continua a far finta di guidare la nostra amata città».

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