Caso Castore, Forza Italia: «La bocciatura di Anac getta la città ancor più nel degrado»

Sulla bocciatura di Anac ai piani dell’amministrazione Falcomatà tornano i consiglieri dell’opposizione di Forza Italia, il capogruppo Federico Milia, Antonino Caridi, Antonino Maiolino. «È l’ennesima cantonata che prendono Falcomatà e la sua squadra, ancora un autogol per un’Amministrazione di cui si contano zero reti segnate. In compenso, a fronte degli scarsissimi risultati ottenuti si pensa ad arrivare in finale di Champions League in una Città dove mancano i servizi di primaria necessità. Prima sognare di alzare la Coppa al cielo, il Sindaco dovrebbe pensare a come far rialzare una Reggio sempre più in ginocchio».

Ripercorrono la vicenda Anac i forzisti e ricordano: rispetto alla possibilità di un affidamento diretto ad una società in house Anac ha bocciato la proposta dell’amministrazione reggina «ribaltando clamorosamente quanto sostenuto nel corso soprattutto degli ultimi 2 anni dall’Amministrazione, cioè di poter lecitamente eseguire il passaggio del personale da AVR (attuale gestore privato) a Castore (potenziale nuovo gestore)».

I consiglieri ricordano poi che gran parte della campagna elettorale e nella formazione della nuova squadra di governo della Città «Falcomatà e i suoi ne hanno fatto un cavallo di battaglia, inserendo tra l’altro rifiuti e questione ambientale negli obiettivi strategici del Comune e della Città metropolitana; ente quest’ultimo che nel frattempo ha anche fatto il suo ingresso nel capitale della Società. Oltre questo, dando quasi per scontato il parere favorevole dell’Anac, avevano già da tempo avviato una serie di azioni propedeutiche al progetto di internalizzazione, partendo dal piano industriale, passando per la stima del costo del servizio per finire con la previsione d’acquisto di mezzi e macchinari necessari.

L’Amministrazione però non ha fatto i conti con la normativa vigente in materia che rende possibile l’affidamento diretto di un servizio pubblico in favore di una società in house solo ove ricorranodeterminati presupposti, che evidentemente a Palazzo San Giorgio non ci sono».

Ma non solo c’è anche un altro aspetto evidenziato dalla Corte dei Conti: «per le società a partecipazione pubblica sussiste “l‘obbligo del rispetto del principio generale dell’evidenza pubblica nel reclutamento del personale”, né tanto meno il ricorso a clausole sociali può essere utilizzato “come strumento per eludere il rispetto dei principi dell’evidenza pubblica previsti in materia di assunzioni da parte delle società a partecipazione pubblica”.

Detto in parole spicciole, il Comune ha davanti un muro invalicabile. Eppure, Sindaco e Assessore al ramo si dicono convinti “ad andare avanti” per la loro strada, non considerando che quella strada che stanno percorrendo porta dritta ad un vicolo cieco. Le strategie del Centrosinistra stanno crollando colpo dopo colpo. Ma questa è solo un’amara consolazione politica, perché a pagarne le conseguenze sono sempre e solo i cittadini reggini, a cui è stato buttato tanto fumo negli occhi. Le bugie però hanno le gambe corte e, come successo per la storia dell’internalizzazione, prima o poi la verità viene sempre a galla».