giovedì,Aprile 25 2024

Reggio Bene Comune: «La città fuori dal tunnel»

Il movimento: «Reggio deve molto ad una persona umile e laboriosa come Irene Calabrò, una "ape operaia” che sta diventando, per competenze e meriti, una “ape regina”»

Reggio Bene Comune: «La città fuori dal tunnel»

Riceviamo e pubblichiamo:

«La visita istituzionale a Roma del Sindaco, per un confronto al Ministero delle Finanze e dell’Economia, ha portato in città un risultato che è destinato a passare come “storico”.

La notizia, di quelle serie, è che dopo l’incubo del piano di riequilibrio, con la scure della Corte dei conti pronta a colpire, pare che finalmente stiamo uscendo dal tunnel del predissesto; tunnel che sarebbe potuto divenire tomba per la città intera.

L’idea che il Debito prodotto da amministratori scellerati debba essere pagato (come in questo caso grottesco del “quasi dissesto) dalla cittadinanza è qualcosa che non abbiamo e non potremo mai accettare; non solo per Reggio ma per qualsiasi realtà nazionale.

Chi produce un Debito dovrebbe rispondere personalmente sempre, qualora ne venissero accertate le responsabilità, con il proprio patrimonio e non deve certo far rispondere la popolazione del suo danno coinvolgendo anche nuove generazioni. La cosa, come da recente norma, è stata giudicata finanche anticostituzionale.

L’ anno scorso, ancora al di fuori di qualsiasi tipo di accordo politico, come “Reggio Bene Comune” lanciammo una petizione per chiedere l’annullamento di questo Debito vile ereditato dallo scempio del Modello Reggio.

Quel Modello, per intenderci, che ci ha condotti nel baratro economico-finanziario ma anche allo scioglimento del Consiglio comunale per ndrangheta; un marchio a fuoco terribile nella percezione mediatica nazionale.

Quel Modello dietro cui, come viene detto nel processo Gotha, ci sarebbe stata una regia occulta masso-ndranghetistica che ha scelto i pupi politici da mettere al servizio di un progetto criminale: gestire tutti i fondi del Decreto Reggio ed ogni decisione importante del nostro Comune.

Da allora, attorno, si registra precarietà assoluta nei servizi (ridotti al lumicino in bilancio ordinario), aumento imposto dei tributi locali al massimo delle aliquote, scoraggiamento da parte della popolazione ed un progressivo deterioramento del senso positivo di appartenenza alla città.

Reggio è sprofondata in una sorta di depressione economica, sociale e culturale che ha procurato la chiusura di moltissime attività ed un nuovo flusso migratorio, di migliaia di concittadini, alla ricerca di condizioni di vita migliori.

Per anni quel Cdx, sopravvissuto a vicende giudiziarie e scioglimento del consiglio, ha lavorato scientemente per far credere alla popolazione che il Modello Reggio fosse il “mondo delle meraviglie” e il suo fallimento fosse solo “opera” di magistratura asservita alla politica.

Per anni i suoi militanti hanno provato a far ricadere prima sui Commissari e poi sui nuovi amministratori gli effetti delle loro scelleratezze. Abbiamo dovuto sentir dire, e ad oggi sentiamo, che “i tassi i misiru i commissari e Falcomatà!”; bugie eclatanti volte ad ingannare sistematicamente l’opinione pubblica facendo cadere nell’oblio i nomi dei responsabili oggettivi di quello disastro che, con “abiti nuovi”, cercano riabilitazione sociale e politica senza alcuna vergogna.

Un anno fa, addirittura, tutto il cdx “tifava” quasi per la disfatta economica totale; bramava il sentir pronunciare il termine “dissesto” dalla Corte dei conti e poter dunque imputare i propri danni a Chi è arrivato dopo.

Proprio in quel momento, come “Reggio Bene Comune”, abbiamo operato la scelta di assumerci la responsabilità di non far affondare la “nave”; ovvero la nostra città. Il tutto mentre c’era Chi si augurava che annegasse anche tutto l’equipaggio.

La nostra scelta oggi trova finalmente riscontro in un risultato che deve chiudere definitivamente una delle più tristi pagine della nostra storia politica; Reggio, a breve, potrà veramente ritrovare la luce della normalità nelle piccole cose: quelle che fanno grandi una città e la sua comunità. Ci si potrà di nuovo rialzare e sorridere riacquisendo il diritto ad una programmazione della vita politica, economica, sociale e culturale degna di questo nome.

Non mancheranno, senza dubbio, coloro che anche su un risultato di tale portata non perderanno occasione di odiare, disprezzare ed instillare veleno; una ragione in più, quindi, per ritenere che la direzione è quella giusta; non sanno costoro, forse, che un risultato è oggettivamente buono diventa contagioso e rideremo di questa permanente strafottenza distruttiva.

La città deve molto ad una persona umile e laboriosa come Irene Calabrò (assessora con delega al settore Finanze); una “ape operaia” che sta diventando, per competenze e meriti, una “ape regina”!

La città, che piaccia o no, deve ringraziare la tenacia del Sindaco Falcomatà nel portare, sui tavoli romani, questa battaglia e pretendere giustizia economica per il nostro Comune. Possiamo legittimamente essere costruttivamente critici su tante cose ma questo, di fatto, è un risultato storico.

Usciti definitivamente dalle sabbie mobili del predissesto non esisteranno più alibi e si dovrà lavorare per recuperare il tempo e le occasioni perse ritrovando l’entusiasmo per importanti e significativi traguardi collettivi».

Reggio Bene Comune

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