Aeroporto dello Stretto, Siclari: «Forza Italia lavora per il rilancio, ma qual è la programmazione commerciale?»

«Apprezzo la volontà della Sacal di avviare la progettazione e di conseguenza i cantieri per rendere l’aeroporto “presentabile e a norma” e sono certo che sarà così, ma dopo aver sentito le associazioni, i comitati, le forze politiche locali, sociali e sindacali, insomma tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della nostra città e dei nostri figli, non posso esimermi da senatore eletto nel collegio uninominale della provincia di Reggio Calabria, di esprimere la mia opinione, nella convinzione che possa essere la sintesi delle posizioni espresse, senza sprofondare nella vuota polemica politica che negli ultimi 30 anni è servita soltanto ad affossare il nostro aeroporto».  Comincia così l’intervento del senatore Marco Siclari, in merito a Sacal e alla situazione in cui si trova l’aeroporto di Reggio Calabria.

«L’ottenimento del finanziamento di 25 milioni di euro per l’aeroporto – continua – è stato sicuramente un successo importante del partito e del gruppo parlamentare di Forza Italia, guidato alla Camera da Roberto Occhiuto che sono certo, se eletto governatore, per le sue capacità politiche e la sua lungimiranza, saprà dare ancora di più slancio allo scalo reggino ed ai territori della Città metropolitana di Reggio Calabria. Tuttavia, a causa dell’incapacità della precedente compagine governativa e della poca chiarezza, in termini di programmazione commerciale, da parte della governance di Sacal, non si comprende quale sarà il destino, in termini di successo e di crescita, dello scalo reggino. È giusto progettare la ristrutturazione e il restyling dell’aeroporto, ma questo deve essere accompagnato dal rilancio dell’infrastruttura aeroportuale attraverso l’individuazione di un ruolo strategico del nostro scalo e di una programmazione commerciale in grado di incoraggiare i turisti e le aziende a visitare i nostri territori».

Siclari continua sostenendo che la sua battaglia «per l’infrastrutturazione del Sud ed in particolare della Calabria nasce dall’esigenza di colmare il gap che il nostro territorio ha nei confronti delle altre aree del Paese dove la vocazione turistica è sviluppata e realizzata. Sin dalla mia elezione ho chiesto a Sacal di presentare un piano industriale che dimostri l’intenzione di sviluppare l’aeroporto pensando a Reggio Calabria come una metà non soltanto per i reggini, ma per chiunque vuole immaginare un’Italia che non finisce ad Eboli ed un Sud che possa mettere in mostra le ricchezze naturali ambientali, culinarie e storiche che Reggio Calabria custodisce da sempre. Ho presentato in Senato, in sede di discussione del bilancio di previsione 2019, l’Ordine del giorno G/981/40/5 sottoscritto anche dai senatori Damiani, Fantetti, Ferro, Pichetto Fratin, Saccone e Conzatti, che è stato trasformato in raccomandazione ed approvato all’unanimità, con il quale il Governo si è impegnato a classificare l’aeroporto di Reggio Calabria come “strategico”, modificando l’attuale comma 2 dell’articolo 1 del D.P.R. 17 settembre 2015, n. 201.

È questa la chiave di Volta per far decollare l’aeroporto “Tito Minniti”: il passaggio da aeroporto d’interesse nazionale ad aeroporto ad “interesse strategico”, che consentirà di usufruire dei fondi speciali che sono riservati esclusivamente a tale tipologia di scali, scongiurando, una volta per tutte, il rischio chiusura o di sottodimensionamento. Attualmente risultano avere particolare rilevanza strategica gli aeroporti di Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Catania, Palermo e Cagliarsi e come è facile notare si tratta di città che hanno una primaria importanza: ecco rivendichiamo per la città di Reggio e per quella di Messina, per le rispettive Città metropolitane e per tutta l’Area metropolitana integrata dello Stretto la stessa importanza e strategicità riconosciuta ad altre aree».

Siclari afferma di aspettarsi «maggiore attenzione ed efficacia da Sacal, da una parte, e dalla Città metropolitana di Reggio Calabria e dal Comune di Reggio Calabria, dall’altra, che, mi dispiace affermare, hanno dimostrato incapacità politica e miopia amministrativa nel non cogliere l’opportunità di imporre la propria presenza nel capitale sociale della società di gestione e/o nella gestione dello scalo al fine di tutelare il futuro e la crescita del proprio territorio: oggi una famiglia che voglia volare in vacanza da un aeroporto italiano verso lo Stretto, è costretta a partire da soli due aeroporti italiani, Milano e Roma, e spende la stessa cifra che si spende, durante tutto l’anno, per andare negli Stati Uniti. Il rilancio e lo sviluppo dell’aeroporto dello Stretto passano necessariamente per la sua classificazione come aeroporto strategico ed i fondi finanziati devono essere spesi in questa prospettiva con la precisa e chiara volontà aziendale di Sacal di guardare Reggio come un territorio che “deve poter volare”.

Quando Sacal dimostrerà di riconoscere Reggio come meta sulla quale investire, sarà più facile lavorare per fare riconoscere l’aeroporto di Reggio “strategico” e lo scalo potrà diventare la principale infrastruttura turistica per tutta l’area dello Stretto e consentire, attraverso un’adeguata politica tariffaria, tale da rendere competitiva l’offerta turistica, di inserire le nostre mete fra le tappe più richieste dai tour operator mondiali. L’aeroporto serve il territorio di due Città metropolitane, quella di Reggio Calabria e quella di Messina, sfornite di altre vie di comunicazione e trasporto e non servite, oggi, dall’alta velocità ferroviaria. Il bacino potenziale di utenti supera il milione di utenti e lo scalo è quello che deve ricevere tutto il potenziale flusso turistico per le Isole Eolie e per le altre rinomate località della zona (Scilla, Parco nazionale dell’Aspromonte, Costa dei Gelsomini, Costa Viola, Gerace, Stilo, Pentidattilo, il promontorio di Milazzo, i laghetti di Ganzirri, i borghi dei Peloritani, Savoca, Forza d’Agrò, il Parco dell’Alcantara, Montalbano Elicona – il Borgo più bello d’Italia 2015, Capo d’Orlando e Santo Stefano di Camastra).

Inoltre – continua – l’aeroporto serve tutta la fascia jonica reggina completamente isolata in termini di trasporti, potendo usufruire della sola statale 106 e di una linea ferroviaria a binario unico e non ancora elettrificata. In mancanza ed in attesa del Ponte sullo Stretto, l’aeroporto rappresenta l’unica porta per l’Italia e per l’Europa di una delle aree potenzialmente più ricche del Paese, finora abbandonata al malaffare, alla criminalità organizzata ed al sottosviluppo. Il Governo Draghi a brevissimo deve procedere nella classificazione dello scalo ad aeroporto strategico, i vari livelli istituzionali coinvolti, Regione, Città metropolitana e parlamentari, senza distinzione di colore politico, devono agire in sinergia per destinare le risorse stanziate per interventi che consentano la messa a norma ed in pieno esercizio dell’aeroporto, ma al contempo per soddisfare le esigenze di intermodalità e di ricettività turistica. La Sacal, concessionaria di tutti gli scali calabresi, deve coi fatti e con l’adozione di un chiaro piano industriale, strategico e commerciale, dimostrare che lo scalo reggino e quello crotonese non sono “figli di un dio minore”.

Ogni scalo deve avere una mission ed una vision per programmare lo sviluppo turistico, obbligando così gli operatori del settore trasporti, ferroviario e stradale, a smettere la competizione malsana con il comparto aereo, intraprendendo la strada dell’intermodalità e della sinergia. La buona politica, come ha dimostrato Forza Italia, ha dato allo scalo qualcosa di importante e continuerà a lavorare per fare ancora meglio, ma la politica da sola non basta; adesso tocca a Sacal fare la sua parte considerando che Reggio Calabria e l’Area Integrata dello Stretto hanno una sola opportunità per rilanciare l’economia, l’impresa ed il lavoro, a tutela del futuro di oltre 500.000 cittadini reggini e di oltre 600.000 cittadini messinesi che passa dall’aeroporto di Reggio».

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