sabato,Aprile 20 2024

Miramare, Squillaci su mancata costituzione del Comune: «Ipotesi conclamata di conflitto di interesse»

La dirigente in commissione vigilanza: «A fronte del numero stratosferico di incarichi, ho scelto di costituirmi in quei soli casi in cui la contumacia avrebbe portato un danni irreparabile e grave»

Miramare, Squillaci su mancata costituzione del Comune: «Ipotesi conclamata di conflitto di interesse»

Si è detta «scocciata di sentire maldicenze e veleni». Così la dirigente comunale Fedora Squillaci oggi nel corso dell’audizione in commissione vigilanza sulla questione della mancata costituzione Comune nella vicenda Miramare. Un appuntamento più volte rimandato che aveva visto il presidente, Massimo Ripepi denunciare la mancanza del confronto anche in una conferenza stampa.

«Perché non si è costituita parte civile?» ha chiesto il presidente. la dirigente ha spiegato i passaggi giuridici che competono all’ente ed ha chiarito «La delega non mi rende legale rappresentante dell’ente. Come sa il sindaco è il legale rappresentante dell’ente. L’ art 73 (tirato in ballo da Ripepi come base giuridica della responsabilità per la mancata costituzione) è stato applicato per la prima volta dalla commissione straordinaria in Comune. Un parte per costituirsi in giudizio ha bisogno di procura sottoscritta dal legale rappresentante e di un altro atto che è l’atto autorizzativo alla lite che veniva firmato con ordinanza sindacale, dalle precedenti amministrazioni di centrodestra, che sceglieva poi il legale a cui conferire il mandato.

La commissione straordinaria, come misura correttiva unica, decide di non dare incarichi all’esterno. Viene concordato che mentre per il mandato la commissione delegò me all’atto autorizzativo poiché, avvalendosi di avvocati interni, io fossi la persona più idonea per distribuire i carichi di lavoro e più qualificata a scegliere i legali. Non ho e non potrò avere la legale rappresentanza del comune. Si chiama atto autorizzativo alla lite poi serve la procura rilasciata dal legale rappresentante dell’ente. Non ho nessuna delega».

Ripepi incalza in quello che il capogruppo del Pd, qualche minuto più tardi, chiamerà interrogatorio. «Chi ha deciso di non costituirsi?» chiede.
«Nel processo c’è un problema oggettivo – chiarisce Squillaci – poiché rappresenta una ipotesi conclamata di conflitto di interesse. Ipotesi rara poiché solitamente i tempi di avvio di un proceso penale si solito non si sovrappongono. In questo caso: il sindaco era il legale rappresentante ed era anche imputato. Comunque il fascicolo dall’avvocatura fu trattati in maniera rutinaria ed inviato al sindaco perché firmasse la procura speciale.

Il fascicolo poi fu passato a me, l’avvocato ritenne di fare secondo prassi: succede che per determinate tipologie di contenzioso, nel caso in cui ci sono implicazioni politiche, atti che possono avere una rilevanza mediatica (lo stesso è accaduto nel ricorso per i brogli) elettorali). Ho ritenuto che fosse mio dovere tutelare l’ufficio ed assumere la costituzione. Mi sarei dovuta costituire io parte civile. Il fascicolo mi è stato consegnato e ho ritirato e ho eseguito gli studi da sottoporre all’ amministrazione. L’ufficio legale ha fatto quello che doveva fare come accaduto a Roma per la Raggi».

Il sindaco non poteva costituirsi per conflitto d’interessi. Io ho fornito degli spunti giuridici. E un’ipotesi a mio avviso percorribile era chiedere la nomina di un curatore speciale per l’affare. E la scelta di costituirsi aveva doppia implicazione: se io adotto un atto non mi costituiscono parte civile contro, ma difendo la mia scelta evidentemente il sindaco ha fatto le sue valutazioni. Quello che è accaduto a Reggio è avvenuto anche a Napoli e a Roma. Non potevo costituirmi senza procura speciale. Poiché era imputato in conflitto d’ interesse nella stessa posizione per il vicesindaco».

Poi tira fuori i sassolini dalla scarpa la dirigente: «La maggioranza tace. La minoranza ha detto un cumulo di stupidaggini politiche dette alla cittadinanza Nessuno ha tirato fuori il problema del conflitto mi pare che il sindaco fosse imputato e che fosse pubblica questa accusa. Aspetto di essere convocata dal prefetto». Sul codice etico la dirigente è chiara: «Non farò commenti poiché non l’ho valutato».

La dirigente tuona poi contro l’accusa di Ripepi del rischio di procurare danno erariale. «Intanto con la mancata la costituzione date per scontata una condanna ad una provvisionale che, ad oggi, ho visto solo nei processi di mafia. Avete dato per conclamato un danno erariale su una condanna sub iudice. Quando avremo la condanna potremo intentare l’ azione civile. Il fatto non è precluso. La mancata costituzione non pregiudica la tutela giuridica dell’ente. La costituzione porta una liquidazione delle competenze agli avvocati che possono recuperare gli importi. A fronte del numero stratosferico di incarichi, ho scelto di costituirmi in quei soli casi in cui la contumacia avrebbe portato un danni irreparabile e grave».
Sia il presidente Ripepi che l’opposizione (Milia e Iatì) hanno chiesto di poter visionare il carteggio intervenuto tra la dirigente ed il sindaco.

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