venerdì,Novembre 8 2024

Apicoltura calabrese, la Regione la riconosce come attività di interesse didattico

La proposta di legge è stata esaminata dalla VI Commissione consiliare. Nei diciotto articoli la Regione intende tutelare, valorizzare ed incentivare questo settore considerato strategico per le produzioni agricole

Apicoltura calabrese, la Regione la riconosce come attività di interesse didattico

Disco verde, definitivo, dalla VI Commissione consiliare Agricoltura e Foreste alla proposta di legge “Norme per l’incremento, lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura calabrese”. L’esame provvedimento era stato già avviata nella seduta precedente, dalla presidente Katya Gentile, che oggi ha presentato alcuni emendamenti al fine di superare i rilievi posti dal Settore assistenza giuridica ed evitare, conseguentemente, eventuali impugnative.

La proposta di legge – a firma di Gentile, Cirillo, Gelardi, Graziano, Crinò, Neri e Tavernise – intende tutelare, valorizzare ed incentivare l’apicoltura calabrese considerato che la stessa rappresenta un settore strategico per le produzioni agricole. La Calabria, in questo scenario – si legge nella relazione – si colloca in una posizione di tutto riguardo nel panorama nazionale per consistenza del patrimonio apistico. In base infatti agli ultimi dati, il settore apistico calabrese è rappresentato da più di 800 operatori che conducono circa 111.000 alveari. La Pandemia Covid 19 ha determinato effetti negativi anche sull’apicoltura calabrese creando notevoli problemi agli apicoltori per la perdita di colonie di api, per il reperimento del materiale a causa dei limiti agli spostamenti, per la vendita dei prodotti, per l’assistenza tecnica e per le visite ispettive, per cui la produzione si è sensibilmente ridotta.

Uno scenario che è stato messo in seria discussione dalla presenza in Calabria di alcuni focolai di Aethina tumida, piccolo coleottero originario del Sud Africa, che per la sua particolare aggressività viene visto come un temibilissimo pericolo per il patrimonio apistico regionale e non solo, vista la sua grande capacità di spostamento. Con la proposta di legge, pertanto, si intende costruire un quadro normativo regionale tale da permettere uno sviluppo sostenibile dell’intero comparto apistico, garantendone tutela e valorizzazione delle produzioni. La proposta di legge è composta da 18 articoli, in cui, tra gli altri, si specifica che “La Regione riconosce l’apicoltura come attività di interesse didattico, culturale ed educativo”.

Sarà il Dipartimento competente in materia di agricoltura, sentite le organizzazioni più rappresentative del settore, a redigere il programma apistico regionale, denominato PAR. Attraverso quest’ultimo si intende “recepire l’orientamento unionale volto allo sviluppo e al potenziamento dell’intero comparto apistico, favorendo la produzione ed il miglioramento della qualità del miele e degli altri prodotti dell’apicoltura, nel rispetto dei principi di salvaguardia dell’ambiente, della protezione degli insetti utili e della salute del consumatore e in accordo con gli interventi definiti dagli strumenti di programmazione nazionale e unionale”. L’attività di apicoltura in forma imprenditoriale è soggetta alla presentazione allo sportello unico per le attività produttive (Suap) del Comune nel cui territorio sono ubicate le arnie, di una segnalazione certificata d’inizio attività (Scia) ai sensi degli artt. 19 e 19 bis della legge 7 agosto.

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