giovedì,Aprile 25 2024

Reggio bella e… civile: trovati i soldi per rifare i bagni pubblici del Lungomare

Dopo anni di abbandono sono state trovate le risorse per dare un tocco di normalità alle aspirazioni di accoglienza dei visitatori in città. Ma non è stato facile. Castore se n’è lavata le mani. Ci vorranno oltre 27 mila euro per il ripristino dei luoghi

Reggio bella e… civile: trovati i soldi per rifare i bagni pubblici del Lungomare

Anno domini 2022. A pochi mesi dall’inizio della stagione estiva, i reggini, e magari i turisti che verranno a visitarla, possono aspirare ad avere un bagno pubblico a disposizione sul Lungomare “Falcomatà”. La notizia, solo all’apparenza marginale, è più di una notizia, per una città che esibisce il proprio lungomare quale fiore all’occhiello, celebrato da poeti e visitatori.
Un chilometro, e poco più, ricco di attrattive culturali e botaniche, palazzi storici e opere d’arte capaci di accendere il dibattito in città, come Opera, l’istallazione permanente realizzata da Edoardo Tresoldi. Una lunga passeggiata da fare tutta d’un fiato. Ma con la vescica vuota. E scusate se l’immagine che viene in mente non è delle più edificanti. Ma nella città dei Bronzi, nella Reggio città turistica che ci si sforza di immaginare ormai da qualche decennio, indigeni e turisti devono proprio tenersela se vogliono completare il loro tour in riva allo Stretto, inebriandosi del profumo del mare.

Insomma, accoglienza, cultura, turismo, percorsi storici, il mare, i lidi, il gelato, la movida, ma un gabinetto no. Neanche un vaso alla turca per la verità. Neanche a pagarlo. D’altra parte, sono anni che quella porta accanto alla scalinata che collega la via marina alta al Lungomare, rimane chiusa. Apparentemente senza un perché. E le cose non cambiano se capita di ritrovarci dalle parti della bellissima Arena Franco, location di numerosi spettacoli e concerti all’aperto. Ai lati della stessa, lungo il percorso che accompagna fino alla via marina bassa due porte in ferro arrugginito sono servite, negli anni, a tener nascosto uno spettacolo indecente, condito da fetore e immondizia. Dovrebbero essere dei bagni, ma sono delle latrine abbandonate.

Ora però forse la città potrà sperare di veder soddisfatte almeno le proprie, minime, ambizioni turistiche e di accoglienza, insieme ai “bisogni”. E non importa se in ogni altra parte del mondo la tecnologia e, perché no, anche il design hanno fatto passi da gigante, presentando i bagni pubblici come opere quasi avveniristiche come in Giappone dove i bagni pubblici hanno le pareti di vetro che si oscurano quando sono occupati. Noi aspiriamo ad avere un gabinetto e poter dire ai nostri familiari o amici che vengono da fuori, che sì, lì c’è un bagno pubblico, non devi farla per strada e non siamo costretti a tornare a casa.

Allora diventa notizia anche questo a Reggio. Il Settore Cultura e turismo di Palazzo San Giorgio ha infatti ricevuto le risorse. Nel Piano della Perfomance, alla Macroarea Cultura Turismo sono stati assegnati gli indirizzi strategici di cui “Reggio Città Turistica di arte e cultura tra Magna Grecia ed innovazione tecnologica”, associato all’obiettivo strategico 7.1. Rilancio turismo e destagionalizzazione dei flussi, nonché l’obiettivo operativo di “Riqualificazione e fruizione bagni pubblici Arena dello Stretto e Corso Matteotti dotati di servizi per disabili, punto mamma e docce”.
Quindi anche di più di un gabinetto. E pure per tutti. Ma non pensiate che sia stato facilissimo. L’amministrazione comunale aveva chiesto alla “sua” società in house Castore di occuparsi della questione, ma la richiesta di un preventivo è rimasta inevasa. Solo dopo un’indagine di mercato si è trovata una società – la Thermoidrotech s.r.l. – disposta a fare il classico “lavoro sporco”, rendendosi immediatamente disponibile a effettuare un sopralluogo per la verifica dello stato dei luoghi e formulare una proposta di offerta per gli interventi da eseguire. Bene, ci vorranno 27.699,06 euro per procedere alla sistemazione di quello scempio, dopo anni ed anni di abbandono.

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