sabato,Aprile 20 2024

Comunali a Villa, il civismo e la visione di Giusy Caminiti: «Rinunceremo alle indennità»

La professionista villese attiva nel mondo dell’associazionismo vuole affrontare anche così il problema del dissesto. Utilizzo degli strumenti urbanistici e coprogettazione per il rilancio del territorio. Il Ponte? «Non c’è»

Comunali a Villa, il civismo e la visione di Giusy Caminiti: «Rinunceremo alle indennità»

«Questa candidatura nasce dalla necessità di dare risposta ad un paese in cui la politica non aveva fatto nessun tipo di proposta fino ai primi di maggio di fronte a un centrodestra che si pone nel segno della continuità di se stesso dopo commissariamenti e il disastro economico, sociale e culturale di questo paese. Abbiamo sentito forte l’orgoglio di rivendicare una città, che è una città di cittadini di associazioni di professionisti, che vuole ricominciare a sognare e a credere che è possibile una città a misura di cittadino».

Giusy Caminiti dà sfogo alla sua verve di visionaria. Non è una politica di professione, vive a, e, di Villa San Giovanni da una vita. I suoi incontri elettorali in una campagna che sta entrando nel vivo nelle ultime settimane che ci dividono dal voto, sono in piazzette, luoghi di incontro, nei quartieri della città. La incontriamo a Cannitello, dove il tema dell’erosione costiera è sentitissimo, da residenti e villesi di ritorno. Usa un linguaggio semplice, aperta al contributo di tutti, ascolta ma si fa anche ascoltare.

«La priorità del nostro programma – dice – è il cittadino al centro. È il cittadino portatore di interessi. Per questo continuiamo a dire che l’impegno sarà un impegno sull’ordinario ma anche un impegno su una programmazione che vuole essere tale. Non vogliamo inseguire le urgenze, ma vogliamo cominciare a programmare una visione di città che possa poi trovare sfogo negli strumenti a cominciare dagli strumenti urbanistici che in questo paese mancano».

La lista

Quarantacinque anni, ventidue dei quali dedicati alla vita da cronista per un importante quotidiano locale, Giusy Caminiti, alla guida della “lista civica per Villa” con cui è candidata a sindaco, è avvocato di professione, con l’incarico di direttore di Tribunale a Velletri. Attiva da sempre nell’associazionismo, è spostata con tre figli, e vive stabilmente nella città dello Stretto.

La lista che la supporta pesca dal mondo dell’associazionismo e dei Comitati: Rocco Bevacqua, Filippo Antonio Bova, Vincenzo Calabrò (detto Enzo), Giuseppe Cotroneo (detto Peppe), Maria Luisa Fedele, Benedetta Genovese, Pietro Idone, Salvatore Mangiola (detto Claudio), Ruggero Marra, Maria Grazia, Simona Melito, Caterina Neri, Ada Nicoletta Pavone, Albino francesco Rizzuto, Franco Scicchitano, Santina Tedesco, Caterina Trecroci.

Ma non sarà sola in questa avventura perché il suo progetto a ben vedere ha attirato l’interesse dell’Udc che con il Commissario Paolo Ferrara ha apertamente dichiarato l’appoggio a Caminiti, così come ampie frange del Partito democratico villese dilaniato al suo interno, tanto da non aver presentato alcuna lista né come partito né come coalizione di centrosinistra. Proprio in questo senso è degli ultimi giorni l’annuncio di Salvatore Ciccone, esponente di spicco e capogruppo dem a Palazzo San Giovanni, di un sostegno personale alla candidata a sindaco. E ultimamente ha attirato su di se anche le simpatie dei calendiani di Azione.

«Convivere col dissesto. Rinunciamo all’indennità»

«Non abbiamo la bacchetta magica per riprendere dal punto di vista economico le fila del dissesto e agire diversamente rispetto a come ha agito la politica. Ma siamo convinti che questo dissesto preso in un altro momento e con strumenti diversi avrebbe potuto essere evitato, perché parliamo di 6 milioni di euro su un bilancio attuale di 46 milioni. È chiaro però che la politica deve assumersi la responsabilità della politica, anche se in discontinuità rispetto al passato».

Caminiti insomma non vuol fare sconti a nessuno, ma è chiaro che se venisse eletta dovrà pur fare i conti con un debito pro capite che a Villa si assesta sugli 800 euro, «Si dovrà sicuramente convivere con una situazione di ristrettezza economica – ammette – ma allo stesso tempo dobbiamo con questa ristrettezza economica garantirà assolutamente la vivibilità i servizi essenziali». Da qui l’annuncio che di questi tempi è d’effetto, ma fa ben sperare per il futuro della cittadina dello Stretto, per il messaggio di impegno che la candidata vuol far passare. «Pur riconoscendo il valore del lavoro e della responsabilità che si assume un sindaco e un amministratore, e che va retribuita indubbiamente, abbiamo deciso di rinunciare alle indennità che ci spetteranno fintanto che il Comune di Villa San Giovanni sarà in dissesto. Non saranno grandi cifre però saranno, mensilmente, quelle cifre necessarie che ci permetteranno di dare piccole risposte a questo paese: dalla pulizia straordinaria allo scuolabus, o al carburante che adesso per esempio scarseggia nei mezzi comunali».

«Il dissesto – aggiunge poi – lo dovrà pagare chi lo ha determinato, che siano amministratori o imprese che rendendosi responsabili di forti debiti nei confronti di questo comune, ovviamente hanno determinato una situazione debitoria importante. Ma questo sarà poi oggetto di accertamento da parte della Corte dei Conti».

Risorse finanziarie ne serviranno anche per i punti cruciali del programma presentato. «C’è da aggiornare il piano spiaggia, c’è da ripartire per un vuoto di cinque anni per interessi personali che hanno bloccato il piano strutturale comunale, c’è da rifare l’edilizia scolastica, c’è da impegnarsi per l’impiantistica sportiva. Immaginiamo un paese che possa comunque diventare percettore e attrattore di finanziamenti. Ci siamo già misurati sul Pnrr, dal 4 febbraio al 14 aprile sono stati presentati e approvati 5 progetti per 6 milioni ottocentomila euro, ed è chiaro che altri ce ne saranno».

Sul tema dell’erosione costiera, rivendicando le somme già arrivate e quelle promesse dalla Metrocity, Caminiti è netta: «Certo è che questo territorio può e deve rivendicare con forza il diritto ad una diversa progettualità, perché qui c’è un habitat, un sistema eco marino, un sistema di correnti che va studiato, e noi abbiamo tutte le intenzioni di creare un tavolo di coprogettazione con le migliori professionalità di Villa San Giovanni riconosciute in tutto il mondo, che si metteranno gratuitamente al servizio del nostro comune»

 Mobilità e il Ponte che non c’è

Il tema complesso della mobilità a Villa riesce ad unire ma anche a dividere, perché per dirla con la candidata, Quando si dice Villa San Giovanni in tutta Italia, si dice Villa San Giovanni come attraversamento dello Stretto e si dice Villa San Giovanni come Ponte sullo Stretto. «Due tematiche importantissime. L’attraversamento è quella attuale, il ponte sullo stretto e la tematica sempre futuribile, sempre potenziale, ma il ponte sullo stretto oggi non c’è».

L’idea è quella di non farsi schiacciare dalla sola idea del Ponte, che fino ad ora «ha bloccato lo sviluppo».

«Villa ha pagato un prezzo altissimo per l’attraversamento intra urbano – 4 milioni di mezzi ogni anno dall’imbocco dell’autostrada attraversano viale Italia, il sottopasso via Marinai d’Italia, per prendere i traghetti -. Villa ha bisogno di avere Il ristoro per l’attraversamento che ha subito negli anni. Ha bisogno di avere una classe dirigente che sappia essere anche autorità sanitaria in questo paese».

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