venerdì,Aprile 19 2024

Comunali a Villa, il civico Bueti per risollevare il paese: «Ripartire dall’essenziale»

Il candidato a sindaco di “Lavoro, civiltà, sport” espone la sua ricetta per la città dello Stretto. Priorità all’inquinamento atmosferico. I soldi dell’Ecopass per finanziare gli interventi. «Il Ponte è una favola irrealizzabile»

Comunali a Villa, il civico Bueti per risollevare il paese: «Ripartire dall’essenziale»

«Mi sono voluto candidare prima di tutto perché amo il mio paese che ormai è alla rovina e al disastro. Vorrei cercare di poter dare una mano, per poterlo risollevare perché veramente sembra non ci sia un futuro per Villa San Giovanni. Le vecchie Amministrazioni l’hanno portato alla rovina, e ora bisogna solo pensare a fare il bene per Villa e per i cittadini villesi».
È schietto e diretto Demetrio Bueti, candidato a sindaco nella corsa per il rinnovo degli organi elettivi della città dello Stretto con la lista civica “Lavoro, civiltà, sport”. Una lista conosciutissima a queste latitudini visto che praticamente da sempre partecipa a tutte le competizioni elettorale a Villa San Giovanni. Demetrio Bueti, d’altra parte, è un po’ quello che si definisce “un figlio d’arte”. Papà Mario, sindacalista ed ex consigliere comunale, è un focoso cittadino villese, un classe ‘55, che nel corso della sua lunga carriera non si è fatto mancare proprio nulla. La tradizione politica familiare, è dunque affidata al figlio Demetrio, anche se Mario ha difficoltà a staccarsi da quel ruolo di rappresentante del popolo che ora vorrebbe tramandare al figlio. Non a caso è lui il portavoce del candidato sindaco. E non poteva essere diversamente, visto l’ardore, e sentiti i decibel che schizzano al massimo, in piazza Valsesia, durante uno degli incontri elettorali di questi giorni.
Demetrio Bueti, 37 anni, sposato con due figli, è un ufficiale di navigazione, alla sua prima esperienza in politica, puntando al colpo grosso.

La lista

La lista che lo sostiene, come detto “Lavoro, civiltà, sport” è composta da giovani e giovanissimi diplomati e laureati in un mix con lavoratori ed ex forze dell’ordine che, dice «hanno veramente una grandissima voglia di risollevare il nostro paese, e speriamo che in questa elezione i villesi ci daranno la possibilità di dimostrarlo». Con lui, il 12 giugno correranno Pietro Chirico, Giovanni Pizzimenti, Giuseppe Grazia Interdonato, Raffaele Richichi, Demetrio Giuseppe Bueti, Filomena Morabito, Elisa Laganà, Teresa Bevacqua, Giuseppe Roggio, Giuseppe Lavalle, Domenico Scordio, Vincenzo Tuzzato e Camille Morabito.

Il programma

La priorità del suo programma è dichiaratamente la lotta all’inquinamento atmosferico che attanaglia Villa San Giovanni, crocevia dell’attraversamento da e per la Sicilia: «Da noi passano 4 milioni di gommato l’anno, portando in città molte malattie tumorali, respiratorie, del sangue. La nostra idea è di poter mettere delle centraline in posizioni strategiche per far sì che quando c’è una segnalazione di pericolosità dell’inquinamento si possa dirottare il fino al 70% dei mezzi verso i porti di Gioia Tauro e Reggio Calabria, ovviamente in accordo con gli enti preposti, come la Capitaneria di Porto, la Regione, la Prefettura e anche il Ministero alla salute. Perché questa – aggiunge – è una questione veramente molto grave perché Villa San Giovanni registra un tasso di mortalità che, in percentuale, in Italia è altissimo».
La portualità e quindi la risorsa mare rimane al centro del programma. Gli animi in piazza Valsesia si scaldano quando si parla delle promesse fatte a Villa San Giovanni e puntualmente non mantenute.
«Il porto a Sud non esiste – esclama Bueti -. Non c’è nessun progetto di fattibilità. Ormai da anni ci dicono falsità. Perché sono soltanto falsità. il Porta a Sud non si può fare o almeno non c’è niente di concreto ad oggi. Ci sono soltanto delle riunioni fatte senza esito. Tutto è soltanto una grande bufala. L’unica cosa che possiamo fare è appunto come dicevo prima dirottare il gommato nei porti di Gioia Tauro e di Reggio Calabria»

«Non si possono fare grandi opere»

Bueti non si fa comunque grandi illusioni. Sa che il dissesto del Comune renderà la vita difficile a chiunque sarà chiamato a fare il sindaco. «C’è il dissesto ed è inutile che uno dice che potrà fare grandi opere, perché non se ne possono fare. Al comune non ci sono soldi, quindi noi dobbiamo partire dalle cose più essenziali, dalle cose più fattibili che sarebbero il decoro urbano e la pulizia delle spiagge, rifacimento e manutenzione delle reti idriche e delle le nuove reti fognarie». Le risorse? Bueti ha la sua ricetta: «Con i soldi dell’Ecopass, che noi vogliamo far pagare come giusto che sia alle Caronti, si possono risolvere queste problematiche»
Un altro problema da aggredire, per lui, è «l’abbattimento delle barriere architettoniche», con lo sguardo rivolto anche ad un segmento importantissimo della società, che fa rima con socialità e welfare. Dalla piazza volano strali nei confronti della commissione straordinaria di stanza al Comune che «ha chiuso di punto in bianco il centro Baden Powell». La preoccupazione dì Bueti è rivolta ai tanti anziani che lo frequentavano e che si sono visti «cacciati fuori da un luogo di svago e di incontro che si deve recuperare a tutti i costi».

«Il Ponte è una favola»

Il problema della mobilità e dell’attraversamento per il candidato sindaco sono altra cosa rispetto all’eterna idea del Ponte sullo Stretto. «Secondo me non è una priorità. Il ponte bisogna lasciarlo stare, la priorità è sistemare il paese. E poi basta, il ponte è soltanto una favola irrealizzabile. Noi dobbiamo cercare di risolvere i veri problemi del paese, e il ponte lo dobbiamo accantonare».

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