venerdì,Marzo 29 2024

Amministrative Palmi, ecco il nuovo Consiglio comunale con Ranuccio sindaco – I NOMI

Al primo cittadino spettano 10 seggi, mentre 5 sono destinati alla minoranza capitanata da Barone. Fuori dai giochi Armino, che annuncia l’addio alla politica

Amministrative Palmi, ecco il nuovo Consiglio comunale con Ranuccio sindaco – I NOMI

Per la prima volta nella storia politica di Palmi, un sindaco vince al primo turno senza passare per il ballottaggio. E a segnare questo primato è stato il (neo) sindaco Giuseppe Ranuccio, che ottenendo il 64,51% dei voti, si è risparmiato il secondo turno elettorale e conquistato senza sforzi lo scranno più alto di palazzo San Nicola. Ranuccio, sindaco uscente della città, ha praticamente doppiato il suo principale avversario Giovanni Barone, che nonostante si presentasse con tutto il centrodestra unito e ben 8 liste, si è fermato al 32,05% dei consensi, mentre Pino Ippolito Armino, con il 3,43, questa volta non ce l’ha fatta nemmeno a sedersi tra i banchi della minoranza.

Il Consiglio comunale

Sono dieci i seggi che spettano a Ranuccio, mentre sei sono quelli che toccano a Barone. Fuori dai giochi invece, Armino. Siederanno quindi in Consiglio comunale: Solidea Schipilliti, che è stata la più votata in assoluto, ottenendo 462 preferenze, Gianluca Spampinato (314), Andrea Mauro (303) e Saverio Camera (231) per la lista “Ranuccio sindaco”; Roberto Filippone (253), Francesco Cardone (248) e Salvatore Celi (226) per la lista “Cambiamenti”; Domenico La Capria (371), Desideria Filippone (264) per la lista “Palmi condivisa; Rocco Misale (250) per la lista “Obiettivo Comune”. Per la minoranza, accanto a Giovanni Barone, siederanno Giancarlo Palmisano (219) e Ilaria Sorbilli (206) per la lista “Forza Italia”; Carmelo Melara (249) per la lista “Barone sindaco”; Antonietta Gagliostro (160) per la lista “Ogni giorno Palmi” e Anna Bagalà (132) per la lista “Lega”.

Armino: «Addio alla politica»

Il grande escluso da questa tornata elettorale e Pino Ippolito Armino, che mentre cinque anni fa sfiorò il ballottaggio, ora si ritrova escluso dal Consiglio comunale. Nessun seggio gli è toccato e all’indomani della cocente sconfitta, ha annunciato il suo addio alla politica. «Il risultato elettorale del 12 giugno – esordisce Armino – è chiarissimo. Le ragioni della mia sconfitta sono numerose e andrebbero, se necessario, analizzate meglio più avanti. Oggi prendo atto di non essere più, se mai davvero lo sono stato, in consonanza con il ventre profondo di questa città. Cinque anni di opposizione in Consiglio comunale sono stati sanzionati come superflui o forse anche come dannosi. Le battaglie, come quella che ha scongiurato l’inquinamento della sorgente d’acqua del Vina, non hanno trovato altro riconoscimento che il beffardo plauso degli avversari.
Palmi, così temo, potrà ora correre libera verso il definitivo declino, l’impoverimento demografico ed economico, l’ulteriore sfregio del patrimonio paesaggistico, il sacco delle sempre più scarse risorse pubbliche. Sono le conseguenze inevitabili di una politica che produce una classe dirigente inadeguata e accelera il divario con il resto d’Italia».

Detto questo, Armino racconta di aver polemizzato con Corrado Augias circa la sua affermazione: “Io ho il sentimento che la Calabria sia irrecuperabile”, dicendo che «oggi non sono più così sicuro nel dargli torto. La Calabria non è più recuperabile, almeno non lo è nell’orizzonte del mio tempo possibile. I ceti produttivi calabresi, se così si possono chiamare, chiedono soltanto di essere lasciati liberi di operare al di fuori di ogni regola e di ogni controllo, manifestano un diffuso desiderio di impunità, la voglia di spezzare il laccio insopportabile della residua legalità. Chi può abbandona una terra sempre più avara con chi è giovane o non si adatta a piegare il capo a comando.

Non è un alibi per il mio fallimento, è la prova della mia sconfitta, dell’inutilità della mia battaglia politica in un contesto nel quale la cultura clientelare è così capillare da scoraggiare ogni iniziativa fondata su idee e su programmi. Abbandono perciò, la politica in regione e la regione come dimora abituale, ma lascio anche qualcosa che spero non vada dispersa, la memoria dei partigiani calabresi caduti nella guerra di Liberazione, una piccola minoranza di giovanissimi eroi che ho recuperato dall’oblio della cattiva e ignorante coscienza di un paese che non ha ancora capito cosa sia stato il fascismo, travisandolo per un’opzione politica al pari delle altre. Soffro solo per quelle poche decine di persone leali e coraggiose con le quali ho vissuto questa decennale esperienza politica e questa conclusiva battaglia elettorale. A loro va il mio saluto immensamente grato, la mia infinita riconoscenza».

Saccomanno (Lega): «Bagalà primo storico consigliere della Lega»

E mentre chi come Armino si sente talmente sconfitto da decidere di abbandonare la politica, dall’altro lato c’è chi festeggia l’affermazione della Lega in città, dal momento che il partito di Salvini si affaccia alla politica palmese per la prima volta. Entusiasta per l’elezione del primo consigliere comunale della Lega, ossia Anna Bagalà, è il commissario regionale del Carroccio Giacomo Saccomanno. «Palmi, città ostica per la Lega, ma grazie agli sforzi di Giuseppe Gelardi, del referente provinciale Franco Recupero, di quello locale Giovanni Saffioti e di tutta la squadra, per la prima volta nella storia, è stato eletto un consigliere della Lega – ha affermato Saccomanno. Prestigiosa professionista nel campo della sanità, Anna Bagalà rappresenterà nel consesso comunale la Lega che si è presentata con il proprio simbolo. Pur dinnanzi alla evidente vittoria del centrosinistra, il partito si è difeso bene ed è riuscito a centrare l’obiettivo: essere presente nell’assemblea e poter così difendere i cittadini che hanno avuto fiducia nello stesso».

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