martedì,Aprile 16 2024

Caso liste Calanna e Laganadi, Romeo: «Abbiamo voluto difendere le comunità»

La risposta degli ex candidati sindaci Guarna e Creaco: «Primi cittadini ignorano similitudini tra le due realtà»

Caso liste Calanna e Laganadi, Romeo: «Abbiamo voluto difendere le comunità»

Nessun reato, ma un atteggiamento in barba ad ogni regola minima di rappresentativà territoriale. Hanno atteso le elezioni che li hanno visti candidati e rieletti sindaci Domenico Romeo a Calanna e Michele Spadaro a Laganadi, per inviare una comunicazione al prefetto e raccontare cosa era successo alle elezioni del 12 giugno scorso. La denuncia riguarda le liste identiche alle due cittadine confinanti create da “Liberi di ricominciare”, coordinate da Paolo Ferrara, commissario provinciale di UdC. Abbiamo chiesto delucidazioni al sindaco di Calanna Romeo.

Come mai la comunicazione al prefetto?

«È stato un voler mettere al corrente il prefetto di ciò che da un punto di vista normativo è possibile: il candidarsi in due comuni, un programma amministrativo uguale in due enti. Ma che per difendere i nostri organi di rappresentatività democratica a partire dal consiglio comunale, le nostre comunità, la categoria degli amministratori locali dei piccoli comuni, già abbastanza additati come causa dei mali dei territori. Abbiamo voluto difendere la comunità da questo tipo di pratica che viene utilizzata in altre elezioni, ma in questa occasione nei nostri territori abbiamo visto raggiungere intensità che non pensavamo: otto undicesimi di candidati presenti nelle liste di Calanna e Laganadi, soggetti estranei ai territori che non conoscevano nemmeno le frazioni e chiedevano agli elettori come raggiungerle.

E ancora soggetti con evidenti debolezze psicologiche, con video che lo confermano. Personaggi che con gli amministratori locali non ci azzeccano e che si sono improvvisati tali sol perché un commissario provinciale dell’Udc, appena nominato aveva necessità di mostrare che era riuscito a fare le liste a Palmi, Calanna, Laganadi, Villa San Giovanni e Soverato. Era un voler sminuire la valenza di un’elezione comunale, solo per fini personalistici. Non lo abbiamo fatto prima altrimenti poteva sembrare che volessimo usare quest’arma contro un avversario in campagna elettorale ma non era quello. Sappiamo che queste liste non possono raccogliere consensi in realtà locali in cui nessuno ti conosce».

Come vi siete accorti delle stranezze?

«Hanno copiato i programmi elettorali da Platì, dove Ferrara è consigliere. Ed è evidente perché parla di pascoli ma a Calanna non ce ne sono. Parla di potenziamento della polizia municipale ma qui non abbiamo polizia municipale da un decennio, siamo sotto i mille abitanti, li possiamo avere solo in forma associata. Tutte queste stranezze. Nessun estremo penale ma qualcosa che va stigmatizzato».


Cosa pensate di ottenere?

«Intanto lo abbiamo voluto informare su quanto avvenuto in questa ultima tornata elettorale. Ci aspettiamo di ridare un minimo di risposte alla comunità che si è sentita offesa da parte di questi soggetti che volevano sedere nei posto del civico consesso in barba a ogni forma di rappresentatività democratica che ha interessi per il territorio. Ed è un segno verso chi pensa che si possa fare questo tipo di attività senza essere giudicati dalla società civile. Perché i promotori di queste liste un po’ di vergogna la dovranno sentire. Sono attività che nulla hanno a che vedere con la politica».

Qualche minuto fa arriva la replica di Maria Pia Guarna e Domenico Creaco, candidati a sindaco di Calanna e Laganadi, entrambi con la lista “Liberi di Ricominciare” che a Calanna ha preso 11 voti mentre a Laganadi si è fermata a zero. Nella replica Guarna ha precisato che la scelta di candidarsi a Calanna è stata motivata da «una questione affettiva». «La scelta di Laganadi da parte del candidato Domenico Creaco è stata conseguenziale poiché i due paesi sono confinanti e in essi possono essere effettuati progetti di collaborazione e di lavoro sinergico. Romeo e Spadaro perseverano nelle loro dichiarazioni denigratorie, sottolineando che «i programmi elettorali sono identici per forma e contenuto variando esclusivamente nome del comune e del candidato a sindaco. Ignorano, probabilmente, le similitudini tra Calanna e Laganadi ovvero due meravigliose comunità della Vallata del Gallico unite tra loro, non solo per territorialità ma anche per le fattive e storiche collaborazioni tra i due enti».

Anche i due non eletti chiedono un incontro al prefetto di Reggio Calabria sostenendo che la lettera di Romeo e Spadaro sarebbe scaturita «probabilmente dalla richiesta di accesso agli atti dei candidati a sindaco di Liberi di Ricominciare, effettuata nei giorni precedenti, prima verbalmente e dopo tramite pec».

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