Conferenza donne democratiche, Panetta portavoce del Reggino
L’organismo tenuto a battesimo dal segretario regionale Irto che attacca Occhiuto sull’aumento dei compensi ai manager della sanità: «Una vergogna, nemmeno un euro per chi butta sangue negli ospedali»
«Voglio esprimere solidarietà a tutti i medici i paramedici, donne e uomini, che ieri hanno visto da parte della destra in Regione Calabria l’aumento degli stipendi dei manager, senza dare un euro in più agli infermieri che buttano sangue negli ospedali e nei reparti calabresi».
Lo ha detto il segretario regionale del Partito democratico, Nicola Irto, intervenuto ieri alla presentazione delle nuove portavoce della Conferenza delle donne democratiche svoltasi a Lamezia.
L’invito del segretario regionale – assente al Consiglio regionale di venerdì scorso – è anche un atto di accusa nei confronti del governo regionale: «Iniziamo a raccontarlo il dramma e la vergogna di Occhiuto e del centrodestra che aumentano gli stipendi degli apicali senza andare a valutare i risultati che mi pare siamo pessimi, detto da tutti, e non si dà un euro in più a chi fa straordinari a chi apre i reparti, con i soldi del Covid che non arrivano. Insomma anche su questo serve una battaglia collettiva che non deve fare solo il segretario regionale, ma che deve fare il partito in tutte le sue articolazioni».
La conferenza delle donne
Per Irto che ha concluso l’incontro «serve fare una battaglia politica per stare vicino agli amministratori, serve fare una battaglia politica per dire in maniera concreta che il nostro partito sulla parità di genere non l’annuncia solamente, ma la pratica in maniera forte».
È toccato a Teresa Esposito, della direzione regionale spiegare il ruolo dell’organismo rosa. La conferenza delle donne democratiche è un luogo di discussione e di confronto dove le donne mettono dentro le loro idee i loro punti di vista su tutti i temi della politica italiana, non solo sui temi che riguardano le donne, ma chiaramente con un occhio più attento sui temi dei diritti.
«Abbiamo fatto un grande lavoro durante la pandemia anche come Conferenza regionale – ha detto Esposito – e io ringrazio tutte le donne che hanno lavorato insieme a me. Ringrazio Zingaretti e Letta ma soprattutto Nicola Irto perché lui ha creduto da subito in questo luogo. Le donne della nostra regione hanno la necessità di sapere che c’è qualcuno che si occupa dei loro problemi e ai quali si possono tranquillamente rivolgere. E poi in questo momento particolare noi dobbiamo riuscire in modo capillare ad entrare casa per casa, strada per strada, per poter dire con grande passione ma anche con grande fermezza qual è la differenza tra noi e la destra e come noi pensiamo di mettere in campo delle iniziative per fare in modo che questa terra diventi sempre più europeista e occuparsi dei problemi della gente».
Per il segretario regionale la Conferenza delle donne va intesa non come luogo di rappresentanza e basta, ma come luogo anche di discussione e di proposta. «Aggiungo che in Calabria per me ha anche un valore organizzativo e di proposta politica più complessiva nel nostro partito, perché le portavoci faranno parte dei quadri dirigenti del Partito democratico in Calabria, faranno parte di questo percorso di riorganizzazione e rigenerazione che abbiamo messo in campo da gennaio, su cui serve continuare a lavorare e sul quale oggi bisogna anche accelerare considerato che abbiamo le elezioni politiche alle porte».
Irto poi si dice convinto che non solo la struttura di partito, ma anche la Conferenza delle donne deve giocare un ruolo di primo piano nella campagna elettorale, «per darci una spinta organizzativa e una proposta concreta nella proposta politica che dovremmo fare nella piattaforma regionale per le politiche, perché noi avremo una piattaforma nazionale ma anche una piattaforma regionale, e ne discuterò domani con il segretario nazionale nel dettaglio».
Colotta: «Giorgia Meloni è un soggetto pericoloso»
Le portavoce provinciali della conferenza delle Donne democratiche sono: Vladimira Pugliese per Vibo Valentia, Alba Amato per Crotone, Simona Colotta per Cosenza, Barbara Panetta per Reggio Calabria e Lidia Vescio per Catanzaro.
Per Alba Amato «noi donne dobbiamo coltivare all’interno del territorio qualcosa di importante per far si che si avvicinino donne e giovani, così come detto anche dal segretario Enrico Letta nell’assemblea nazionale di marzo scorso. Faremo una bella rete, perché noi donne ne siamo capaci».
Vladimira Pugliese ringrazia la determinazione di Teresa Fragomeni: «si colma un vuoto all’interno del Partito democratico. Non sono per una differenza marcata tra uomo e donna, ma l’asino casca nelle pari condizioni che ancora non sono salvaguardate. Politicamente ci aspetta un banco di prova importante e noi possiamo fare la differenza».
Per Barbara Panetta, già in direzione regionale, «questa squadra si è costruita nel tempo, in anni di lavoro, grazie anche al segretario Nicola Irto che ha seguito sin dal suo insediamento l’iter di costituzione delle Conferenze provinciali che sono luoghi innanzitutto per allargare la partecipazione delle donne agli organismi del partito e quindi permettere di avere più donne nelle istituzioni». Al segretario la richiesta di occuparsi di un tema che le sta a cuore: la violenza psicologica che sfocia nella violenza fisica. «Il lavoro che dobbiamo fare come Conferenza, ma anche il partito a livello nazionale, è fornire alle donne gli strumenti per riconoscere gli abusi».
Non va per il sottile Simona Colotta, sindaco ad Oriolo, in provincia di Cosenza: «Vengo da un’esperienza politica di lunga data nel Partito ma anche istituzionale, essendo sindaco di Oriolo» è la premessa. Per lei la strada per la parità è ancora in salita e spera di poter contribuire per raggiungerla. Poi, guardando alle prossime politiche, e dopo aver stuzzicato Irto – «il partito non attraversa una fase facilissima», dice – va al sodo: «Ci appropinquiamo a queste elezioni sperando di competere con quella destra che più brutta di adesso non si è mai vista, dato che potrebbe rappresentarci come presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e Giorgia Meloni, fascista, è un soggetto pericoloso».
Infine Lidia Vescio si mostra entusiasta e ottimista: «Lavoreremo bene insieme perchè noi donne calabresi siamo forti e capaci di lottare per arrivare dove vogliamo arrivare, visto che il processo di emancipazione delle donne non è completato. Dovremo rimboccarci le maniche»