martedì,Aprile 23 2024

Reggio, Candeloro Imbalzano: «Risolvere la querelle Museo del bergamotto»

L’ex assessore alle Attività produttive, oggi in Italia al Centro, fa un parallelo col Museo del Cedro a Cosenza: «Perché noi ci complichiamo la vita?»

Reggio, Candeloro Imbalzano: «Risolvere la querelle Museo del bergamotto»

«Confesso che da reggino, prima ancora che da ex assessore per 8 anni alle Attività produttive, sono profondamente turbato e rammaricato, come tanti nostri concittadini, da questa infinita ed ormai stucchevole querelle sui social tra l’Amministrazione comunale ed il prestigioso Museo del bergamotto, a cui, in piena pandemia, è stato notificato un avviso di sfratto dai locali dell’ex mercato coperto di Via Filippini, sede da anni del Museo stesso».

A dirlo è Candeloro Imbalzano, dal coordinamento metropolitano di Italia al Centro, che non mette in discussione il rispetto delle regole e della legalità salvaguardato dal dirigente e dall’assessore al ramo nei confronti di Vittorio Caminiti, storico fondatore e pioniere del Museo, che insieme ad altre personalità promuove da decenni il prezioso agrume reggino sui palcoscenici nazionali ed internazionali, ma si domanda: «come è possibile che nella città di Cosenza e nella sua provincia, le istituzioni pubbliche sostengano con convinzione e concretamente il loro Museo del Cedro, l’altra icona alimentare della nostra regione, dotandolo gratuitamente di un Centro Polivalente e dei Laboratori del Gusto ove vengono svolte diverse attività contestate al nostro Museo, nel quale viene svolta, per quello che sappiamo, attività di degustazione e non di somministrazione di prodotti tipici locali, ed a Reggio c’è la necessità di complicare ulteriormente la vita ad una delle pochissime realtà cittadine di grande valore?»,

Per Imbalzano il Museo del Bergamotto è un sito che il mondo ci invidia, atteso che da secoli il bergamotto si identifica con la nostra, storia economica e sociale. «Per quello che riguarda la città urge trovare un modus vivendi, come peraltro ripetutamente sollecitato dal professore Caminiti, individuando una strada maestra che rispetti regole e prestigio della città».

Per l’ex assessore alle Attività produttive,  si tratta di una querelle che doveva rimanere ovattata e risolta già da tempo «come si è sempre fatto per ritardi nei pagamenti da parte degli operatori mercatali seri, a maggior ragione qui ove la missione del Museo esula da interessi economici personali ed a causa di una pandemia tutt’altro che finita, che ha comportato un forte calo delle presenze di visitatori, con conseguente riduzione delle già modeste entrate per l’accesso al Museo, peraltro utili solo in minima parte a fronteggiare le spese di manutenzione della struttura museale. E senza dimenticare che i locali sono affittati da tempo, con regolare contratto di affitto».

Per questi motivi, «senza evocare i tempi in cui il Comune sosteneva, quando poteva, le prestigiose iniziative del Museo del Bergamotto, che procurava e procurano un ritorno d’immagine positiva alla città ed alla provincia di valore incalcolabile, vogliamo augurarci che all’ipotesi sfratto vada subito sostituita con una iniziative di reciproca soddisfazione e senza sfociare in dannosi contenziosi che non fanno certo bene ai veri interessi della città».

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