Elezioni Politiche 2022, Conte a Reggio: «I parassiti sono i mafiosi, non chi prende il reddito di cittadinanza»
L’ex premier accolto da militanti e cittadini. Ma la folla del 2021 è un ricordo. Cafiero de Raho: «‘Ndrangheta può essere battuta, la città ha bisogno di rinascere»
È durata poco più di un’ora e mezza la visita in riva allo Stretto del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, arrivato al museo Archeologico di Reggio Calabria intorno alle 11:30. Ad attenderlo una piccola folla di aficionados che al grido di “Conte, Conte” lo hanno accompagnato fin dentro Palazzo Piacentini. Qui l’ex presidente del Consiglio in compagnia della truppa di parlamentari uscenti e candidati alle prossime politiche ha visitato la sala dei Bronzi di Riace, soffermandosi insieme a Federico Cafiero De Raho davanti alle due statue per ascoltare le informazioni delle guide del MaArc.
Subito dopo una passeggiata sul Corso Garibaldi, la via principale della città, condita da selfie, strette di mano e autografi, per poi raggiungere l’attività commerciale di Tiberio Bentivoglio, imprenditore che non si è piegato alle angherie della ‘ndrangheta, con cui si è intrattenuto quasi per un’ora in un colloqui privato.
Solo intorno alle 13 ha guadagnato il palchetto allestito dai militanti alla “rosa dei venti” del Lungomare Falcomatà, dove ha parlato, sempre affiancato da Cafiero de Raho, dei temi più scottanti dell’attualità politica. Non una folla oceanica ai suoi piedi. Gruppi di militanti sono arrivati un po’ da ogni angolo della Calabria, con cartelli e tanta carica per l’ex premier, che però non ha registrato l’entusiasmo, almeno in termini di presenze, che toccò con mano a settembre del 2021 quando approdò a Piazza De Nava, in un incontro elettorale a sostegno di Amalia Bruni in corsa per le regionali. Tanto che poi chiuse la campagna elettorale proprio a Reggio in piazza indipendenza davanti a migliaia di persone. Certo è, però, che la figura di Conte continua a suscitare fiducia tra la gente, anche tra chi non vota per il Movimento, e su questo fa leva il nuovo leader pentastellato per la rimonta nei confronti del centrodestra. Militanti e non lo hanno quindi letteralmente scortato fino ai gazebo allestiti sul Lungomare.
Da lì “l’avvocato del popolo italiano” ha arringato i suoi, puntando forte sul reddito di cittadinanza: «Quando si parla di parassiti, parliamo dei mafiosi non di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Come vi permettete voi politici che state da 20 o 30 anni in politica e guadagnate anche coi soldi dello Stato, di dare dei parassiti a chi è in difficoltà. Questa cosa è una cosa indegna. Io mi indigno e mi imbestialisco. Non posso accettare da Giorgia Meloni a Renzi, danno dalla mattina alla sera, poltronari e parassiti e parlano di metadone di Stato, a chi dice uno? Ai mafiosi? No, dei mafiosi non ne parlano mai, parlano della povera gente che è in difficoltà e ricorre al sostegno dello Stato. Questo per noi è un paese civile, è incivile invece per i mafiosi, chiaro? Questo è un mondo capovolto ci vogliono far credere che il loro ordine civile capovolto sia la normalità. Ma noi non accettiamo che il mondo sia rappresentato in termini capovolti. Ecco perché siamo scomodi ma continueremo e faremo le nostre battaglie più forti di prima con competenza cuore e coraggio, dalla parte giusta».
Subito dopo ha passato ad un inedito Federico Cafiero De Raho il microfono. Il magistrato non si è fatto pregare, alzando i toni: «Ci troviamo a Reggio che ha bisogno di rinascere. Ragazzi insieme ce la possiamo fare perché la criminalità può essere battuta. L’importante è seguire la regola, la correttezza, la lealtà, la trasparenza, i principi della nostra costituzione. La dignità è il primo presupposto. È necessario impegnarsi e sacrificarsi proprio perché si possa capovolgere questo sistema criminale che va abbattuto. Ma bisogna muoversi con la schiena dritta guardare in alto, mai piegarsi, soprattutto credendoci. Siamo noi che dobbiamo reagire e insieme riusciremo. L’importante dare il voto a chi è in condizione di farlo. Brava Calabria, vincerai e sarai una delle prime Regioni».
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