giovedì,Marzo 28 2024

Politiche: a Reggio Cafiero de Raho ha fatto il pieno di voti, ma sarà un deputato “emiliano”

L'ex procuratore ha lasciato un buon ricordo in riva allo Stretto. Gli elettori gli hanno perdonato lo scivolone sull'impossibilità di giocare a tennis in città. Ma in Parlamento non rappresenterà la Calabria

Politiche: a Reggio Cafiero de Raho ha fatto il pieno di voti, ma sarà un deputato “emiliano”

L’operazione Calabria di Giuseppe Conte è riuscita alla perfezione, anche se azzoppata dalla legge elettorale che a fronte dei quasi 30 punti percentuali porta a Roma solo quattro parlamentari. Tra questi spicca il nome di Federico Cafiero de Raho. «La Calabria ha voluto darmi fiducia, e questo determina soprattutto l’esigenza di essere molto presente per i calabresi. Ma soprattutto ho colto nel loro voto una manifestazione di affetto, ed è questo l’aspetto che più di tutti mi tocca. Tanti calabresi credono che la Calabria possa cambiare, si può sviluppare, può essere sostenuta verso un progresso che porti la regione fra le prime d’Italia. E io ci credo».

Così all’AdnKronos l’ex procuratore nazionale antimafia, ha commentato a caldo la sua performance elettorale nel collegio plurinominale della Camera in Calabria. Parla di fiducia e di affetto il già procuratore della Dda di Reggio Calabria, dove certamente ha lasciato un buon ricordo dal punto di vista professionale, ma dove sarà ricordato anche per quella frase da “tutta l’erba un fascio” che ancora oggi a sentirla o leggerla, lascia un po’ di amaro in bocca. «Questo – disse riferendosi alla nostra città – è un territorio nel quale non si possono avere rapporti con altre persone». Un concetto che poi snocciolato aveva il senso di amplificare al massimo il potere di infiltrazione e di mimetismo della criminalità organizzata, tanto che, sottolineò l’ex procuratore, «bisogna vivere sempre da soli».

Una solitudine che gli impedì di continuare anche a coltivare il suo hobby preferito, il tennis. D’altra parte non sai mai chi potrebbe capitarti come avversario. Ma i calabresi hanno dimostrato maturità. Hanno superato quel risentimento tipico delle genti di Calabria, quel rancore capace ancora a queste latitudini di segnare i rapporti anche personali. Lo hanno acclamato quando è tornato in città a passeggio con Giuseppe Conte sul Corso Garibaldi, anche se con una discreta ma vigile scorta al seguito, lo hanno applaudito quando dal palchetto ha usato gli slogan tipici della politica, e soprattutto lo hanno votato.

Forse perché, paradossalmente, i calabresi, cittadini italiani e gente perbene, hanno quella testa dura e quella gratitudine che neanche le offese riescono a scalfire. Cafiero de Raho ha fatto il pieno di voti. Ma non sarà un “deputato calabrese”, è stato eletto in Emilia Romagna, dove pure era candidato, sempre per il plurinominale, perché lì la percentuale del Movimento era più bassa di quella calabrese. Libera così un posto a favore di un indigeno, al secolo il vibonese Riccardo Tucci. La “ragion di Stato”, si dirà. Ma c’è anche la “ragion calabrese”, da rispettare.

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