venerdì,Marzo 29 2024

Da Rosarno alla Camera, il sindacalista Aboubakar Soumahoro si insedia con gli stivali infangati

La provocazione del neo eletto deputato con Alleanza sinistra italiana e Verdi in memoria dei morti sul lavoro

Da Rosarno alla Camera, il sindacalista Aboubakar Soumahoro si insedia con gli stivali infangati

Aboubakar Soumahoro, sindacalista italo-ivoriano, membro del Coordinamento lavoratori agricoli Usb, impegnato nella difesa degli “invisibili”, i migranti e i braccianti sfruttati nei campi e costretti in ghetti senza servizi e senza diritti, neo eletto deputato con Alleanza sinistra italiana e Verdi, è entrato ieri a Montecitorio per la prima seduta della legislatura, indossando stivali da lavoro sporchi di fango.

L’intento era quello di ricordare tutti i lavoratori sfruttati o che sono morti sul lavoro, come il suo collega Soumaila Sacko, il giovane attivista sindacale maliano di 29 anni, freddato a colpi di fucile a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, che viveva nell’area della tendopoli di San Ferdinando e sempre in prima fila nelle lotte sindacali per difendere i diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro.

Soumahoro: «Sono gli stivali che hanno calpestato il fango della miseria»

«Vado in Parlamento indossando questi miei stivali che ho sempre portato per lottare nei bassifondi dell’umanità, insieme alle mie compagne e ai miei compagni, contro lo sfruttamento e la precarietà – ha spiegato Soumahoro, da sempre impegnato a difendere i diritti dei migranti sfruttati nei campi a Rosarno e nell’intera Piana di Gioia Tauro -. Porto questi stivali in ricordo delle tante e dei tanti compagni che non sono sopravvissuti a questa nostra lotta (come Soumaila Sacko, Joof Yusupha, Fallaye Dabo) e in memoria delle tante lavoratrici e lavoratori morti di lavoro (come Paola Clemente, Luana D’Orazio, Giuliano De Seta, Lorenzo Parelli).

Indosso questi stivali in onore di chi oggi fa fatica ad arrivare a fine mese e di chi viene discriminato. Questi stivali sono il simbolo delle sofferenze e della speranza del Paese reale che entra oggi con me in Parlamento per legiferare. Questo nuovo percorso da deputato ha senso solo se è un cammino condiviso da chi, come me, sa cosa significa essere discriminato, patire la fame o avere le scarpe sporche del fango e del sudore del lavoro precario e sottopagato. La nostra postura sarà sempre con i piedi saldi nel fango della realtà e lo spirito rivolto verso il cielo della speranza».

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