giovedì,Marzo 28 2024

Ponte sullo Stretto, Porpiglia (Lega): «La più grande opera ecologica della storia»

La consigliera villese riprende lo studio che sostiene come la mega opera «consentirebbe di tagliare le emissioni di anidride carbonica di 140 mila tonnellate annue»

Ponte sullo Stretto, Porpiglia (Lega): «La più grande opera ecologica della storia»

«Nel fare gli auguri al Leader del mio partito Matteo Salvini per l’importante incarico di Ministro delle  Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, esprimo la mia soddisfazione sul fatto che egli abbia sin da subito indicato come opera prioritaria e fondamentale il Ponte sullo Stretto di Messina, dichiarando che: «Costa più non farlo che farlo. Creerebbe oltre 100mila posti di lavoro» e «Nel corso di questi cinque anni far partire il cantiere è uno dei miei obiettivi».  Sono sicura che, conoscendolo, farà di tutto per realizzarlo e le sue dichiarazioni in tal senso sono molto importanti».

Con queste parole Francesca Anastasia Porpiglia responsabile Calabria pari opportunità Lega Salvini Premier e consigliere comunale torna a puntare i riflettori sul ponte: «Vorrei però non soffermarmi sui soli vantaggi dell’economia nazionale e locale che comporterebbe la costruzione di un’opera del genere, anche tramite il cosiddetto effetto moltiplicatore che genera ogni euro speso nell’indotto, ma approfondire la convenienza dell’opera anche rispetto al fattore   ambientale.

Poiché ho fatto per anni, da Amministratore di Villa San Giovanni e come Dirigente di partito, una battaglia contro l’inquinamento ambientale dovuto al trasporto gommato nello Stretto, con tanto di richiesta alla Società Caronte & Tourist  di azioni risarcitorie nei confronti della popolazione Villese, ho ritenuto importante approfondire una recente ricerca di alcuni studiosi sul tema ( gli ingegneri GiovanniMollica e Nino Musca), i quali  giungono  alla conclusione che “ Il Ponte sullo Stretto di Messina sia la grande opera più ecologica della storia, poiché consentirebbe di tagliare le emissioni di anidride carbonica di 140 mila tonnellate annue.”

Far viaggiare merci e persone sui treni ad alta velocità, infatti, consente di tagliare gli altissimi costi ambientali provocati dall’inquinamento del traffico aereo e gommato: secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, infatti, l’inquinamento provocato dal trasporto ferroviario è tre volte e mezzo inferiore, nel rapporto tonnellate/chilometri, rispetto a quello del trasporto su strada. (In base ad uno studio, 120 automezzi che attraversano lo Stretto sul Ponte anzichè traghettare riducono le emissioni di anidride carbonica di 1,47 tonnellate. Un quantitativo che, esteso a un anno di attraversamenti moltiplicato per le circa 17 mila traversate annue sulla sola rotta Tremestieri-Villa San Giovanni e ritorno, danno minori emissioni di CO2 per 25 mila tonnellate.) Questo semplice calcolo conferma le conclusioni raggiunte col metodo generale che valuta in oltre 140 mila tonnellate annue le minori emissioni della sola anidride carbonica grazie alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.

 Alla luce di questo dato, l’Unione Europea ha realizzato un Piano Trasporti 2050 che prevede già entro il 2030 un aumento del 30% del traffico merci su rotaie rispetto al gommato, pena ingenti sanzioni nei confronti dei Paesi che non rispetteranno questa soglia.

Le due Regioni messe peggio in Europa per il trasporto ferroviario sono proprio Calabria e Sicilia, dove meno del 5% del traffico è su rotaia a causa della rete vetusta e malfunzionante. La realizzazione del Ponte sullo Stretto, che consentirebbe l’arrivo dell’alta velocità ferroviaria anche in Sicilia, almeno fino a Palermo e Catania, rivoluzionerebbe questo tipo di scenario, segnando una vera e propria svolta ecologica per i trasporti nel Meridione, completando il 5° quinto corridoio Transeuropeo Scandinavo-Mediterraneo Helsinki-La Valletta ideato dall’Unione Europea proprio con lo scopo di portare l’alta velocità ferroviaria dall’estremo nord all’estremo sud del continente europeo e per ridurre le emissioni nocive provocate dalle modalità di trasporto più inquinanti, e al tempo stesso togliere dalla marginalità le periferie del Sud Italia in forte ritardo economico rispetto al resto del continente, favorendone gli scambi commerciali.

Quindi la realizzazione del Ponte farebbe molto bene al Pianeta e al clima della nostra Terra e risolverebbe gli enormi problemi di inquinamento dello Stretto di Messina, solcato quotidianamente da centinaia di traghetti ed afflitto dagli enormi problemi di traffico e smog nei chilometri di imbarcaderi delle due sponde, a Villa San Giovanni, Messina e Tremestieri, nei tre punti di attracco che ricadono tra l’altro in zone densamente abitate, in cui numerosi studi, da diversi decenni, hanno documentato un’enorme incidenza dei tumori ai polmoni nella popolazione esposta ai gas di scarico dei veicoli.

Si può perciò  concludere che il Ponte sullo Stretto di Messina, al di là dell’aspetto economico, è senza ombra di dubbio la grande opera più ecologica della storia e la sua realizzazione determinerebbe anche una vera e propria rivoluzione “green”, in linea con le esigenze del pianeta e gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni tramite trasporti veloci ferroviari. Come partito insieme a Salvini  noi ci siamo!».

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