sabato,Aprile 20 2024

Ponte sullo Stretto, Caminiti: «Primario finanziare la mobilità dinamica»

Il sindaco di Villa San Giovanni, ospite insieme al collega di Messina, ha spiegato le priorità del territorio. Basile: «Dovrà dialogare con le due città»

Ponte sullo Stretto, Caminiti: «Primario finanziare la mobilità dinamica»

«La mia comunità e disillusa perché dal 1864 che Villa San Giovanni è indicata come la città del Ponte ma di un Ponte di cui ad oggi non è stato visto un progetto se non un masterplan. La verità è che noi vorremmo che si cambiasse il metodo: basta con gli annunci, basta con centinaia di milioni di euro spesi per proselitismo e clientele. Noi vogliamo cominciare a parlare del Ponte quando ci sarà quello che chiede l’Europa, cioè un progetto serio ed esecutivo, che faccia ben capire quali sono le ripercussioni che Villa San Giovanni e Messina avranno. Perché sono queste le due città del ponte sullo Stretto».

Così Giusy Caminiti, sindaco di Villa San Giovanni, intervenuta ieri a RaiNews24 insieme al collega di Messina, Federico Basile e all’ex Ministro dem Graziano Delrio.

La domanda posta dal conduttore è se Villa è favorevole al Ponte o se ci sono dubbi e paure nelle comunità dello Stretto. Il primo cittadino villese non ha nascosto le perplessità di un territorio che fino ad ora però – è stata una delle lamentele degli scorsi giorni – non è stato coinvolto, neanche nella sua componente amministrativa.

Basile: «La progettualità è l’elemento base»

Una domanda subito girata anche al sindaco peloritano Basile: «Che l’infrastruttura Ponte sullo stretto abbia un senso e sia un valore, io ne sono convinto, partendo però sempre dall’assunto che la fase progettuale è la base fondamentale sulla quale poi fare ragionamenti di natura economica, ma anche strutturale. Perché, l’ho detto in alcune altre circostanze, mettere il ponte non vuol dire appoggiarlo, vuol dire farlo dialogare col territorio, in questo caso Messina e Villa San Giovanni».

Basile si dice concorde con il pensiero di Caminiti, panche perché, sostiene, i lavori del Ponte avranno un impatto che non è solo estetico e strutturale, ma anche legato ai servizi, alle opere compensative, e a tutto quello che è la visione di una città fino a oggi è vissuta senza il ponte.

«È chiaro – aggiunge Basile – che la progettualità è l’elemento base dal quale si deve partire per capire oltre la fattibilità economica dell’opera anche l’impatto sul territorio che in questo momento si sta sviluppando senza il Ponte dello Stretto»

Delrio: «Serve approccio laico, basta cambiare idea ogni mezz’ora»

Al dibattito, come accennato, partecipa anche l’ex ministro Graziano Delrio che mostra di apprezzare la «saggezza dei due sindaci» perché, dice, non è solo un problema economico: «è un problema di dialogo e di interazione con il territorio». Delrio fa notare che però, nel frattempo, durante gli anni non si è stati fermi, ma sono stati forniti finanziamenti per sviluppare per esempio l’alta velocità tra Palermo e Catania, che è in costruzione, e per raddoppiare e mettere in velocità la Palermo-Messina ferroviaria, aggiungendo anche che in tema di Pnrr il ministro Giovannini ha fatto un «ottimo» lavoro: «io credo che ci sono molte risorse a disposizione. A questo punto non si tratta di scegliere e dire i soldi del Ponte vengono tolti, si tratta di fare un vero progetto, valutare i costi benefici di questo progetto, e valutare il suo inserimento nel territorio con molta laicità. Ma basta cambiare idea ogni mezz’ora».

Caminiti: «Primario finanziare la mobilità dinamica dello Stretto»

L’approccio laico suggerito da Delrio, sposta l’attenzione sulle caratteristiche tecniche dell’opera che a seconda del futuro progetto, a una a tre campate, sicuramente ha tutte le altre caratteristiche per essere “iconica”. Caminiti pur non entrando nel merito della fattibilità economico-finanziaria vorrebbe che fosse verificata una volta per tutte e in maniera seria la fattibilità tecnica «perché qui – argomenta il primo cittadino – ci sono dei limiti e dei vincoli geo sismici. Questa è una zona rossa per eccellenza del Mediterraneo, e peraltro i nostri territori sono “zona a protezione speciale” riconosciuti dall’Europa. Qui non è una questione di Ponte si o no, qui la necessità e quella di capire quali risorse debbano essere investite per la mobilità dello Stretto. Chiaramente, al di là del Ponte si Ponte no, subito. Il primo tipo di finanziamento serio deve essere sulla mobilità dinamica dello Stretto, perché peraltro il Ponte non permetterà mai di eliminare l’attuale attraversamento, che avviene mediante le navi bi-direzionali. E anche questo necessiterebbe di uno studio approfondito sulla CO2» ha detto riferendosi anche al livello di inquinamento che attanaglia le due città che si affacciano sullo Stretto.

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