Problemi idrici a Taurianova, presentato un progetto da 9 milioni di euro
Il Comune ha partecipato all’ultimo Cis con un ambizioso progetto che prevede una gestione delle acque integrata
«Se tutto andrà per il meglio i problemi idrici a Taurianova, in poco tempo, verranno definitivamente archiviati. Stiamo lavorando per arrivare finalmente a una risoluzione affinché la mancanza dell’acqua rimanga solo un brutto ricordo». Con queste parole il sindaco di Taurianova Roy Biasi, a margine della conferenza di presentazione del cartellone natalizio, ha annunciato l’ambizioso progetto presentato dal Comune all’ultimo bando Cis, per un importo di 9 milioni di euro, che prevede una gestione delle acque integrata.
«Visto come ci siamo aggiudicati brillantemente il primo Cis, ottenendo 4.130.000 euro per la ristrutturazione dell’Asilo Pontalto – ha affermato il primo cittadino – appena è uscito il secondo, abbiamo partecipato con un progetto di altissima qualità che prevede una gestione delle acque integrata, comprendendo quindi anche le acque nere, perché qui da noi non è contemplato il fatto che acque bianche e nere, viaggino su due canali differenti».
Il problema dell’acqua torbida
Detto questo, il sindaco ha voluto chiarire sulla questione che ha tenuto banco in questi giorni, relativa all’acqua torbida che per un certo periodo ha sgorgato dai rubinetti delle case, generando non poche polemiche. «L’acqua piovana – ha spiegato il sindaco – non può scaricare nelle fogne, dal momento che la capienza delle stesse è tarata solo per quello. Succede quindi che quando l’acqua meteorica arriva copiosa come è successo nei giorni scorsi, saltano i tombini e si allagano le strade, determinando tutta una serie di criticità a cui abbiamo assistito di recente. Una volta cambiato il clima in mezz’ora si è allagato il paese. In altri tempi, questo avrebbe determinato la mancanza di acqua per più giorni».
Biasi ha quindi illustrato in che modo il comune di Taurianova faccia rifornimento di acqua. «Abbiamo diverse fonti di approvvigionamento, ma la principale è la sorgente Vitarito, che si trova a Marro, nel comune di Molochio, a circa 7 km di distanza dal primo punto di prelievo. Qui ci sono pompe di una potenza importante, dal momento che devono portare l’acqua dalla sorgente naturale fino al paese. Inoltre, questa sorgente soffre molto nei periodi siccitosi e inevitabilmente scende, minando il nostro sistema idrico, che serve la parte alta del paese. Se la sorgente è in forza, il paese non ne risente, ma quando comincia a seccarsi o malauguratamente si rompe un motore, l’acqua non arriva. Negli anni, nessuno ha mai pensato di creare una fonte di approvvigionamento di acqua a monte, per far sì che spingesse in discesa, anziché a valle, dove invece il motore spinge in salita.
Durante la mia precedente amministrazione, avevo fatto scavare dei pozzi, proprio per ovviare a questo problema, però dal momento che la tecnologia all’epoca non era avanzata come adesso, dopo averli scavati non hanno dato il risultato sperato. Ora che la tecnologia può venire in nostro soccorso, abbiamo ripreso quest’idea e previsto, con i soldi che potevamo risparmiare dal bilancio – perché non possiamo fare mutui essendo in dissesto – circa 200mila euro, di cominciare un percorso di delocalizzazione della fonte primaria, da affiancare alle altre fonti che abbiamo a Razzà e che alimentano le frazioni e la parte bassa del paese, senza creare problemi di sorta.
Quest’estate – ha continuato Biasi – è successo che nel periodo siccitoso, è scesa la falda e quindi la portata della fonte era al 10%, ma ciò non ha creato particolari problemi, perché nel frattempo siamo riusciti ad ovviare con il pozzo nuovo in contrada Oliveto, che ci ha consentito di supplire alla carenza di acqua. Tutto stava andando bene finché durante l’ultimo violento temporale un fulmine non ha colpito il trasformatore di questo pozzo nuovo e anche se in 3 giorni abbiamo risolto il problema, per l’elevato flusso di acqua piovana che si è immessa nella sorgente, si sono verificati i problemi dell’acqua torbida».
Detto questo, il sindaco ha spiegato che ciò succede quando «la pioggia si mescola e implementa Vitarito, che essendo una sorgente naturale, si alimenta anche dell’acqua piovana. In questo frangente però, essendo la sorgente molto scarna, per via della siccità di cui ha sofferto questa estate, ha accolto quella bomba d’acqua e, non avendo fatto in tempo a seguire il processo naturale che hanno le acque di filtrarsi come avviene di solito, c’è stata un’invasone di acqua piovana nella sorgente che si è mescolata alla terra e alla sabbia depositate, e per questo dai rubinetti sgorgava torbida».
«Nessun pericolo, l’acqua è sempre controllata»
Il sindaco Biasi ha quindi rassicurato sul fatto che «nonostante questo, abbiamo sempre mantenuto la clorazione dell’acqua e di conseguenza i cittadini non hanno corso nessun pericolo». Al fine di scongiurare altri problemi di questo tipo, il primo cittadino ha parlato dell’intenzione di ricorrere all’acquedotto ex Casmez, «che se si riempisse di acqua si potrebbe stare senza pensieri per almeno 5 giorni, ma è chiaro che con un pozzo solo la cosa non è fattibile. Servirebbe una batteria di pozzi, ed è per questo che stiamo già scavando per un secondo pozzo, mentre un terzo forse riusciamo a recuperarlo tra quelli che avevo fatto io durante il mio penultimo mandato. Con 3 pozzi riusciremmo a immagazzinare tutta l’acqua di cui abbiamo bisogno. Una volta in cui quest’acqua fosse immagazzinata all’interno di questo acquedotto, nel momento in cui ipoteticamente si dovesse ripresentare il problema di dover chiudere la condotta, continueremmo ad avere acqua».
Il sindaco ha così annunciato l’avvio dei lavori al secondo pozzo entro qualche giorno, sostenendo che «nel momento in cui si porterà a compimento il lavoro, così come abbiamo portato il primo, con una portata di 1500 litri al minuto, immettendo l’acqua nel serbatoio ex Casmez che ha una capacità notevole, il problema della carenza non dico che lo risolveremo per sempre, ma quanto meno eviteremo molti problemi».
La questione potabilità
Altra questione cruciale è quella della potabilità dell’acqua. «Il problema – ha affermato Biasi – è dettato da una legislazione farlocca e ferraginosa, perché nel momento in cui si ha una nuova fonte idrica, come in questo caso, secondo i dettami, piuttosto che immettere l’acqua immediatamente si dovrebbe tenere il pozzo fermo un anno – ma sappiamo che i pozzi fermi non possono stare – oppure tenerlo aperto e buttare l’acqua fuori dalle condotte per spurgarlo. Inoltre, non si può dichiarare l’acqua potabile fintanto che non c’è la potabilità di tutte le sorgenti idriche, che bisogna effettuare in 4 stagioni. Fino a che non si completa questo ciclo quindi, l’acqua non può essere dichiarata potabile. Succede così che, se noi andremo via via ad aggiungere altre sorgenti idriche, quando questo pozzo andrà verso la potabilità, il pozzo dovrà attendere ancora un altro anno per raggiungere la potabilità e così via.
Dalle analisi che effettuiamo a cadenza settimanale – ha tranquillizzato il sindaco – l’acqua è nei parametri, quindi di fatto è potabile, anche se non si può dichiarare ufficialmente. Pertanto, la polemica sollevata dall’opposizione, con tutto il rispetto per i consiglieri di minoranza, si è voluta fare. I cittadini possono stare tranquilli, anche perché la clorazione viene sempre effettuata e anche nel periodo in cui l’acqua sgorgava torbida, era comunque disinfettata».
- Tags
- acqua