venerdì,Marzo 29 2024

Accoglienza ai migranti, Zito: «Estendere il modello ucraino anche a siriani e afgani»

Il sindaco di Roccella ospite di un incontro pubblico a Roma: «Creare corridoi per farli entrare in modo legittimo. Trattenerli significa investire nel nostro futuro»

Accoglienza ai migranti, Zito: «Estendere il modello ucraino anche a siriani e afgani»

«E’ necessario estendere il modello di accoglienza di profughi ucraini a anche siriani e afgani, nonchè a tutti quelli che provengono da scenari di guerra accertati, senza la trafila per capire se hanno o no diritto di asilo».

Così il sindaco di Roccella Vittorio Zito, ospite a Roma dell’incontro sul tema “Il Mar Mediterraneo: dalla visione di La Pira all’odierno soccorso in mare” organizzato dal Propeller Club Port. Un’occasione di riflessione e confronto con autorevoli relatori su un tema di stretta attualità, alla luce soprattutto della tragedia consumata sulla spiaggia di Steccato di Cutro.

«I migranti che arrivano dalla rotta turca – ha sottolineato il primo cittadino roccellese – sono stati soggetti ad uno sradicamento forzato per le guerre in Siria e Afghanistan, così come è accaduto in Ucraina. Non solo, si viene sradicati forzatamente per sfuggire alle persecuzioni ideologiche e per sfuggire alla povertà estrema. Non hanno alternative, devono decidere se forse morire o morire. La prima cosa su cui impegnarsi è quella di distinguere le categorie di migranti».

I migranti economici

Esistono infatti per Vittorio Zito i cosiddetti «Migranti economici. L’80% proviene da Stati in cui abbiamo regolari ambasciate, con rapporti diplomatici in corso, attraverso i quali sarebbe opportuno creare corridoi per farli entrare in modo legittimo. Non c’è posto per tutti? Dovremmo abituarci ad una società multietnica». Quindi un passaggio sul soccorso in mare, finito al centro delle polemiche dopo il naufragio nel crotonese. «Il soccorso in mare è inevitabile – ha rimarcato Zito – inutile ragionare.

Le spese per i soccorsi

E’ un’attività che compete all’Italia per ragioni geografiche e non politiche. Il problema riguarda quello che accade dopo, poco attenzionato perché non normato. In un anno a Roccella il Comune ha speso 500 mila euro per i soccorsi, ma un Comune come il nostro non può sopportare questa spesa. Servono strumenti adeguati per realizzare task force governative». Infine una riflessione: «Tutti i migranti che sbarcano a Roccella vanno via verso altri paesi di Europa. A me questo ferisce perché pensano che in Italia non ci sia futuro per i propri figli. La loro paura è la nostra paura. Trattenerli significa investire nel nostro futuro. Il sistema di accoglienza va riformato e rinnovato nel nostro interesse» ha concluso il primo cittadino roccellese.

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