venerdì,Marzo 29 2024

Autonomia differenziata, il Pd di Locri: «Occhiuto rifletta su quello che è l’interesse dei calabresi»

Il circolo dem avverte: «L'antico sogno di una secessione delle regioni ricche comincia a materializzarsi»

Autonomia differenziata, il Pd di Locri: «Occhiuto rifletta su quello che è l’interesse dei calabresi»

La Conferenza Unificata Regioni-Autonomie locali ha dato il via libera al disegno di legge di attuazione dell’autonomia differenziata, accelerando su un processo di riforma che, prima di tutto, dovrebbe garantire diritti primari, universali ed essenziali in modo uniforme a tutti i cittadini italiani. Hanno votato a favore i Governatori delle regioni a guida centro-destra, compreso il Governatore Occhiuto della Calabria.

Voto contrario è stato espresso dai Governatori di Campania, Puglia, Emilia – Romagna e Toscana, tutti di centro-sinistra, mentre eccezioni di metodo e di merito sono state sollevate dall’ ANCI, in rappresentanza degli ottomila sindaci di appartenenza politica molto articolata.

«L’antico sogno di una secessione delle regioni ricche del Nord – in primis Lombardia e Veneto – dal Sud del Paese, comincia a materializzarsi, smantellando definitivamente, nelle aree più deboli, il carattere universale di alcuni diritti fondamentali come ad esempio la sanità, la scuola, i servizi socio-sanitari, i trasporti, ecc.» si legge in una nota del circolo Pd di Locri.    

«Gli ultimi dati ISTAT – pubblicati a gennaio 2023 – ci dicono che, oggi, i divari territoriali tra le Regioni sono rilevanti e persistenti. Da oltre un ventennio, il “PIL pro-capite” nel Mezzogiorno è di circa 18 mila euro contro i 33 mila nel Centro-Nord, pari a circa il 55-58%; la Calabria è il fanalino di coda con un PIL pro-capite corrispondente al 39 % rispetto a quello del Trentino Alto-Adige. La spesa sociale dei Comuni è molta diversa a seconda dei territori».

«Due terzi dei bambini (0-3 anni) nel Mezzogiorno vive in contesti con livelli di offerta di asili nido inferiori agli standard nazionali e il 17,8% in zone con una dotazione molto bassa o nulla (5,3% nel Centro-Nord). Ancora più pesante è la situazione della Sanità; la Calabria, dal monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) effettuato dal Ministero della Salute, non supera neanche una delle macro aree del sistema di valutazione».

«La situazione è peggiore rispetto a qualsiasi altra regione: per il 2020, con una soglia minima di adempienza di 60, la Calabria ha ottenuto 32,73 punti in Prevenzione, 48,18 per l’area Distrettuale e 48,44 per l’Ospedaliera. I dati della mobilità sanitaria confermano la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, con una persistente e diffusa “emigrazione sanitaria”».

«La condizione lavorativa vede fortemente penalizzati i giovani meridionali, con tassi di occupazione giovanile molto inferiori alla media, con una preoccupante emigrazione verso le regioni più ricche del Paese ed anche verso l’Estero. Il Mezzogiorno presenta una dotazione di infrastrutture di trasporto visibilmente inferiore alle altre ripartizioni. La densità della rete ferroviaria è nettamente più bassa, soprattutto nell’alta velocità (0,15 Km ogni 100 Km2 di superficie; 0,8 al Nord; 0,56 al Centro). Nell’ultimo ventennio il processo di digitalizzazione è stato molto rapido, ma il Mezzogiorno non ha ancora recuperato il gap di partenza: il 60% circa dei residenti ha opportunità ridotte di accesso alla Banda ultra-larga, e circa 1 su 5 (17,3%) vive in contesti molto distanti da questo standard (4,2% nel Centro-Nord)».

«Senza una logica perequativa in grado di colmare, prima di tutto, il gap infrastrutturale, economico e di sviluppo tra Nord e Sud del Paese, il progetto del Governo risulta molto azzardato e c’è il rischio concreto che i divari tra i diversi territori continuino ad aumentare ancora di più. Il disegno di legge sull’autonomia differenziata prevede che l’unitarietà dei servizi sul territorio nazionale sia garantita attraverso i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni».

In alcuni ambiti, questi esistono già. È il caso dei LEA, i livelli essenziali di assistenza in Sanità. Eppure, in Calabria, i LEA esistono solo sulla carta, ed i calabresi sono costretti ad emigrare verso le regioni del centro-nord per trovare risposte adeguate ai bisogni di salute. Già oggi, la capacità attrattiva delle regioni del centro-nord non riguarda solo la sanità.

«Si emigra dalla Calabria, ieri come oggi, per trovare lavoro ed il fenomeno riguarda soprattutto i nostri giovani diplomati o laureati; si emigra per andare a studiare presso Università meglio organizzate o che offrono maggiori opportunità di formazione. In Calabria, che ha un forte deficit pregresso, le risorse servono in gran parte a coprire le spese del passato e così diventa difficile migliorare i servizi».

«Il tema, dunque, non è tanto il riparto dei fondi che verrà attuato con l’autonomia differenziata, quanto quello di cosa fare prima per colmare i gap esistenti. Rifletta il Governatore Occhiuto su quello che è l’interesse dei calabresi. Metta da parte la mera convenienza politica e pretenda dal Governo centrale, prima di tutto, gli investimenti utili a colmare questo gap, nell’interesse esclusivo dei calabresi che lo hanno votato».

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