Idrocarburi sequestrati, Ranuccio: «Lo sviluppo della Piana deve passare dalla cura del territorio»
Il sindaco di Palmi invita ad aprire un dibattito pubblico per rimettere al centro dell’agenda politica l’ambiente
L’operazione congiunta di Guardia di finanza e Capitaneria di porto, che ha portato al sequestro, a Gioia Tauro, di 87.000 litri di liquidi contaminati da miscele di idrocarburi, all’interno del depuratore, ha generato una collettiva indignazione tra i cittadini della Piana, tra i quali il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio. Attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il primo cittadino ha sottolineato la necessità di avviare un dibattito politico, atto a mettere in campo azioni mirate, affinché episodi del genere, che deturpano la bellezza dei luoghi, non si verifichino più.
«Da decenni – scrive Ranuccio – le nostre comunità convivono con straordinarie risorse naturali e gli atti scellerati di chi, in barba a ogni sentimento collettivo, inquina e deturpa l’ambiente. L’ultimo caso è quello degli 87mila litri idrocarburi sversati nelle fognature e non finiti in mare solo grazie alla meritoria opera della Guardia di finanza e della Procura della Repubblica di Palmi. Questo ultimo episodio, così come tanti altri più e meno gravi avvenuti in questi anni, deve farci riflettere e ravvivare un dibattito politico che su questo tema pare sempre troppo sottotraccia, magari piegato agli interessi economici».
Per il primo cittadino di Palmi, «non si può parlare di sviluppo turistico e culturale, né di prospettive di crescita, se all’interno delle nostre comunità, la politica non è in grado di coltivare il senso del bello e della cura del territorio. In un contesto come quello della Piana, troppo spesso salito agli onori della cronaca per la criminalità organizzata o per l’assenza totale di sanità, dobbiamo fare i conti anche con il dissesto idrogeologico e con la minaccia di un rigassificatore concepito a Roma, avallato a Catanzaro e da realizzarsi, guarda caso, nell’ultimo lembo dimenticato di Calabria. Servono azioni incisive, culturali e strutturali, per ribadire ancora una volta che il futuro della Piana deve passare necessariamente dalla cura del territorio».
Per Ranuccio, «un ambiente sano e salubre è il punto di partenza per uno sviluppo che sia sostenibile non solo a parole: è necessario che tutti insieme – istituzioni, politica, associazioni, comunità territoriali – si lavori ossessivamente per imprimere una svolta culturale non più rimandabile. Bisogna rimettere al centro dell’agenda politica l’ambiente, con un vero e proprio patto generazionale che responsabilizzi chi governa e tracci la strada per la classe dirigente del domani. Dimostriamo, finalmente, di meritare ciò che la natura ci ha donato».