giovedì,Dicembre 5 2024

Aggressione sindaco di Cittanova, amministratori uniti: «Siamo tutti Francesco Cosentino»

Ieri sera un Consiglio comunale aperto che ha visto molti primi cittadini della Piana e della Locride manifestare vicinanza al loro omologo. Fuori dal municipio il presunto responsabile

Aggressione sindaco di Cittanova, amministratori uniti: «Siamo tutti Francesco Cosentino»

«Siamo tutti Francesco Cosentino». È questo il grido unanime che si è sollevato ieri dall’aula consiliare del comune di Cittanova, nel corso del Consiglio comunale aperto, convocato dal presidente Anselmo La Delfa, per manifestare solidarietà al sindaco, aggredito nei giorni scorsi da un cittadino. Alla speciale seduta del civico consesso hanno partecipato molti sindaci della Piana e della Locride, ma anche l’ex sindaco Francesco Morano, che si sono schierati al fianco del sindaco Cosentino, rassicurandolo sul fatto che non verrà lasciato da solo.

Mentre all’interno dall’aula consiliare tutti erano stretti intorno a Francesco Cosentino, fuori dal municipio si aggirava il presunto responsabile dell’aggressione. Ad aprire la seduta, il presidente La Delfa, dando lettura del documento sottoscritto da tutti i consiglieri, dal quale è scaturita la convocazione del Consiglio comunale e successivamente gli attestati di solidarietà di chi non ha potuto prendere parte all’incontro: il senatore Nicola Irto, la presidente dell’Anci Calabria Rosaria Succurro – che ha annunciato l’introduzione a breve di uno strumento di tutela per i sindaci – il comune di San Ferdinando e il referente di Libera don Pino De Masi.

L’intervento di Toni Fera

La parola è poi passata al vicesindaco Antonino Fera, il quale in premessa ha sottolineato che «non attacchiamo o puntiamo il dito, ma condanniamo fermamente quanto successo», e poi si è appellato alla «sensibilità umana, la sola capace di capire il momento difficile che il sindaco sta attraversando. Nessuno può arrogarsi il diritto di attaccare una vita umana e per questo ci affidiamo con fiducia agli apparati dello Stato. Ora dobbiamo stare attenti a non far sprofondare la comunità nella sfiducia e nell’apatia. Non possiamo permetterci che si attivino dei focolai di odio, per questo l’appello che rivolgiamo è quello di non abbandonare chi guida una comunità».

Il messaggio di Alessandro Cannatà

Il consigliere di minoranza Giuseppe Dangeli ha poi letto il messaggio del capogruppo Alessandro Cannatà, che condannando quanto successo, bollandolo come un «fatto di una gravità inaudita», ha sottolineato che «bisogna adottare una strategia affinché non si ripeta», non mancando si sollevare qualche polemica su una mancata solidarietà nei suoi confronti allorquando ricopriva la carica di sindaco e sul fatto che suo tempo, se si fossero assecondate le richieste del cittadino, «si sarebbe evitato ciò che è successo».

La parola ai sindaci

Tra i sindaci intervenuti, il primo a parlare è stato Michele Conia, primo cittadino di Cinquefrondi, nonché presidente dell’Assemblea di “Città degli ulivi”. «Non si può accettare che un Consiglio comunale debba essere presidiato – ha esordito, facendo riferimento al massiccio schieramento di forze dell’ordine -. Democrazia e civiltà devono camminare di pari passo nel rispetto delle persone, se ciò non avviene, significa che qualcosa non sta funzionando».

«Noi amministratori non viviamo tempi belli – ha affermato il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio – ognuno di noi vive nel quotidiano in solitudine e tra mille difficoltà. Non conosco i particolari della vicenda, ma c’è qualcosa che ha creato una lacerazione. Se il problema è iniziato nel 2010, perché nessuno ha chiuso la partita? Se non può farlo Francesco Cosentino, non ci sono altri livelli istituzionali che possono chiuderla? Qualcuno prenda in mano la situazione e metta un punto fermo», il monito di Alessio, che ha continuato: «Negli ultimi anni si sta imbarbarendo il rapporto tra cittadini e istituzioni. C’è qualcosa che ci sta sfuggendo di mano e chi ci rimette è il tessuto democratico. Per questo bisogna creare le condizioni affinché la gente abbia rispetto per chi amministra la cosa pubblica».

L’augurio affinché si ritrovi la serenità e la tranquillità, è stato espresso dal sindaco di Molochio, nonché presidente del Comitato direttivo di Città degli ulivi, Marco Caruso, sostenendo che «non è bello andare alle elezioni tra qualche mese in un clima del genere».

«Le situazioni si trasformano e trasbordano gettando le comunità in situazioni come queste – ha affermato Roy Biasi, sindaco di Taurianova -. Alcuni soggetti si sentono liberi di provocare, attaccare e dileggiare gratuitamente. Sentendosi depositari della verità, si presentano con atteggiamenti di forza intimidatrice. Quotidianamente viviamo queste situazioni, pertanto è necessario che gli enti sovraordinati mettano un argine e tutelino i sindaci, che sono l’anello più debole della catena istituzionale. Bisogna investire in un cambio di mentalità attraverso la cultura, perché ancora persistono atteggiamenti mafiosi che facciamo fatica a scrollarci di dosso».

Tutela e garanzie da parte del Governo, è quanto invocato dal sindaco di Rizziconi, Alessandro Giovinazzo. «È giusto che i cittadini si lamentino – ha affermato – ma nei limiti del vivere civile e nel rispetto delle istituzioni. Invece diventiamo carne da macello, ci denigrano e ci calunniano, ma noi non ci meritiamo questo, per le rinunce che siamo costretti a fare».

Il sindaco di Scido, Giuseppe Zampogna, ha voluto sottolineare il valore di Francesco Cosentino: «Un uomo che si spende con passione e dedizione. Una persona e un politico eccezionale». «Cittanova ha lottato tanto per essere riconosciuta per la sua cultura e con questi episodi torniamo indietro nel tempo – ha invece affermato il vicesindaco di Santa Cristina d’Aspromonte, Francesca Alessio -. Non sono ammissibili gesti di questo genere a prescindere dalla verità. Chi ricorre alla violenza è un ignorante».

«La Calabria si piazza al secondo posto per il maggior numero di amministrazioni che subiscono atti intimidatori. E ciò è frutto non solo di subcultura, ma anche di tensione e crisi sociale – ha sostenuto Mariateresa Fragomeni, sindaco di Siderno -. Ogni responsabilità e difficoltà viene addebitata alla politica. Il problema però, nasce quando un cittadino pensa di poter ricorrere alla violenza per aver ragione. In questi casi, anche i social fanno la loro parte, in quanto è proprio lì che si cela l’inneggiamento all’odio. Facciamo quindi fronte comune per far capire che noi siamo dalla parte della ragione».

Per il sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, «tutti possono manifestare le proprie lamentele, ma non bisogna trascendere nella violenza. Purtroppo, siamo esposti a un giudizio di opportunità che mira a dire che siamo tutti uguali. Nonostante tutto, credo valga la pena fare il sindaco, per la soddisfazione che si prova quando riusciamo a risolvere un problema ai nostri concittadini. È per loro che combattiamo ogni giorno».

Le conclusioni di Cosentino

È stato proprio il sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino, a chiudere la seduta del Consiglio comunale aperto. Ringraziando quanti gli sono stati vicini, rivolgendosi ai presenti ha precisato che «nella vostra preziosa partecipazione colgo non solo un motivo di conforto personale ma anche e soprattutto un segnale importante di vicinanza alla civica istituzione locale che, attraverso la mia persona, si è tentato di colpire. Oggi c’è un nuovo modo per intimidire che è quello di minacciare la gogna sui social network, ed è quello che è accaduto a me.

Offese gratuite e reiterate, continue aggressioni verbali, volgarità e velate minacce dirette all’amministratore e spesso anche ai suoi familiari: una gogna mediatica che integra una forma di violenza vera e propria e che diventa oggettivamente intollerabile quando a essa si aggiunge – come nel mio caso – il pedinamento, le irruzioni nella Casa comunale, lo stazionamento permanente dietro la porta dell’Ufficio con le immancabili riprese video, il disturbo alla serenità degli Uffici comunali, gli sproloqui irriguardosi e offensivi in ogni sede e in ogni manifestazione pubblica e che oltrepassa ogni lecito limite quando si trasforma in vera e propria violenza fisica.

Non è possibile – ha continuato il sindaco – che una pubblica amministrazione resti ostaggio del comportamento violento di una persona. Sulle persone che hanno provato a censurare il comportamento di questo personaggio è arrivata puntualmente la consueta clava dell’aggressione verbale e della denigrazione. Anche in questi giorni chiunque ha stigmatizzato l’aggressione che ho subito o mi ha espresso la sua solidarietà, finanche i sanitari che mi hanno prestato soccorso, sono stati fatto segno di volgari sproloqui, di commenti denigratori, di inqualificabili insinuazioni, di ventilate denunce, sia che si trattasse di semplici cittadini, sia che si trattasse di amministratori locali, di rappresentati dello Stato, di operatori dell’informazione.

Attenzione a dire che questa persona non è lucida: è lucida, è lucidissima. Egli agisce – senza neppure avere una legittimazione giuridica a rappresentare la Cooperativa nel cui interesse dichiara di agire – con il preciso scopo di conseguire un tornaconto personale e familiare. L’obiettivo che non si fa pudore di nascondere è quello di non versare al Comune il corrispettivo dell’affitto per circa 100 ettari di terreno comunale. Un modesto canone che è stato stabilito con sentenza dal Tribunale di Palmi all’esito di un giudizio civile nel quale la Cooperativa, che egli asserisce di rappresentare, avrebbe potuto e dovuto fare valere le sue eventuali pretese, così come avrebbe potuto impugnare la sentenza se avesse ritenuto erronea o ingiusta la decisione del Tribunale. Invece egli pretende che i funzionari comunali e l’amministrazione si pieghino ai suoi personalissimi interessi. Le conseguenze di tale rifiuto da parte degli Uffici e dell’Amministrazione comunale sono sotto gli occhi di tutti! La situazione non è più sostenibile – ha concluso – e per questo si invoca un intervento deciso delle preposte Autorità pubbliche».

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