sabato,Dicembre 14 2024

Case popolari occupate abusivamente a Polistena, Tripodi: «Pisano mistifica la realtà»

Il sindaco risponde alle accuse del consigliere di minoranza: «Per denigrarmi ha manomesso persino il testo della mia risposta a una sua interrogazione»

Case popolari occupate abusivamente a Polistena, Tripodi: «Pisano mistifica la realtà»

Il blitz dei carabinieri che ieri mattina ha permesso di scoprire l’occupazione abusiva di diversi alloggi residenziali pubblici a Polistena, con la conseguente denuncia di 52 persone, è stato il pretesto per il consigliere di minoranza Francesco Pisano, di puntare ancora una volta il dito contro il sindaco Michele Tripodi, accusandolo apertamente di aver fatto finta di non sapere, sostenendo che lo stesso abbia «speculato politicamente sulla vicenda volgendo lo sguardo da un’altra parte e quindi tollerando la situazione emersa». A sostegno delle sue accuse, il capogruppo di “Polistena futura”, ha pubblicato sulla pagina Facebook del gruppo, la risposta del primo cittadino all’interrogazione da lui presentata pochi giorni fa, proprio sugli alloggi popolari, sottolineando con un pennarello rosso, la parte in cui si legge: «Dalle verifiche effettuate al momento non risultano alloggi popolari del Comune occupati abusivamente».

Sottolineatura che invece, ad avviso del sindaco, è una manomissione del documento, per denigrarlo. Il sindaco, infatti, sostiene che la frase sottolineata in rosso, continuava con: «Sono in corso ulteriori verifiche sulla titolarità dell’assegnazione degli alloggi popolari non necessariamente di proprietà comunale da parte della Polizia municipale», ma nel documento pubblicato da Pisano, la frase risulta in parte illeggibile proprio per via di quella sottolineatura che la copre. Tripodi ha poi sottolineato che «il 30 aprile 2014, la mia Amministrazione, attraverso attività del Comando di Polizia municipale, ha trasmesso un rapporto completo all’Aterp sullo stato degli alloggi di propria competenza a cui ha fatto seguito una corrispondenza negli anni seguenti».

Raggiunto telefonicamente, il sindaco ha precisato che «sono accertamenti delle situazioni di fatto. È chiaro che noi non possiamo fare accertamenti patrimoniali, ad esempio, perché circa la permanenza dei requisiti ai sensi della legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica, sono accertamenti che deve fare l’Aterp in questo caso. Non possiamo farli noi, ma l’ente proprietario delle strutture. Per cui, noi ci siamo limitati a descrivere la situazione di fatto, ossia se erano occupati, chi c’era o se erano chiusi. Questo abbiamo fatto noi a quel tempo. Poi l’Aterp, successivamente, ha emesso pure qualche decreto di decadenza sulla base delle nostre segnalazioni. Decreto di decadenza che in alcuni casi è stato anche impugnato di fronte al Tar da parte di coloro i quali si sono sentiti danneggiati. Quindi, è un mare magnum questa cosa, non è che si riduce così o finisce così, anche perché in Calabria queste situazioni sono presenti un po’ dappertutto».

Detto ciò, Tripodi ha continuato dicendo che «l’Amministrazione comunale sostiene l’azione della magistratura e dei carabinieri, riservandosi di valutare un’azione di parte civile qualora il Comune possa essere individuato tra le parti offese – sottolineando che – buona parte dei 300 alloggi popolari presenti sul territorio di Polistena e realizzati tra gli anni ‘60, ‘70, ’80 e ‘90 sono di proprietà dell’Aterp e solo una parte residua, da qualche anno, è stata trasferita dall’Agenzia del demanio al Comune, che ne gestisce la parte amministrativa. A differenza di quanto affermato dal gruppo di opposizione, sempre intento a confezionare mascalzonate anche quando si parla di cose più serie e delicate come le politiche abitative, proprio nel periodo delle nostre Amministrazioni, sono state denunciate dal Comune alcune occupazioni abusive, e contestualmente sono state redatte le graduatorie degli aventi diritto con relativa assegnazione di alcuni alloggi comunali ristrutturati».

Il primo cittadino ha quindi evidenziato che «più recentemente si è proceduto ad avviare, limitatamente agli alloggi acquisiti dal Comune, dunque effettivamente amministrati dal Comune, le conseguenti procedure di regolarizzazione degli inquilini consentite dalla legge. Tutto ciò testimonia che le politiche abitative siano state attenzionate e considerate nel modo giusto».

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