Autonomia differenziata, Borghi a Siderno: «Si rischia di spaccare l’Italia»
Il capogruppo di Italia Viva al Senato nella Locride: «Serve chiarezza legislativa. Necessario modificare l’assetto costituzionale»
«Per come è stata scritta dal Governo e votata dal Senato l’autonomia differenziata rischia di dilatare solitudini, ingiustizie e divari, e di aumentare inefficienze, sperequazioni e costi della macchina pubblica». Così il capogruppo al Senato del partito di Italia Viva Enrico Borghi, ospite a Siderno di un incontro pubblico promosso dal coordinamento del partito fondato da Matteo Renzi nel 2019 guidato nella Locride da Anna Sofia nell’ambito di un progetto di ascolto avviato alla fine dello scorso anno e che proseguirà per tutto il 2024. «La nostra proposta – ha rimarcato il senatore renziano – è di modificare l’assetto costituzionale per consentire che ci siano competenze esclusive e non competenze concorrenti e stabilire un meccanismo attraverso il quale esista un fondo di solidarietà obbligatorio che non crei condizioni di sperequazione, in assenza di questa chiarezza legislativa il rischio è di spaccare il paese in tante repubbliche».
Presenti nel salone del consiglio comunale tanti amministratori regionali e locali, dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita al vicesindaco di Reggio Paolo Brunetti, passando per diversi renziani della prima ora come il consigliere comunale di Gerace e membro supplente del comitato esecutivo delle regioni Pino Varacalli, il capogruppo di minoranza di Siderno Domenico Sorace nonché il vescovo della diocesi di Locri Francesco Oliva.
La riflessione sull’autonomia differenziata è sempre al centro del dibattito politico nazionale a cui partecipa attivamente il partito di Italia Viva, che in varie sedi ha espresso perplessità sul disegno di legge Calderoli che rischia di penalizzare un Sud già in difficoltà. L’occasione dell’incontro sidernese, è stata utile per comprendere e proporre soluzioni migliorative alla mozione in corso di discussione in Parlamento. «Dobbiamo pensare a quelle che sono le 23 materie di legislazione concorrente su cui le regioni dovrebbero avere autonomia come ad esempio la previdenza, l’istruzione, la sanità, i rapporti con l’Europa – è l’analisi della segretaria regionale di Italia Viva Nunzia Paese – E’ impensabile che le regioni possano avere competenze esclusive in queste materie. E’ necessario, a nostro avviso, affidare con chiarezza delle potestà legislative su vari livelli di governo e una fiscalità esclusiva. Lì si misurerebbe l’autonomia e la responsabilità».
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