lunedì,Novembre 4 2024

Nel documento di “Città degli ulivi” anche la precarietà dei tirocinanti e il problema degli animali vaganti

Nove punti per altrettanti problemi con i quali giornalmente i comuni pianigiani devono fare i conti. Solidarietà agli agricoltori in protesta: «Scongiuriamo una crisi economica e sociale»

Nel documento di “Città degli ulivi” anche la precarietà dei tirocinanti e il problema degli animali vaganti

Un documento con nove punti, relativi ad altrettanti problemi che ogni giorno si trova ad affrontare la Piana di Gioia Tauro, è stato letto e consegnato questa mattina al prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, dai sindaci dell’associazione “Città degli ulivi”, nel corso dell’incontro tenutosi questa mattina nella sala consiliare del comune di Cinquefrondi.

Il documento dei sindaci: la sicurezza

La prima voce del documento riguarda la tutela delle istituzioni. «I sindaci – si legge nel documento – rappresentanti delle istituzioni che più di tutti sono prossimi ai cittadini, ricoprendo un ruolo fondamentale nella gestione delle comunità locali e agendo come primi intermediari tra i cittadini e le istituzioni statali, si trovano di fronte a un’epoca di mutamenti demografici ed economici. Le nuove e pressanti domande della cittadinanza, che spesso vanno oltre i poteri e le risorse a disposizione di un sindaco, li rendono spesso protagonisti indiscussi di attacchi diretti, perché chi vuole intimidire lo Stato sceglie il soggetto più vicino e quindi il sindaco. Negli ultimi tempi, infatti, si è assistito a un aumento delle minacce, delle intimidazioni e delle aggressioni nei confronti dei sindaci, che minano non solo la loro sicurezza personale, ma compromettono anche il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche. È pertanto fondamentale adottare misure concrete per garantire la protezione dei sindaci, senza dimenticare anche il personale sanitario».

Animali vaganti

Il secondo punto riguarda gli animali vaganti (vacche, cinghiali, cani) «che imperversano nelle campagne del reggino, con pesanti conseguenze per l’agricoltura e la sicurezza stradale. Occorre intervenire con determinazione, programmare interventi operativi mirati e compiere ogni sforzo per debellare in maniera definitiva tale fenomeno. Un utile punto di partenza può essere fornito dai provvedimenti adottati negli anni scorsi con l’istituzione di una task force che ha contrastato fermamente il fenomeno delle vacche sacre riducendolo notevolmente. Questa attività va ripresa eventualmente estendendola anche ai cinghiali. Va controllato anche il fenomeno del randagismo, poiché le ripercussioni che può avere sulla situazione sanitaria comunale e sull’incolumità pubblica lo pongono come una vera e propria emergenza sociale».

La sanità

Al terzo punto, i sindaci hanno indicato la sanità, che «vive una crisi ormai cronica che risulta ancora più evidente nelle aree interne, dove è molto difficile poter ricevere cure adeguate, in particolare in casi di emergenza. La chiusura o il depotenziamento di numerosi ospedali considerati inefficienti e insicuri non si sono tradotti in riqualificazione e riorganizzazione dell’offerta di servizi socio-sanitari sul territorio, determinando molteplici disfunzioni e traducendosi in tassi di emigrazione sanitaria ancora drammaticamente elevati. Come pure si sono aggrevate le condizioni di disparità delle aree interne, dove lo svantaggio nell’accesso alle cure e ai servizi socio-sanitari va oltre la già critica distanza chilometrica da ospedali, centri di primo soccorso, assistenza specialistica. Una distanza dilatata a causa della carente viabilità della rete stradale, che ostacola se non addirittura impedisce un immediato accesso all’ospedale più vicino».

Dissesto idrogeologico

Il dissesto idrogeologico è il quarto punto inserito nel documento. «In Calabria – si legge – il dissesto idrogeologico rappresenta un problema di notevole importanza sia per la conformazione geologica del nostro territorio che per carenza di interventi di prevenzione. Ad aggravare ulteriormente la situazione è l’azione dell’uomo. La densità della popolazione presente su aree a rischio idrogeologico, l’abusivismo edilizio, l’abbandono dei terreni montani, gli incendi, la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua aggravano il dissesto e mettono ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio calabrese. Altro problema di significativa importanza è quello relativo alle numerose esondazioni fluviali che richiedono la messa in sicurezza degli argini e degli alvei, che non vengono puliti a sufficienza, né i Comuni hanno i fondi necessari per farlo. Alla luce dei rischi per le vite umane e per i danni ingenti alle cose sarebbe auspicabile, quindi, una politica di previsione non più incentrata sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze, ma sull’individuazione delle condizioni di rischio e sull’adozione di interventi per la sua riduzione. Analogamente è necessario adottare opportuni rimedi preventivi in relazione al fenomeno degli incendi boschivi».

Tirocinanti

I sindaci hanno chiesto interventi anche per i tirocinanti in mobilita che «negli enti locali, sono impiegati con reiterate proroghe contrattuali a termine o altre forme di impiego precario. Una risorsa preziosa e irrinunciabile, perché hanno sopperito alle gravi carenze negli organici determinati dal blocco delle assunzioni. Improcrastinabile, dunque è divenuta la necessità di trovare una soluzione conclusiva alla loro vicenda lavorativa».

Fondi Pnrr e carenza di personale

Per i sindaci, «la mancanza negli uffici pubblici di personale o di impiegati qualificati, potrebbe mettere a repentaglio l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato con risorse che l’Europa eroga a rate e solo in presenza del raggiungimento periodico di determinati obiettivi. Questa modalità di finanziamento crea notevoli difficoltà agli uffici finanziari dell’Ente che non possiedono gli strumenti necessari per far fronte alle spese ricorrendo ad anticipazioni, con il rischio fondato che si verifichi la revoca del finanziamento per mancato rispetto delle tempistiche previste».

Beni confiscati

Anche quello dei beni confiscati, è «un problema comune a quasi tutti gli Enti. L’assegnazione di immobili e terreni, sottratti alle organizzazioni mafiose, e la conseguente acquisizione al patrimonio comunale, non costituisce un elemento sufficiente a garantire una loro adeguata utilizzazione. Le criticità si riscontrano fin da subito in termini di manutenzione delle strutture acquisite, ma soprattutto si rivela quasi impossibile procedere all’assegnazione delle stesse. Anche in presenza di procedure ad evidenza pubblica spesso non si riesce a individuare una realtà associativa o un Ente disponibile a concorrere all’assegnazione, probabilmente per la mancanza di strumenti di tutela. Inoltre, risulta difficile reperire, nei bilanci comunali, le risorse necessarie per garantire gli interventi di manutenzione».

Migranti

Preoccupante è anche il fenomeno dei migranti. «Nella Piana – viene spiegato nel documento – oltre alle annose questioni legate agli alloggi e alla collocazione lavorativa dei migranti, si segnala la criticità legata alla mobilità di queste persone nell’ambito territoriale. Una problematica strettamente connessa a quella del caporalato che, tuttavia, necessita di attenzione per tentare di offrire condizioni di vita più dignitose anche dal punto di vista dei trasporti. Gli interventi sporadici attuati dagli Enti, in sinergia con realtà associative del terzo settore, non sono sufficienti a risolvere il problema».

Solidarietà e sostegno agli agricoltori

Infine, i sindaci hanno voluto esprimere piena solidarietà agli agricoltori, la cui «protesta chiede di prestare adeguata attenzione in quanto il comparto agricolo riveste una notevole importanza per l’economia nazionale. Va quindi scongiurato il rischio che le ricadute possano produrre una grave crisi economica e sociale, soprattutto in un territorio che vanta un’antica vocazione agricola».

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