Piste ciclabili, Falcomatà prova a fare chiarezza: «L’errore è evidente ma non si devono confondere due progetti diversi»
Il sindaco risponde alle critiche delle opposizioni in Consiglio comunale e si domanda: «Siamo tutti dalla stessa parte o speriamo che qualcosa non vada per il verso giusto?»
Quando il sindaco Giuseppe Falcomatà prende la parola, il primo pensiero è stato rivolto all’anniversario della tragedia di Steccato di Cutro: «Che cosa è cambiato da allora e quali sono stati gli effetti del Decreto Cutro? È normale e legittimo che si debba pagare per non essere trattenuti alle frontiere?». Una serie di domande che per il sindaco trovano risposta nell’ultimo rapporto della Caritas.
Poi l’obiettivo delle critiche del primo cittadino diventano i filtri posti alla base dei fondi di sviluppo e coesione, appena incamerati dalla Regione Calabria, che «verranno inseriti all’interno di una strategia della nazione. Il che rappresenta un primo filtro: cioè se alcune iniziative non rientrano in quella strategia verranno bocciate. Poi c’è un secondo filtro, della Regione. Ma poi, questi progetti, se hanno anche un minimo di ritardo vengono commissariati con il ritiro dei fondi. Senza dimenticare che 100 milioni di quelle risorse sono già stati destinati al Ponte sullo Stretto».
Tutte le attenzioni però sono rivolte alle piste ciclabili. Il sindaco si appella alla volontà, comune, di risolvere i problemi: «Abbiamo un dovere, quello di fare chiarezza non di aumentare la confusione che c’è nei cittadini e nell’opinione pubblica. Perchè intanto si tratta di due progetti diversi, ciclovia e bike lane, di due Rup diversi, e di fondi diversi. Non si possono e non si devono confondere progetti diversi che hanno obiettivi diversi. Le bike lane sono solo un utilizzo promiscuo, quindi condiviso, delle corsie stradali. Il che significa che non si tratta di corsie esclusive».
Esiste, certo, una responsabilità politica, ma non solo della giunta – è il ragionamento di Falcomatà: «il dovere di vigilanza degli atti avviene prima che si arrivi in Commissione» dice rivolgendosi alle opposizioni. Sul piano tecnico, poi, «è evidente che c’è un errore al quale si sta ponendo rimedio, sia nel verificare le responsabilità civili, penali compreso il danno d’immagine alla città, ma siamo tutti dalla stessa parte o speriamo che qualcosa non vada per continuare ad attaccare il sindaco?», si domanda retoricamente Falcomatà. «Ci siamo già da tempo dotati degli strumenti per la mobilità sostenibile, in attesa della Vas rilasciata dalla Regione – ha quindi concluso Falcomatà – ed adesso assorbito nel Piano della mobilità sostenibile della Città Metropolitana».