Marina di Gioiosa, respinta la mozione di sfiducia al sindaco che non c’è: scontro tra maggioranza e opposizione
Il primo cittadino non più alla guida del Comune per impedimento temporaneo. La minoranza: «Manca agibilità democratica»
Il Consiglio comunale di Marina di Gioiosa Jonica ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Geppo Femia, non più alla guida del Comune per impedimento temporaneo come da lui stesso annunciato 24 ore prima adducendo «motivi personali e riservati». La mozione è stata proposta dal gruppo di minoranza che nelle scorse settimane aveva denunciano «Una situazione insostenibile tra il primo cittadino, i dipendenti comunali e quasi tutti i responsabili di area del Comune».
I lavori della seduta si sono svolti in un clima surreale per via dell’assenza in aula del primo cittadino. «Perché il sindaco non è qui? – si è chiesto il consigliere di opposizione Misserianni – sarebbe stato un atto dovuto la sua presenza. Questa amministrazione è stata carente dal primo giorno, anche verso le nostre proposte. Il rispetto che ho sempre avuto verso il sindaco non è mai stato ricambiato». Tra i firmatari della mozione anche Giuseppe Belcastro, secondo cui «È troppo forte la frattura tra questa amministrazione e la comunità, una cosa mai vista negli ultimi 33 anni» e Giancarlo Gennaro, il più duro tra i suoi colleghi di minoranza. «In questi ultimi mesi agibilità democratica non c’è stata, tra aggressioni verbali e minacce – ha tuonato – Curioso che il sindaco si sia preso una pausa proprio adesso».
Come previsto dalla legge le funzioni del sindaco saranno assunte dal vice primo cittadino Vincenzo Tavernese. «La mozione non colpisce un singolo esponente dell’amministrazione ma la decadenza della stessa – ha dichiarato – con chiari riflessi politici. Le vicende odierne sono state già oggetto di discussioni e sono agli atti. E ritengo abnorme la decisione di pensare che la soluzione sia far uscire dalla carica questo consiglio comunale. Non facciamoci travolgere dalle differenze e favoriamo la crescita di Marina di Gioiosa».
A rivendicare il lavoro svolto dell’amministrazione è stato il capogruppo Valentina Femia. «Che colpe abbiamo? Quelle di essere stati presenti – ha evidenziato – Non abbiamo preso in giro gli elettori, rispettando il programma di questa compagine che la comunità ha scelto. La nostra bussola era di alzare l’asticella di questo paese. E l’infrastruttura migliore mai realizzata è stata quella che non si vede, quella sociale. Se non ci fosse stato un clima sereno negli uffici tante cose non si sarebbero potute portare a termine. Avverto dei rigurgiti personali che nascono da quanto questa amministrazione sta facendo. Ci volete mandare a casa? Assumetevi la responsabilità».
Pur ammettendo «alcuni errori ed ingenuità da parte del sindaco» a dichiararsi contrario alla mozione di sfiducia si è detto anche l’assessore Giuseppe Coluccio: «Marina di Gioiosa sta vivendo un periodo molto positivo, grazie anche ad un diffuso tessuto associazionistico – ha osservato – I lavori pubblici, per un totale di 17 milioni di euro di finanziamenti, sono tutt’altro che fermi. E i tempi di realizzazione su quelli finanziati dal Pnrr non li dettiamo noi».
Sulla stessa linea anche il presidente del civico consesso Daniele Albanese: «Sono stato il maggiore oppositore del sindaco e una sua spina nel fianco – ha detto – Non condividendo il suo modo di affrontare i problemi per via del suo carattere particolare. Ma ho apprezzato il suo senso di responsabilità. Nella bilancia costi-benefici cosa significherebbe una sfiducia oggi? Scioglimento e arrivo di un commissario che non conosce la realtà e la comunità, con la democrazia che si interrompe. Chi dice che questo paese non stia crescendo mente sapendo di mentire».