Ponte sullo Stretto, il progetto slitta al 2025 e il Pd incalza: «Uno spezzatino»
La notizia è emersa durante l'ultima riunione di esperti della Commissione Ponte

Il progetto esecutivo del ponte sullo Stretto non potrà essere redatto prima della fine del prossimo anno e quindi subirà un ritardo di circa due anni. La conferma a sorpresa in merito alle tempistiche è arrivata nelle scorse ore in Commissione ponte a palazzo Zanca da parte dell’ingegnere Valerio Mele, direttore tecnico del progetto.
Di fatto, una dilatazione temporale notevole rispetto alle date fornite in campagna elettorale da parte del vicepremier Matteo Salvini, che aveva ipotizzato l’inizio dei cantieri già nel corso dell’estate 2024.
«La notizia e’ che il Ponte sullo Stretto – il progetto più studiato, completo, bello e sicuro del mondo, a detta del Ministro Salvini – rientra, invece, tra le “materie critiche” oggetto dell’ennesimo “urgente” decreto legge all’esame del Consiglio dei Ministri (anche se in questo caso non si tratta di “materie prime”). Si va avanti per “leggine” omnibus, quindi, nel tentativo di aggirare le enormi criticità emerse con provvedimenti in cui c’e’ dentro di tutto, dai giacimenti minerari al Ponte, appunto». Lo ha detto il segretario del Pd villese Enzo Musolino.
Innanzitutto, per quanto riguarda il cantiere sullo Stretto, si elimina il termine del 31 luglio prossimo per l’approvazione del progetto esecutivo – siamo infatti ancora alle prese con le correzioni sostanziali al “progetto definitivo” – e si decide di fare uno “spezzatino” dell’Opera: il piano potrà essere approvato parte per parte, sulla scorta anche di atti aggiuntivi alla concessione originaria, con l’effetto potenziale di realizzare tanti piccoli o medi “ecomostri” senza che il quadro generale sia definito, senza che si abbiano certezze sulla realizzabilità della Grande Opera.
Tanti appalti, tanti cantieri, tanti interventi, tante opere slegate, preliminari e complementari; tante “incompiute” all’orizzonte, come l’orrenda intubata di Cannitello, il primo “ecomostro” targato Ponte che e’ il retaggio berlusconiano sul Lungomare di Villa San Giovanni. Ed ancora, i cantieri non sono ancora aperti e già si lavora, con il decreto in esame, per “aggiornare i prezzi”, per conservare l’equilibrio contrattuale con l’appaltatore WeBuild, il Consorzio a favore del quale – per esplicita presa di posizione dell’ANAC – l’iter messo in campo dal Ministro Salvini sta assicurando troppi vantaggi, senza alcun obbligo. Questo decreto avrà quindi un impatto diretto sul territorio, le opere “per stralci funzionali” comporteranno l’intervento a vario titolo, si spera non come mero spettatore, anche dell’Ente Comunale villese.
Ente che ha già chiesto senza fortuna al Ministero delle Infrastrutture di sospendere al momento la conferenza dei servizi in corso mentre, come e’ evidente, l’accelerazione continua la sua strada come se nulla fosse, come se le Comunità non contassero nulla. Non sarebbe l’ora di una presa di posizione politica di tutto il Consiglio Comunale contro questa “fretta” ingiustificata?Cosa si attende ancora? La “prima pietra” posta nottetempo?».