martedì,Marzo 25 2025

Autonomia, legge promulgata ma cresce il fronte del “no”

Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella firma il provvedimento si ingrossano le fila dei sindaci che rispondono all’appello “UnasolaItalia”

Autonomia, legge promulgata ma cresce il fronte del “no”

Dopo appena sei giorni dalla sua approvazione alla Camera, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge sull’Autonomia differenziata, mettendo a tacere tutte quelle voci che avrebbero voluto una dilatazione dei tempi e un esame più approfondito da parte del Colle che invece ha rispettato i tempi ordinari.

«Se il 19 giugno è passato alla storia per essere la data dell’approvazione dell’Autonomia, il 26 giugno è sicuramente una data storica nel quale il presidente Mattarella ha promulgato la legge dell’Autonomia»: è il commento a caldo di un entusiasta Luca Zaia, presidente della Regione Veneto.

D’altra parte con la pubblicazione in gazzetta ufficiale il provvedimento diventerà a tutti gli effetti una legge dello stato e ciò permetterà al ministro Calderoli di ripartire con le trattative con le Regioni rispetto alla devoluzione delle materie previste dalla Costituzione. Allo stesso tempo ciò permetterà anche l’avvio delle procedure per chi ha in mente di promuovere un referendum ad hoc con la raccolta di almeno 500mila firme o ipotizzando un intervento diretto delle Regioni governate dal centrosinistra con Emilia Romagna in testa.

Ipotesi che giungono nel mentre il dibattito pubblico sulla Riforma in Calabria si arricchisce di commenti fortemente critici e mentre si allarga il fronte dei sindaci che aderiscono all’appello “UnasolaItalia” rivolto al presidente della Regione e al presidente del Consiglio regionale perché impugni davanti alla Corte costituzionale la legge Calderoli, rilanciata dal primo cittadino di Catanzaro Nicola Fiorita che sottolinea come ad appena 48 ore dal lancio dell’iniziativa, i sindaci firmatari rappresentino ad occhio e croce 800-900 mila cittadini, vale a dire la metà della popolazione calabrese.

All’appello ha aderito anche Libera Calabria che lo considera «Un atto di responsabilità che vede uniti tanti sindaci calabresi preoccupati degli effetti devastanti che l’entrata in vigore di tale legge possa determinare sull’erogazione dei servizi da parte degli enti più vicini ai bisogni, e quindi dei Comuni». Per l’associazione presieduta da don Luigi Ciotti si tratta di un progetto insostenibile, come definito dai vescovi calabresi, che, se realizzato, darà forma istituzionale agli egoismi territoriali della parte più ricca del Paese, amplificando e cristallizzando i divari territoriali già esistenti.

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