giovedì,Aprile 17 2025

Melito al bivio, dopo le dimissioni del Sindaco la crisi politica corre sul filo del rasoio

Oggi alle 11 il consiglio comunale in seconda convocazione: ieri è mancato il numero legale. Subito dopo attesa la resa dei conti: altri sei consiglieri pronti alle dimissioni

Melito al bivio, dopo le dimissioni del Sindaco la crisi politica corre sul filo del rasoio

Le dimissioni del Sindaco Salvatore Orlando sono un po’ delle “dimissioni aperte”. Aperte ad un dialogo che via via, nei mesi, si è fatto sempre più difficile ed a tratti impossibile. Melito Porto Salvo, politicamente, sta affrontando una crisi nera in un momento decisamente delicato per le tante sfide e le diverse emergenze che la Calabria intera sta vivendo in queste ultime settimane.

Ieri, la seduta in prima convocazione del Consiglio Comunale non si è tenuta per mancanza del numero legale. Oggi la seconda chiamata. «Sarò presente alle undici – ci spiega Orlando – per approvare atti importanti, come l’assestamento degli equilibri di bilancio». Il sindaco, nonostante le dimissioni, si dà il tempo e lo dà a chi vuole staccare la spina all’amministrazione in carica, per riflettere. «Le dimissioni saranno irrevocabili, ma entro i venti giorni previsti dalla legge posso ritirarle, il che lascia aperto uno spazio per il dialogo. Non c’è un commissario in arrivo immediatamente, a meno che non ci siano ulteriori dimissioni che farebbero decadere il numero legale».

Situazione non più sostenibile

Prima il consiglio, subito dopo le dimissioni. Sarebbe questa la mossa di Daniela Demetrio, Pasquale Pizzi, Mario Siviglia e Silvio Malaspina. Dimissioni dunque, ma non in blocco. Le divisioni interne della maggioranza si acuiscono tanto nelle scelte di governo quanto in quelle di voler lasciare le proprie cariche di consigliere. Se, da una parte, c’è chi è in rotta di collisione con la compagine di governo, dall’altra c’è chi ha una posizione più morbida, la cui volontà di rassegnare le dimissioni è dettata dall’inagibilità politica in generale. In soldoni: vorrei continuare, ma così è impossibile.

L’assessore Francesco Romeo è uno fra quelli, come Manuela Minniti, che avrebbero continuato a lavorare per il bene del paese, ma come un’auto senza ruote non c’è strada che si possa percorrere. Sebbene inizialmente avesse una posizione diversa da quella dei consiglieri prossimi alle dimissioni, ha provato la via della mediazione per scongiurare una crisi in estate e completare i progetti in corso, ritenuti cruciali per la comunità. Romeo infatti sottolinea di non avere problemi personali con il sindaco né con i possibili dimissionari.

«Ho cercato di tenere il gruppo unito per portare a termine iniziative importanti – ci spiega – ma mi sono reso conto che non c’era più la possibilità di proseguire». Nonostante, appunto, i tentativi di mediazione, Romeo ha deciso di fare un passo indietro, riconoscendo che il clima di tensione – sia interno che esterno al comune – e la mancanza di risorse finanziarie dovute anche al dissesto rendevano difficile continuare.

«Non è una questione di fiducia o sfiducia, ma di responsabilità verso il lavoro svolto e quello da fare» chiosa, invece, Manuela Minniti. Anche lei, come Romeo, riconosce l’impossibilità di proseguire in queste condizioni. «Abbiamo tentato di mantenere l’impegno del consiglio per senso di responsabilità, portando ad approvazione oggi gli equilibri di bilancio, ma la realtà è che non ci sono più le condizioni per lavorare serenamente».

Minniti evidenzia che, nonostante gli sforzi per mediare e risolvere i problemi interni, le divergenze tra i membri della maggioranza sono diventate insormontabili. «Non è stata una decisione presa a cuor leggero. Abbiamo provato a mantenere l’unità, ma quando non ci sono più i presupposti per proseguire, è inutile andare avanti. È una decisione sofferta, ma necessaria».

L’amarezza di Orlando

«Sto notando molta confusione nel panorama politico locale. Non so come si evolverà la situazione né cosa farò io. Ho portato venticinque milioni di euro di finanziamenti, pari al dissesto che ho ereditato» chiosa il sindaco Salvatore Orlando. «Ci sono troppi conflitti interni e farisei in politica che ostacolano il progresso. Questo è un problema per le nostre comunità, che difficilmente riusciranno a costruire un progetto unitario. Purtroppo, la mancanza di dialogo e coesione continua a impedire il progresso».

Orlando lascia trasparire uno dei possibili problemi che hanno generato una frammentazione nella compagine di governo divenuta via via sempre più insostenibile. «Non tutti possono essere assessori o sindaci, ma è importante accettare i ruoli che ci vengono assegnati e lavorare insieme». Ma non solo: a deteriorare la fiducia e la coesione della squadra sarebbero state anche delle azioni artatamente messe in atto dall’esterno del municipio. «Ho subito una campagna di odio fin dal primo giorno del mio mandato – racconta Orlando – alimentata anche dai social. È stato più facile per alcuni cercare un capro espiatorio piuttosto che affrontare i problemi reali».

Il futuro è incerto. «Se saranno confermate le dimissioni mi aspetto che nei prossimi mesi ci saranno scontri tra schieramenti opposti. Il commissario che verrà governerà fino alle elezioni regolari di giugno prossimo. Il messaggio che voglio lanciare ai cittadini è di augurarsi un futuro migliore del presente e che il comune possa raggiungere equilibri sul piano sociale, politico e culturale».

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