Cardiochirurgia a Reggio, Minasi replica a Senaldi: «Operativa da 8 anni e centro di vera eccellenza»
La senatrice reggina risponde al giornalista che ha definito il reparto «impacchettato da 10 anni perché non si trova un primario»
«Ho appena ascoltato le parole che Pietro Senaldi, condirettore del quotidiano Libero, ha pronunciato qualche sera fa ospite del programma In Onda, a proposito di autonomia differenziata e sanità, con riferimento alle quali ha portato l’esempio, da lui presentato come disastroso, della Calabria, dove “la cardiochirurgia a Reggio – ha detto – è impacchettata da 10 anni perché non si trova un primario disposto ad andare in Calabria” e dove un primario a Cosenza sarebbe stato “ammazzato a pistolettate davanti all’ospedale”.
Si tratta di affermazioni gravissime e soprattutto assolutamente false, che voglio smentire a difesa della mia terra e dei miei concittadini, in particolare».
Inizia così una nota della Senatrice reggina della Lega, Tilde Minasi, che risponde a un intervento, durante un dibattito tv su La7, del noto giornalista milanese.
«Certamente alle nostre latitudini i problemi sono tanti, lo sappiamo, soprattutto nella sanità, ma – sottolinea la Senatrice – non si può continuare a sparare a zero facendo di tutta l’erba un fascio, per alimentare sempre e soltanto i soliti luoghi comuni. Ed è un peccato che queste parole siano arrivate da un giornalista, che dovrebbe essere più informato di altri su ciò di cui parla e che, per di più, manifesta opinioni spesso in linea con la nostra politica. Mi sento però costretta a intervenire per ristabilire la verità delle cose, che non stanno affatto come Senaldi ha riferito.
Intanto – dice ancora Minasi – non mi risultano notizie di un “primario di Cosenza” ucciso a colpi di pistola dinanzi al suo ospedale, non so come Senaldi abbia potuto fare un’affermazione del genere, che getta comunque un’ombra ancora più nera sul nostro territorio.
Inoltre – prosegue – la cardiochirurgia del Gom, il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, non solo è già aperta e operativa da ben 8 anni, quindi per nulla “impacchettata”, come ha detto il Direttore, ma ha anche un primario di assoluta eccellenza, il prof. Pasquale Fratto, considerato un luminare anche a Milano, dove ha lavorato negli anni passati, oltre ad altre varie esperienze all’estero prima di rientrare nella sua Calabria, e sotto la cui guida il cosiddetto “centro cuore” è diventato un reparto di altrettanta assoluta eccellenza, che ogni giorno salva decine di vite, attraverso interventi che adottano tecniche avanzatissime, che nulla hanno da invidiare, ma che anzi spesso fanno da modello per altre equipe.
Trovo quindi ingiusta questa narrazione – afferma la Senatrice – che infanga medici, infermieri, operatori, che invece andrebbero raccontati e lodati proprio come esempio per le loro capacità, professionalità, preparazione. Una narrazione dovuta magari solo al fatto che è facile appunto offrire, della Calabria, sempre e solo uno spaccato negativo.
Voglio quindi personalmente ringraziare chi, rimasto o tornato in questa terra, come il prof. Fratto e i suoi colleghi, le sta dando un preziosissimo contributo per farla emergere e per garantire i diritti dei calabresi, come quello alla salute.
Senaldi – continua Minasi – ha riportato soltanto una verità: il fatto che la sanità della Lombardia sia pagata sostanzialmente da regioni come la Calabria, con i suoi oltre 300 milioni di euro in migrazione sanitaria. Questo è senz’altro, e purtroppo, un enorme problema atavico a cui porre rimedio, anche attraverso l’autonomia differenziata, che potrà certamente essere una grande opportunità per trattenere risorse sul territorio responsabilizzando chi governa, così da incidere positivamente anche sui servizi offerti alla collettività.
E noi – conclude – come Lega, come Governo e come Regione, ci stiamo lavorando e ci riusciremo!»