venerdì,Ottobre 4 2024

A Gioia Tauro continua il clima teso pre-elettorale tra accuse e smentite

I temi che generano discordia sono svariati, dall’iter delle opere pubbliche «con gravi errori progettuali», allo smarrimento dei mazzi di chiavi dei beni sottratti alla criminalità organizzata, con il sindaco Scarcella che intende denunciare l’accaduto alle autorità di polizia. Su questi e altri argomenti caldi, l’ex sindaco Aldo Alessio, attraverso una nota, ha voluto rimarcare la propria posizione di disappunto

A Gioia Tauro continua il clima teso pre-elettorale tra accuse e smentite

di Giuseppe Mancini – Il clima teso pre-elettorale sembra non essere passato e continua ad infiammare Gioia Tauro, città in cui ogni giorno si susseguono accuse, smentite e contraccuse tra diverse figure di opposizione e l’amministrazione comunale.

I temi che generano discordia sono svariati.  Si passa dall’iter delle opere pubbliche «con gravi errori progettuali», allo smarrimento dei mazzi di chiavi dei beni sottratti alla criminalità organizzata, con il sindaco Scarcella che intende denunciare l’accaduto alle autorità di polizia.

Su questi e altri argomenti caldi, l’ex sindaco Aldo Alessio, attraverso una nota, ha voluto rimarcare la propria posizione di disappunto

«All’inizio era il verbo, e non si trovavano più i fascicoli, adesso non si trovano più le chiavi dei beni confiscati, domani chissà cosa non si troverà più? – dichiara attraverso una nota l’ex primo cittadino di Gioia Tauro -. Non è stato ancora fatto il passaggio di cassa? L’Organo di Revisione ha controllato i dati contabili sulla “Verifica Straordinaria di Cassa” solo in data 28 agosto 2024. Tutti i soggetti interessati, a norma dell’art. 224 del Tuel, hanno avuto la documentazione contabile depositata dagli uffici e per lunedì pomeriggio è previsto il famoso passaggio di consegna di cassa.

Oggi, dopo aver demolito quel poco di Ufficio Tecnico che eravamo riusciti a mettere in piedi in questi anni difficili e complessi e che ci ha permesso di portare a casa una programmazione complessiva di opere pubbliche di 73 milioni di euro, tra opere già finanziate e finanziabili, adesso, dopo aver deciso di non rinnovare più il contratto all’architetto Carpinelli, cioè a colui il quale è stato il padre della programmazione delle suddette opere pubbliche, l’attuale amministrazione, sta già mettendo le mani avanti a giustificazione dei loro futuri insuccessi, dichiarando che le opere pubbliche sono malmesse e che “Facciamo i salti mortali per non perdere i fondi” per responsabilità, naturalmente, della precedente amministrazione».

Aldo Alessio aggiunge: «Ritengo che ai professionisti come l’architetto Carpinelli li dovremmo solo ringraziare per il lavoro che hanno saputo svolgere nelle condizioni in cui hanno operato. Anzi la dichiarazione da parte del Sindaco pro tempore che “Il responsabile non ha seguito le indicazioni, lo mando a casa”, perché non si è piegato alla sua volontà, non è altro che una medaglia al merito nel petto di Carpinelli che con disciplina, onore e coraggio ha difeso il sacrosanto principio normativo, quindi, il diritto di legge, della separazione tra la gestione e l’amministrazione, a norma del decreto legislativo n. 267/2000 Tuel. Gli Amministratori non possono fare gestione».

Poi l’ex sindaco pone l’attenzione sulla questione della “Relazione della Corte dei Conti”: «È sufficiente pubblicarla integralmente e i cittadini avranno modo di leggerla e ne sapranno trarre le giuste conclusioni. E ancora: “Aldo Alessio risponderà alla Corte dei Conti?”. Sono pronto, perché sono ben chiare ed individuabili di chi sono le responsabilità sui PISU e sulla mancata rendicontazione delle opere pubbliche». 

Infine, Alessio punta il dito contro la decisione dell’amministrazione comunale di revocare l’incarico di Garante per l’infanzia ad Antonio Antonuccio per presunta inattività e incompatibilità, poiché dipendente di un altro ente: «Sulla cacciata del Garante e sulla modalità seguite è meglio stendere un velo pietoso, perché anche qui hanno bisogno di un garante compiacente. Chi vince le elezioni è chiamato a “governare” e non a “comandare” perché la Città non è una proprietà di chi vince le elezioni. Alcuni principi democratici sono di difficile comprensione soprattutto quando non si ha il senso dello Stato e delle Istituzioni. Dopo le feste, anche per “l’unta del Signore”, tutti i nodi arriveranno al pettine».

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