venerdì,Ottobre 4 2024

Gioia Tauro, l’ex sindaco Alessio: «Continua campagna diffamatoria contro ex Amministrazione»

«Non avendo e non potendo dire nulla sul mio conto, tentano di trascinarmi in una polemica cui sono estraneo. Risponderanno nelle sedi opportune»

Gioia Tauro, l’ex sindaco Alessio: «Continua campagna diffamatoria contro ex Amministrazione»

di Giuseppe Mancini – «Non avendo e non potendo dire nulla sul mio conto, la sprovveduta nuova Amministrazione tenta di trascinarmi in una polemica cui sono estraneo, accusandomi di non aver pagato di tasca mia una sanzione amministrativa riguardante la gestione. Risponderà l’Amministrazione ed il Sindaco di queste diffamazioni nelle opportune sedi».

È quanto afferma l’ex sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio tramite un comunicato stampa. Non si è fatta attendere, dunque, la replica, che già avevamo preannunciato, alla deliberazione della giunta comunale gioiese numero 115 del 3 settembre 2024, in cui si contestava all’ex primo cittadino di essere stato, durante il suo mandato, destinatario di una sanzione elevata per violazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e che l’avrebbe Fatta pagare mediante il ricorso alle casse comunali, anziché rimborsarla di tasca propria. La giunta comunale ha deliberato di inviare tutto il carteggio alla procura della corte dei Conti e di dare in carico all’avvocatura dell’ente per il recupero coattivo delle somme nei confronti di Aldo Alessio.

Ma l’ex sindaco smentisce categoricamente e controbatte: «La nuova Amministrazione comunale continua nel suo programma diffamatorio e di odio contro la precedente Amministrazione, contro i cittadini notoriamente non allineati ed in particolare verso l’ex sindaco, attaccato dai palchi sin dall’inizio della campagna elettorale, nonostante non fosse candidato. La cornice entro la quale il nuovo sindaco si muove è quello della falsa rappresentazione della realtà e delle cause del dissesto. Qui si ricorda che la terna liquidatoria, OSL, è al lavoro da oltre sette anni per determinare le cifre del disastro economico dell’Ente ed ancora non ha completato il suo lavoro che ha già individuato non meno di 60 milioni di euro di debito».

Alessio precisa: «Il dissesto, dichiarato sin dal 2017, ha paralizzato l’Ente, non ha consentito nuove assunzioni. La decapitazione per provvedimenti giudiziari dell’ufficio tecnico e della Polizia locale, il blocco del turn-over impiegatizio, la sostanziale mancanza di professionalità apicali, la crisi Covid durata due anni, la mancata approvazione dei bilanci da parte delle precedenti Amministrazioni ordinarie e straordinarie, hanno messo in ginocchio l’Ente. La nuova Amministrazione, cadendo dal pero, e volendo già trovare scuse per le difficoltà che dovrà affrontare, si inventa responsabili che non ci sono nell’Amministrazione Alessio. Fumo negli occhi per creduloni o sprovveduti, ampiamente diffuso per coprire la illegittimità di atti quotidianamente consumati».

L’ex sindaco rimarca: «Da qui la persecuzione di dipendenti non allineati, fumose nomine ad personam, il rientro in servizio del marito del sindaco senza che un solo documento risulti pubblicato e malgrado la sospensione già decretata sino al 31 dicembre 2024 e pendendo sul piano dell’opportunità e dell’interesse dell’Ente l’attualità di un procedimento penale, la costituzione di parte civile in procedimento penale e la instaurazione di processo civile per risarcimento milionario di danni. Rimane invece a casa l’Ing. Angela Nicoletta. Si invoca maldestramente l’intervento della Corte dei Conti. Ben venga la stessa, cominciando ad occuparsi delle responsabilità erariali di chi ha amministrato durante la costruzione del disastro. Ed in questo faccio riferimento non solo agli Amministratori ma anche a chi, in quei tempi, soprattutto durante la gestione dei Pisu, ha avuto responsabilità gravissime. Tutto è documentato e documentabile».

Infine, Aldo Alessio sottolinea che «l’ufficio tecnico, faticosamente costruito in anni difficili e che ha consentito di progettare e mettere in cantiere opere pubbliche per 73 milioni di euro in parte già finanziati e comunque perfettamente finanziabili, è stato depotenziato e smantellato, mettendo a rischio le opere pubbliche programmate. I cittadini non consentiranno che venga ripetuta l’esperienza negativa dei Pisu, non consentiranno ulteriori mazzette e turbative d’asta e quanto messo in cantiere per affossare le opportunità della città. Solo la vigilanza democratica eviterà ulteriori disastri».

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