martedì,Ottobre 8 2024

La “lezione” del Piano di riequilibrio e le tensioni tra maggioranza e opposizione, Falcomatà: «Stop agli insulti»

Il sindaco parla degli effetti dell'uscita dal Piano dopo dieci anni di sacrifici: il Comune riacquista la libertà di programmare e investire

La “lezione” del Piano di riequilibrio e le tensioni tra maggioranza e opposizione, Falcomatà: «Stop agli insulti»

Questa mattina, durante una conferenza stampa, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha commentato con soddisfazione la conclusione del Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale, un percorso lungo e difficile che ha segnato profondamente la vita amministrativa della città per oltre dieci anni. Le sue parole hanno messo in luce la rilevanza di questo traguardo, sottolineando come l’uscita dal piano permetta finalmente all’amministrazione di recuperare la propria autonomia decisionale e di affrontare con rinnovata energia le priorità dei cittadini.

«Ricordate il piano di riequilibrio?» ha esordito Falcomatà. «Per dieci anni ha vincolato, ingessato e ridotto quasi al lumicino la capacità dell’amministrazione di scegliere come programmare i fondi, al netto della programmazione europea. Ora, con l’uscita dal piano, possiamo riappropriarci della libertà di scelta, un aspetto cruciale per adempiere al mandato che i cittadini ci hanno affidato, senza lacci e lacciuoli».

Il Contesto del Piano di Riequilibrio

Il Piano di Riequilibrio Finanziario, adottato nel 2012, ha avuto come obiettivo primario la stabilizzazione delle finanze comunali di Reggio Calabria, in un contesto caratterizzato da un elevato debito pubblico. Tale piano è stato necessario per evitare il dissesto finanziario e, per un decennio, ha limitato le spese del comune, obbligando l’amministrazione a seguire rigidi vincoli di bilancio.

Le conseguenze di questa situazione si sono fatte sentire a lungo termine, con un’amministrazione costretta a limitare gli investimenti e a concentrarsi sulla gestione dell’ordinario, senza poter destinare risorse significative alla riqualificazione urbana o allo sviluppo di nuove infrastrutture. «Il piano ci ha obbligati a ripianare un debito che ci impediva di assolvere ai bisogni primari dei cittadini con le nostre risorse», ha ricordato il sindaco, evidenziando l’impossibilità di effettuare investimenti sostanziali in questi anni.

L’Uscita dal Piano: un nuovo inizio per Reggio Calabria

Il sindaco ha poi sottolineato come, grazie ai sacrifici fatti negli ultimi dieci anni, si sia finalmente giunti alla fine naturale del piano. «Non potevamo fare spese di investimento prima», ha detto, «oggi, con la conclusione del piano, possiamo muoverci in un quadro completamente diverso». È stato, infatti, un percorso arduo e, come ha spiegato Falcomatà, l’amministrazione ha rispettato rigorosamente tutti i vincoli richiesti dal governo e certificati dalla Corte dei Conti.

«Questi dieci anni si sarebbero potuti concludere anche senza l’approvazione del riequilibrio», ha aggiunto il sindaco, «ma abbiamo dimostrato che i sacrifici hanno pagato. Abbiamo riequilibrato il bilancio, e questa è la prova che le scelte difficili che abbiamo fatto hanno prodotto risultati concreti».

Ora, l’amministrazione si trova a poter finalmente destinare risorse agli interventi necessari per la città. Falcomatà ha illustrato come la prima azione intrapresa sia stata quella di riqualificare le strade e i sottoservizi, due aspetti fondamentali per garantire una qualità della vita migliore ai cittadini. «Abbiamo riversato la libertà di programmazione sulle esigenze primarie del territorio», ha detto, «e tra queste, la priorità è stata la riqualificazione delle strade e dei sottoservizi, come la manutenzione delle caditoie e dei tombini».

Riqualificazione e innovazione

Nel corso dell’incontro, il sindaco ha fatto notare con un tono più leggero che anche l’amministrazione ha imparato molto durante questo percorso, tra cui dettagli tecnici che non erano inizialmente familiari. «Il vicesindaco ride perché mi prende in giro per tutto quello che abbiamo imparato in questi anni», ha detto scherzando, «ad esempio, ora sappiamo che la scarifica dell’asfalto deve avere una profondità di quattro centimetri!».

A parte gli aspetti tecnici, il sindaco ha voluto ribadire quanto sia importante garantire che gli interventi vengano fatti in maniera coerente e duratura, evitando di dover tornare a sistemare strade appena asfaltate a causa di problemi non risolti nei sottoservizi. «In passato, per via delle risorse limitate, ci siamo trovati costretti a rimandare attività cruciali, il che ha portato a conseguenze come infiltrazioni o perdite sotto le strade appena fatte. Ora abbiamo finalmente la possibilità di affrontare queste criticità alla radice».

Falcomatà ha anche ricordato che molti degli interventi riguardano non solo strade già riqualificate, ma anche quelle che verranno. «La testimonianza diretta dei cittadini sarà sempre superiore alle nostre parole», ha affermato, riferendosi alle numerose segnalazioni positive che arrivano dalla popolazione su lavori già completati.

Un appello alla serenità nel dibattito politico

Infine, il sindaco non ha mancato di rivolgere un appello alla serenità nel dibattito politico. Con un chiaro riferimento alle tensioni che talvolta emergono, ha sottolineato l’importanza di mantenere un confronto basato sul rispetto reciproco, senza cadere nella strumentalizzazione o negli insulti. «È giusto il dibattito, è giusta la dialettica», ha detto Falcomatà, «ma non è giusto l’insulto, non è giusto strumentalizzare».

Il sindaco ha voluto ribadire la posizione della sua amministrazione: «Noi lavoriamo con la schiena dritta e con le spalle larghe, sempre con lo sguardo rivolto agli obiettivi che ci siamo prefissati, quelli che i cittadini ci chiedono. Non ci aspettiamo certo applausi da chi oggi svolge il proprio ruolo di minoranza, ma ci aspettiamo che si eviti la strumentalizzazione di un percorso così delicato».

Concludendo, Falcomatà ha ribadito la volontà di mantenere una linea di gentilezza e trasparenza nelle relazioni politiche e istituzionali, evitando scontri che rischiano di trasformare il confronto in uno sterile campo di battaglia tra fazioni.

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