Welfare con barriere architettoniche a Palazzo San Giorgio, la denuncia di Cassalia: «Indignata e mortificata»
All'incontro sulla tematica del Piano di Zona delle Politiche Sociali non tutti hanno potuto partecipare nonostante l'invito perchè il Comune è ancora un ostacolo per chi vive una disabilità o difficoltà

Bene ma non benissimo. Si guarda ai bilanci e ai “grandi risultati” ma se parliamo di welfare e in modo particolare di disabilità Reggio Calabria si dimostra ancora una volta impreparata. E la beffa è arrivata oggi, quando, all’incontro sulla tematica del Piano di Zona delle Politiche Sociali 2021-2023 uno strumento di programmazione che vede molti operatori del settore artefici di proposte d’interesse sociale, chi presenta difficoltà motorie o disabilità non ha potuto partecipare a causa delle barriere architettoniche che, nell’anno del Signore 2024, ancora insistono a Palazzo San Giorgio.
Quindi, è possibile impedire a un disabile di partecipare a un confronto sul futuro delle politiche sociali? A quanto pare a Reggio si può. E a denunciarlo è Immacolata Cassalia presidente dell’associazione Insieme per la Disabilità che ha ricevuto con interesse l’invito dalle Politiche sociali del Comune di Reggio Calabria per presiedere all’incontro ma «Nonostante la rilevanza dell’evento lo svolgimento di questo importante incontro si svolge in un contesto istituzionale dove persistono le barriere architettoniche e aggiungo culturali. Come persona che esprime una necessità individuale nota a quest’amministratore mi indigna e mortifica questo invito. Parlare delle barriere architettoniche nel 2024 lo trovo riduttivo in particolare con quella figura istituzionale che dovrebbe a priori essere più attenta a queste manifestazioni di esclusione specialmente quando si discute di pianificare servizi inclusivi. Soprattutto mi ha indignato il lessico “partecipativo” a chi è riferito? Non certo a chi esprime dei bisogni individuali mantenendo una determinata dignità come persona».
Uno sfogo che lascia tanta amarezza. Non perché si parli di difficoltà individuali ma perché non si è inteso superare una barriera che, mirando davvero alla partecipazione, si poteva banalmente superare svolgendo l’incontro tramite un collegamento in remoto dando così a tutti l’opportunità di partecipare al confronto. Strumenti che, in altre occasioni, vengono utilizzati senza alcun tipo di problema. Resta la domanda principale. È davvero possibile parlare di politiche sociali in un palazzo che non include ma esclude e che presenta barriere di questo tipo?
- Tags
- reggio calabria