Emergenza Peste Suina Africana in Calabria, Mattiani e la Lega chiedono interventi urgenti
Agricoltori e allevatori calabresi chiedono soluzioni rapide per l’emergenza PSA e il contenimento dei cinghiali, mentre cresce la pressione su governo e regione per misure straordinarie
L’allarme per la Peste Suina Africana (PSA) continua a destare preoccupazione in Calabria, in particolare nell’Area della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Ad oggi sono state istituite diverse zone rosse per il contenimento della PSA, e nella zona “2” della Città Metropolitana di Reggio Calabria è stata chiusa la caccia con l’Ordinanza n. 5 del 2 ottobre 2024. Tuttavia, tale decisione ha sollevato numerose preoccupazioni tra agricoltori, allevatori e cacciatori locali, che lamentano i gravi danni causati dalla crescente popolazione di cinghiali, responsabili di devastazioni a raccolti, terreni agricoli ed ecosistemi. Addirittura nella predetta area territoriale, nella zona 1, pur in assenza di casi di PSA, è stata inibita la caccia. Siffatta situazione sta determinando delle ricadute particolarmente gravose per agricoltori e allevatori.
Con l’attività venatoria chiusa e senza alcuna misura atta al depopolamento, i cinghiali stanno proliferando a dismisura causando danni incalcolabili. Il consigliere regionale della Lega, Giuseppe Mattiani, ha raccolto le istanze di questi settori e, tramite il commissario della Lega in Calabria, Rossano Sasso, ha presentato questa mattina una richiesta formale al Commissario Straordinario Nazionale per l’emergenza PSA, chiedendo interventi decisi e mirati per il depopolamento dei cinghiali.
«Non possiamo permettere che il comparto agricolo, già fragile in Calabria, continui a subire danni così gravi senza misure efficaci per arginare il fenomeno,» ha dichiarato Mattiani. «Abbiamo proposto l’apertura immediata della caccia nelle aree cuscinetto non colpite dalla PSA, prolungandola oltre il 2 gennaio 2025, come previsto dal calendario venatorio. Non ci sono più motivi per mantenere chiusa la caccia, visto che l’ultimo caso di PSA nella zona risale al novembre 2023.»
Alcune Regioni italiane hanno già adottato misure straordinarie, tra cui l’impiego dell’esercito per ridurre la popolazione di cinghiali e contrastare la diffusione della malattia. Mattiani e Sasso chiedono che anche in Calabria si valutino interventi simili per tutelare l’agricoltura e limitare i danni causati dalla fauna selvatica.
«Noi come Regione Calabria siamo già intervenuti in maniera decisa per tutelare le produzioni agricole e gli allevamenti dai danni derivanti dalle aggressioni della fauna selvatica e dalle avversità atmosferiche. Lo abbiamo fatto con un apposito bando, con una dotazione finanziaria di 22 milioni di euro. Un aiuto economico concreto per i nostri agricoltori e allevatori, diretto a supportare investimenti in opere di protezione delle colture agricole e degli allevamenti, su tutti cinghiali e lupi, oltre che dalle conseguenze delle sempre più improvvise e violente ondate di maltempo. È il momento, però, di intervenire in maniera decisa mediante l’adozione di misure straordinarie dirette a contenere la proliferazione dei cinghiali. Per questo ci siamo rivolti direttamente al Commissario Straordinario Nazionale per l’emergenza PSA, affinché intervenga con decisione, perché lo stato attuale delle cose è già ben oltre il limite della tollerabilità.»
La richiesta di restringere le zone rosse, visto il basso numero di casi di PSA rilevati e la distanza degli ultimi focolai dalle aree attualmente sotto vincolo, è stata una delle proposte chiave avanzate dalla Lega. «La gestione della fauna selvatica è fondamentale per preservare l’equilibrio del nostro territorio e salvaguardare il lavoro di centinaia di agricoltori e allevatori calabresi,» ha concluso Mattiani.
Anche il consigliere regionale della Lega Pietro Molinaro ha espresso preoccupazione per l’emergenza cinghiali: «L’emergenza cinghiali è insostenibile per le aziende agricole. La dilagante presenza degli ungulati sul territorio regionale continua a produrre danni incalcolabili alle nostre aziende agricole, mettendo in pericolo l’intera filiera agroalimentare calabrese.»
Molinaro ha sottolineato che il continuo incremento dei danni agricoli sta creando una crescente sfiducia tra gli imprenditori del settore, indebolendo ulteriormente le aziende, già provate finanziariamente, esponendole al rischio di usura. «È una situazione insostenibile, e la presenza dei cinghiali deve tornare a livelli di tolleranza gestibili. Nel frattempo, è fondamentale rafforzare le misure in atto, rendendo più rapidi e congrui i risarcimenti.»
Le prossime settimane saranno decisive per verificare se le autorità nazionali risponderanno alle richieste avanzate dalla Lega e dalle categorie colpite in Calabria, auspicando soluzioni concrete ed efficaci per contrastare l’emergenza PSA e i danni economici ad essa connessi.