giovedì,Dicembre 5 2024

Variante 106 a Caulonia, il progetto dell’Anas non convince i sindaci. Cagliuso: «Venderemo cara la pelle»

Dibattito sulla bretella che attraverserà il territorio di Caulonia. I primi cittadini: «E’ un’imposizione. Così non serve a nessuno»

Variante 106 a Caulonia, il progetto dell’Anas non convince i sindaci. Cagliuso: «Venderemo cara la pelle»

«Sicuramente la politica ha le sue responsabilità, ma credo che il territorio debba essere difeso. E sulla questione venderemo cara la pelle». E’ netta la posizione del sindaco di Caulonia Franco Cagliuso in merito al progetto della nuova variante della statale 106 che attraverserà il territorio dell’antica Castelvetere, in corso di definizione ma non ancora approvato. Il primo cittadino, insieme all’amministrazione comunale cauloniese ha voluto incontrare la cittadinanza a seguito di un incontro operativo che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma nella sede dell’Anas per approfondire insieme i termini del piano della nuova arteria che andrà ad incidere sulla viabilità cittadina.

«Riteniamo si tratti di un’opera sicuramente importante – ha ribadito il primo cittadino – ma allo stesso tempo penalizzante per il territorio. Adesso servono le azioni. La nostra battaglia non deve essere condotta in solitaria». All’incontro pubblico erano presenti anche diversi amministratori locali dei comuni della vallata dello Stilaro, tagliati fuori dal progetto e preoccupati per l’impatto ambientale che la bretella avrebbe sul territorio. L’opera, che include la realizzazione di due gallerie e due viadotti, prevede l’attraversamento del centro abitato di Caulonia Marina con il prolungamento dell’attuale tracciato per circa cinque chilometri oltre il Ponte Allaro, finanziato con un importo di 140 milioni di euro.

«Le varianti servono per mettere in comunicazione l’entroterra ai centri di passaggio. Questa variante rischia di isolare i nostri borghi ancora di più – ha espresso il sindaco di Stignano Pino Trono – E’ soltanto uno spreco di 140 milioni di euro che non serve a nessuno, così si rovina il territorio. Se uniamo le forze qualcosa si può ottenere. Quella dell’Anas è un’imposizione». Intanto dall’incontro pubblico è emerso che già alcuni carotaggi sono stati effettuati da tecnici all’interno di terreni privati. Il malumore dei cittadini è tangibile con lo spettro dell’esproprio per pubblica utilità che rischia di coinvolgere vaste aree agricole, mettendo in ginocchio la già precaria economia del territorio.

top