Dal Viminale arriva la conferma, a Reggio si torna alle urne nella primavera del 2026
Il Dipartimento Affari interni scrive ai Prefetti rispondendo ai numerosi quesiti ricevuti. Applicata la proroga del mandato per ulteriori sei mesi
A Reggio si voterà nella finestra elettorale della primavera del 2026. La comunicazione ufficiale con ogni probabilità sarà recapitata ai Comuni interessati lunedì prossimo se non nel corso di questa stessa mattinata. La fonte, che più autorevole non si può, è il Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno. Una circolare firmata dal prefetto Claudio Palomba, a capo del dipartimento, sembra mettere la parola fine ad una querelle che si trascina già da un po’, e che voleva il turno elettorale per Reggio scattare già nell’autunno del 2025.
«Tutti quei Comuni che hanno votato nel 2020 e nel 2021 oltre la finestra temporale 15 aprile-15 giugno, per effetto delle normative d’urgenza introdotte in conseguenza dell’emergenza Covid, – si spiega nella circolare – torneranno alle urne nei sei mesi successivi allo scadere del mandato dei 5 anni. Dunque nella finestra temporale ordinaria prevista dalla legge 182/1991, quindi nella primavera del 2026 e del 2027».
Insomma è il caso anche della nostra città, visto che Reggio è proprio uno di quei Comuni che hanno votato nel turno ordinario negli anni 2020 e 2021, per i quali durante l’emergenza Covid era stata applicata la modifica con rinvio del voto al periodo autunnale.
La circolare ministeriale n°83/2024 d’altra parte risponde a diversi quesiti pervenuti agli uffici ministeriali sulla data del rinnovo elettivo delle amministrazioni comunali che sono state elette nel 2020 e nel 2021 evidenziando che le norme urgenti assunte nel periodo Covid non hanno stabilito nulla in merito ai termini del rinnovo elettorale e che quindi necessariamente (anche a parere dell’Avvocatura di Stato) si debba richiamare la disciplina statale sulla durata dei mandati elettivi e sui tempi di rinnovazione degli organi, qualora il mandato quinquennale degli organi scada nel secondo semestre del 2025.
In altre parole si applica la proroga del mandato fino alla primavera dell’anno successivo. In conclusione, per i Comuni che hanno votato nel secondo semestre del 2020, il ritorno alle urne cadrà nella finestra temporale ordinaria del 15 aprile-15 giugno dell’anno successivo al compimento del quinquennio.
In Calabria quel 20 e 21 settembre del 2020 erano 72 i comuni chiamati al voto, 21 dei quali in provincia di Reggio Calabria. Rimane decisivo per l’applicazione della disciplina statale la scadenza naturale degli organi, se cioè, il rinnovo era previsto nella primavera del 2020 e per l’emergenza Covid è stato rinviato nella finestra temporale del 20 e 21 settembre, indicata dalle norme urgenti assunte all’epoca.
È stato quindi profetico il sindaco Giuseppe Falcomatà, che, in una recente intervista, si mostrava ottimista proprio rispetto alla scadenza del mandato. A lui resta un anno e mezzo per completare alcuni degli obiettivi che si è prefissato, per provare a lasciare in eredità al centrosinistra di domani una base solida da cui ripartire nel dopo Falcomatà. Il centrodestra da parte sua continua a strutturarsi per affrontare la madre di tutte le battaglie politiche, vale a dire la riconquista di Palazzo San Giorgio.
Ancora ieri sera qualcuno, nel corso della kermesse azzurra con il Ministro Casellati, parlava di possibilità di tornare al voto nell’autunno del 2025. Previsione che stride con la circolare del Dipartimento Affari interni del Viminale.
Ma una cosa appare certa: sarà una lunga campagna elettorale.
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