(Troppe) Parole in libertà, dopo Fedez la polemica torna sul palco a Reggio con Dolcenera e la difesa di Tony Effe
Il concerto dell'artista pugliese, saltato nei giorni scorsi, è riproposto dalle Pari Opportunità della Metrocity nonostante le aspre polemiche suscitate dalle sue parole

Concerto attesissimo quello di Dolcenera in piazza Italia a Reggio Calabria questa sera. Un appuntamento sostenuto dal consigliere metropolitano delegato alla cultura Filippo Quartuccio nonché alle pari opportunità. Una questione di opportunità forse è proprio questo il caso di dirlo. Solo pochi giorni fa, infatti, è stata proprio Dolcenera a far scatenare tutta la stampa nazionale e i social, per la sua “uscita” a difesa del rapper Tony Effe.
Dopo l’aspra polemica sul concerto di Fedez e i suoi testi considerati blasfemi proprio in occasione delle feste mariane, non passa inosservata la recente presa di posizione della cantante salentina. Per chi non ne avesse memoria dopo l’esclusione del rapper dal concerto di Capodanno al Circo Massimo sono stati tanti gli artisti che si sono schierati a suo favore parlando addirittura di censura. Su Instagram anche Dolcenera ha detto la sua. Secondo la cantante, infatti, i testi del rapper ritenuti sessisti sarebbero figli di un momento storico culturale, in cui “a un certo punto è andata di moda questa roba qua”. Per questo, l’artista “non ha colpe”. Per concludere con un messaggio che probabilmente è passato inosservato alle nostre latitudini e al delegato alle pari opportunità che ha inteso riproporre il concerto dopo essere saltata la prima data. Il messaggio di Dolcenera, provocatorio sicuramente, recitava testualmente: “Ma com’è che a me Tony Effe mi fa sesso? Forse perché non credo a quello che dice?“.
La polemica
Per chi non conoscesse cotanta poesia nascosta tra le rime di tale Tony Effe, ci ha pensato anche il Corriere della Sera a raccogliere le sue “perle” sulle donne che hanno portato anche i più esposti a pensare che forse è il caso di fermarsi a comprendere che messaggi stiamo veicolando ai giovani e come si possa pensare che la musica, con il suo alto valore comunicativo, possa lanciare messaggi subliminali di questo genere. Messaggi che vedono la donna trattata come un oggetto su cui usare violenza divertendosi anche. Peggiore è la difesa delle cantanti donne che assurgendo al ruolo di femministe paladine di non si capisce bene cosa, difendono il “collega” e la sua libertà nel cantare la normalizzazione della violenza sulle donne. Detto questo ci chiediamo se il delegato abbia valutato l’opportunità di avere una voce poco “fuori dal coro” che ha difeso chi canta i testi che riproponiamo non per emularli ma per condannarli.
Alcuni degli esempi più espliciti dei testi di Tony Effe risalgono al periodo con la Dark Polo Gang:
«Prendi la tua tr*ia (prendi la tua tr*ia)
Le serve una museruola (woof, woof)…
Metti un guinzaglio alla tua ragazza
Ci vede e si comporta come una tr*ia»
dicono in «DM».
«La tua tipa tra i miei seguaci
Mi vede e dopo apre le gambe
La sc*po e poi si mette a piangere»,
dicono invece in «Magazine».
Un altro dei brani spesso citati fra quelli spinosi è «Tvtb» che è però un brano di Fedez (anche lui in gara a Sanremo), realizzato insieme alla Dark Polo Gang nel disco «Paranoia Airlines», ben prima del dissing che ora vede Fedez e Tony Effe acerrimi nemici: qui è Wayne Santana a paragonare le donne a ciò che si ordina con il delivery.
«Bitch ogni giorno non mi lasciano libero
Le ordino da casa come su Deliveroo».
Dal primo disco solista di Tony Effe, «Untouchable», arriva «Mi piace», duetto con Sfera Ebbasta:
«Lei la comando con un joystick (Uoh)
Non mi piace quando parla troppo (Troppo)
Le tappo la bocca e me la fott–, shh (Seh)»
(…)
«Bionda, mi piace quando è italiana
Mora, se è sudamericana
Rossa, bella e maleducata
Basta che a letto fa la brava».
Nel più recente album «Icon» c’è il brano «Miu Miu»:
«Prendo una bitch,
diventa principessa
Le ho messo un culo nuovo,
le ho comprato una sesta
(…)
Arriva Tony, inizia il party
Volano schiaffi e reggiseni da ogni parte
Con una sola botta faccio due gemelli
(…)
Copro la mia pu**ana di gioielli
Ma non sei la mia tipa, quindi niente anelli»
E ancora da «Icon», il brano «P»:
«Sono Tony, non ti guardo nemmeno
A novanta così neanche ti vedo
Mi dici che sono un tipo violento
Però vieni solo quando ti meno»
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