Stefania Craxi a Reggio per celebrare Bettino, «il gigante che faceva ombra a leader nazionali e internazionali»
La figlia dello statista scomparso 25 anni fa ad Hammamet ha presentato il suo libro “All’ombra della storia” al coordinamento regionale di FI con Cannizzaro. Gli strali sulla sinistra e una convinzione: «Bisogna fare i conti con Craxi e con la sua attualità»

«All’ombra della storia. La mia vita tra politica e affetti» è il titolo emblematico scelto da Stefania Craxi per parlare della vicenda del padre Bettino in occasione del venticinquesimo anniversario della scomparsa. «Il titolo “All’ombra della storia” è perché sono stata testimone involontaria di un pezzo di storia repubblicana, e all’ombra della storia anche perché quel gigante faceva ombra a tanti leader politici nazionali e internazionali, figuriamoci ad una ragazzina innamorata di quel padre così straordinario e così difficile».
Stefania Craxi lo ha presentato nell’ambito di un tour più ampio che toccherà diverse province calabresi, nella sede del Coordinamento regionale di Forza Italia, dove, in compagnia di Francesco Cannizzaro, ha dialogato con i colleghi giornalisti Piero Gaeta e Filippo Diano.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, la Craxi non ha potuto fare a meno di far notare le assenze più che le presenze rispetto alla vicenda anche umana dello statista socialista: «Registro il fatto che non c’è stato un deputato del Pd che ha fatto un’agenzia per i 25 anni della morte di Bettino Craxi. Il presidente del Senato, che viene da un’altra storia, da Fratelli d’Italia, è venuto ad Hammamet, così come il segretario di Forza Italia, che è il mio partito. Sono 25 anni che nessuno esponente istituzionale o politico di rilievo della sinistra mette i piedi sulla sabbia di Hammamet, e questo è un fatto».
Un passaggio Stefania Craxi lo ha fatto anche sul film biografico andato in onda proprio ieri sera sulle reti nazionali: «Quel film dice comunque che quella brutta storia pesa ancora sulla Repubblica italiana. Bisogna fare i conti con Craxi e con la sua attualità, però c’è un pezzo di Italia che non sa, non vuole e non può fare i conti con Craxi. Ma io continuo instancabilmente nel mio lavoro perché io penso che non riprenderà il corso democratico questo Paese finché non farà i conti con la sua storia e con se stesso».
L’incontro è stata anche l’occasione per ricordare che il primo vero ispiratore del Ponte sullo Stretto fu proprio Bettino, con la firma, nel 1985, della convenzione per la realizzazione del progetto. «Lui non aveva l’idea solo del Ponte sullo Stretto, ma un’idea più visionaria ancora. Lui pensava che oltre al Ponte si dovesse fare una unica entità tra Reggio e Messina, una Mediterranea, per farne un porto franco. Sarebbe diventata una specie di Hong Kong del Mediterraneo». Una verità a cui si è arreso anche Cannizzaro, che ha sempre indicato Silvio Berlusconi come colui che ha avviato la partita del Ponte.
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