Reggio, medici di base e specialisti: il braccio di ferro tra professionisti che rischia di danneggiare il paziente
La dottoressa Roschetti non ci sta e punta i riflettori sui colleghi che «rimbalzano i pazienti anche solo per una ricetta sovraccaricando noi»

«A proposito di sanità». I toni trionfalistici non appartengono alla dottoressa Giovanna Roschetti che da professionista del settore e referente del territorio di Reggio Calabria del Movimento 5 Stelle ha voluto mettere in luce la grave situazione calabrese. Un «sistema è marcio ovunque, ma noi siamo l’ultima regione e posso dire la nostra città è l’ultima in assoluto! A voglia che i politici locali, che peraltro stanno gestendo la regione Calabria e quindi responsabili in prima persona dell’andazzo della nostra sanità, facciano proclami che non sono altro che procacciamento di voti. La realtà è ben diversa».
La sua è una testimonianza in prima persona, da medico di medicina generale. «Vi sono specialisti onorevolmente tali e specialisti che meriterebbero di essere mandati a casa seduta stante. Ebbene, gli specialisti del territorio quindi delle strutture sanitarie e degli ospedali hanno l’obbligo morale e civile di emettere le prescrizioni su ricetta ai pazienti che vedono in consulenza non dovrebbero demandare al medico di medicina generale questo lavoro che compete per legge a loro. Eppure sono pochi quelli che lo fanno e i pazienti pur se avvisati di questo loro diritto si sentono dagli specialisti ricattati se insistono ad avere ciò che è un loro diritto. Uscire dalla struttura con le ricette in mano financo della visita di controllo stabilita con lo specialista stesso: nulla di ciò viene fatto e così il lavoro del medico curante aumenta indefinitivamente. Anche per questo non ci sono medici disposti a fare questo lavoro».
Un vero e proprio braccio di ferro tra medici di famiglia e specialisti che vedono il paziente “rimbalzato” anche per una mera ricetta. La Roschetti punta i fari anche su una particolarità: i diabetologi. «Questi hanno avuto dalla regione un codice per poter trascrivere i piani terapeutici sul web alcuni di loro non hanno mai ritirato questo codice per non registrare ciò che dovrebbero quindi per evitare una parte del loro lavoro ,e demandare anche questo al medico curante. Così lo specialista a fine turno, timbra il cartellino e ha finito il suo lavoro, il medico di medicina generale dopo l’ambulatorio si ritrova un carico che non gli compete per inadempienza negligenza e complicità dei dirigenti che ricevono le nostre segnalazioni e non fanno nulla per obbligare i propri specialisti a fornirsi di codice.
Quindi, io da medico di medicina generale, resto giornate intere fino a sera, seduta davanti al pc a fare ciò che compete ad altri. Questo, nel piccolo è ciò che succede alla nostra sanità. Con la complicità dei pazienti, a volte incosciente a volte per il ricatto subìto ad opera degli specialisti. E a nulla serve rivolgersi alla procura per questi fatti che ho più volte denunciato».
Questo non fa altro che ricadere sui pazienti che non solo non hanno l’assistenza in modo tempestivo ma rischiano anche di trovarsi in mezzo a uno scarica barile di competenze che non può far altro che danneggiarli ulteriormente. «Adesso comprendo quei colleghi che finito l’ambulatorio non sono più reperibili per nessuno! Chi, come me, rimane reperibile anche nei festivi per i propri pazienti, perde la salute. Garantito».