venerdì,Aprile 25 2025

Reggio, in Consiglio tiene banco il Seminario arcivescovile: Marino (FdI) si dissocia dalle parole di Cedro e Falcomatà invita al confronto

Nei preliminari della seduta odierna ci entra anche il responso sulla Capitale della cultura. Angela Marcianò tutta cuore e speranza per la città, Ripepi boccia l’amministrazione

Reggio, in Consiglio tiene banco il Seminario arcivescovile: Marino (FdI) si dissocia dalle parole di Cedro e Falcomatà invita al confronto

È cominciata osservando un minuto di raccoglimento in memoria dello storico e intellettuale bagnarese, Lucio Villari, la seduta del Consiglio comunale ospitato per la seconda volta nel dirimpettaio Palazzo Alvaro visti i lavori di restyling a cui è sottoposta l’aula Battaglia di Palazzo San Giorgio.

Poi, largo ai preliminari che si focalizzano principalmente su due argomenti: il verdetto sulla Capitale della cultura e il futuro del Seminario arcivescovile di via Pio XI le cui attività saranno trasferite nella struttura di Catanzaro. Il primo a sottolineare una sorta di relazione tra le due cose è Nino Zimbalatti che accende i fari su Reggio capitale della cultura e su «chi cerca di toglierci la cultura». In tal senso il consigliere di maggioranza predica unità per «un caposaldo della cultura, della teologia e della storia cittadina. Un anno e mezzo fa è stato nominato rettore pro tempore don Simone Gatto giovane sacerdote che ha dato un input notevole alla struttura. Reggio è stata l’unica diocesi regionale a fare passi in avanti, contrariamente a Catanzaro che qualcuno ha voluto salvare. La decisione del Vaticano non sta né in cielo né in terra – tuona Zimbalatti ricordando come l’ordine di razionalizzare sulle strutture religiose sia arrivato dal Papa -. Morrone dovrebbe prendere esempio da Mons. Ferro che ha dato l’anima per difendere la città, così come anche don Gianni Latella. Lei come rappresentante istituzionale – ha concluso Zimbalatti rivolgendosi al sindaco – si deve prendere carico della questione per tutelare la città. Anche perché così si porta la gente ad allontanarsi dalla Chiesa».

Un attacco in piena regola che fa il paio con le dichiarazioni rilasciate dai vertici cittadini di Fratelli d’Italia – Ersilia Cedro – che si è scagliata contro la Curia reggina minacciando una campagna cittadina contro l’8 per mille alla chiesa. Un atteggiamento forse troppo estremo che è stato bocciato in aula anche dal capogruppo di Fratelli d’Italia Demetrio Marino che si è personalmente e pubblicamente scusato con l’arcivescovo metropolitana Mons. Morrone, per le parole della Cedro. «le mie sono sincere scuse per le parole e i toni usati dalla coordinatrice cittadina. Riconosco l’importanza del dialogo e del confronto reciproco. Penso che la Reggio debba stringersi attorno a questi problemi e non ampliare il distacco all’interno della comunità».

Approccio simile anche quello del sindaco Falcomatà che si è detto d’accordo sul fatto che il Seminato sia ormai da tempo parte integrante della nostra città, sottolineando anche come l’individuazione nel quartiere di Modena abbia storicamente avuto un significato importante per tutto lo sviluppo anche di quel quartiere. Che fa segnare anche la presenza della Scuola Allievi Carabinieri del Pianeta Viola della scuola Ferraris e del Coni. Poi, anche Falcomatà ha inteso dare «la mia personale vicinanza e solidarietà e di tutto il consiglio comunale nei confronti del nostro vescovo, perché sembra strano ma anche su questa vicenda come avete avuto modo di notare si è sulla polemica politica strumentale, rispetto a una cosa che invece ci deve vedere uniti, nel rispetto delle competenze di ognuno. Perché poi, è chiaro che l’autonomia ecclesiastica l’autonomia delle scelte decisionali è un altro aspetto, ma da rappresentanti politici sicuramente dovremmo porre l’attenzione su una decisione che non solo non può spogliare la città di un presidio storicamente importante come abbiamo detto ma deve farci riflettere e ragionare insieme su quali percorsi di sviluppo futuro può avere la città».
Quella struttura, per il primo cittadino, va ragionata e pensata non solo come difesa di ciò che è stato fino ad oggi, ma anche probabilmente se non soprattutto in ciò che può essere domani anche alla luce dello sviluppo futuro di quella zona.
In tal senso Falcomatà rivela le intenzioni dell’amministrazione di realizzare nell’area dell’ex Polveriera una scuola dei Vigili del Fuoco alla stregua della Scuola Allievi Carabinieri. «Lì noi sulla Polveriera realizzeremo anche uno spazio destinato ai più piccoli, con un ulteriore asilo, quindi è fondamentale che il Consiglio comunale e anche la Città metropolitana, per l’importanza del Seminario, siano parte di questo percorso e noi ovviamente siamo disposti a farlo ragionando con il vescovo e con la Curia».

Capitale della cultura e politiche culturali

La discussione dei preliminari, come detto si è concentrata anche sulla delusione per il responso del dossier Capitale della cultura. In Consiglio le posizioni sono variegate, tra maggioranza e opposizione, e all’interno della stessa opposizione. Angela Marcianò ad esempio, «nonostante le numerose perplessità scaturite dai rilievi della Commissione valutatrice, personalmente mi sono collegata alla diretta dell’evento ed ho tifato Reggio con emozione, batticuore e mani fredde. Sentire pronunciare il nome della città di Pordenone mi ha colpito quasi come un male fisico». Da qui nasce la riflessione. «Sebbene molti amici si sono riconosciuti in questo mio approccio scritto sui social, tanti altri hanno scritto contro le mie esternazioni. Qualcuno mi ha perfino chiamato per chiedermi se davvero facevo il tifo per la città. Considerazione inaccettabile per me. La differenza tra chi ama questa città e chi no, sta proprio in quella frase». Marcianò fa quindi notare come anche questo argomento è diventato terreno di scontro e speculazione tra fazioni politiche. «Penso che amministrare con amore e rispetto, mettendo la città prima di tutto, anche alle nostre ambizioni personali, deve essere la missione di ognuno di noi. La vera politica è quella in grado di creare risultati. Tifare Reggio è un dovere per un riconoscimento che era meritato per la città».
Non la pensa esattamente così Massimo Ripepi, coordinatore regionale di Alternativa popolare. «Ho tifato per la città ed ho anche rinviato la Commissione di vigilanza per non danneggiare l’iter in corso… Oggi però dobbiamo affrontare la questione. Siamo preoccupati di qualsiasi cosa facciate, non ci fidiamo, perché siete scarsi. E ci chiediamo come avete spiegato il progetto e cosa avete detto rispetto alle risorse». Poi l’affondo sul mancato “grazie” al deputato Francesco Cannizzaro per le risorse (5 milioni di euro) reperite per Arghillà. Meriti politici richiesti anche nel corso del suo intervento dall’azzurro Federico Milia.
Peppe Sera dal canto suo si è diviso tra l’ammirazione per l’intervento tutto cuore di Angela Marcianò e l’intervento «fatto di slogan» di Massimo Ripepi. «Che cosa vogliamo della nostra Reggio?» domanda all’esponente di “Rivoluzione Rheggio”n predicando unità.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Nino Castorina che, di contro alle affermazioni di Ripepi e Milia, parla di sgarbo istituzionale quando nei tavoli per la facoltà di Medicina, il comune e la Città metropolitana non vengono chiamati a partecipare. «Su alcune importanti vicende servono consigli comunali ad hoc» afferma chiedendo una riflessione collettiva sul dopo responso per la Capitale della cultura.
Come per Saverio Pazzano, secondo cui però c’è la necessità di passare al contenuto Reggio capitale della cultura, a Reggio delle politiche culturali.
Falcomatà nel suo intervento ha dedicato un passaggio anche alla vicenda Capitale della cultura: «apprezzo moltissimo l’approccio di Angela Marcianò, ma è evidente che le cose che abbiamo detto all’indomani della scelta, probabilmente sono rimaste lettera morta. Non rimaniamo sul terreno dello scontro ma rilanciamo sull’opportunità di mantenere vivo questo fermento culturale».
D’altra parte grazie a questa esperienza per il primo cittadino si è capito che il futuro della nostra città non può prescindere dalle politiche culturali. Falcomatà, facendo anche riferimento a “Stiamo Strette”, annuncia quindi che i tempi sono maturi per un Festival letterario del Mediterraneo, mentre rispetto al discorso legato alle risorse per Arghillà, il sindaco è convinto che «si sbaglia se si pensa che solo reperire le risorse significhi risolvere i problemi, anche perché si svilisce il lavoro fatto dall’amministrazione e dalle associazioni». L’occasione è buona anche per un in bocca al lupo al Parco Ecolandia, pronto a ripartire.

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