mercoledì,Maggio 14 2025

Il Consiglio di Stato chiude la partita: il cantiere navale lascia spazio al Museo del mare

Per i giudici ad emergere è come «le parti non sono addivenute ad un accordo, nonostante le iniziative assunte dall'amministrazione comunale a tal fine»

Il Consiglio di Stato chiude la partita: il cantiere navale lascia spazio al Museo del mare

Si è chiusa con la sentenza odierna del Consiglio di Stato la vicenda giudiziaria che stava tenendo con il fiato sospeso i lavoratori della R-Marine Group. Mentre sono partite le opere di bonifica bellica nelle nuove aree date in concessione per l’avvio dei lavori del Museo del Mare e il Tar ha rigettato due dei ricorsi presentati dal cantiere nautico che insiste nell’area, oggi arriva la sentenza che chiude la partita.

«Tale ricorso per motivi aggiunti deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse. Come documentato in atti e come confermato dai difensori delle parti presenti in udienza, l’area oggetto della concessione non risulta essere stata sgomberata e né ormai lo sarà prima del 31 marzo 2025, tanto che i lavori previsti per la realizzazione della progettualità riferita alla riqualificazione del Waterfront portuale su detta porzione del contesto territoriale non sono stati avviati, essendo, peraltro, prossima la scadenza della concessione (31 marzo 2025)».

Per il Consiglio di Stato ad emergere è come «le parti non sono addivenute ad un accordo, nonostante le iniziative assunte dall’amministrazione comunale a tal fine. Un obbligo per l’amministrazione comunale di procedere all’individuazione di un’area alternativa nella quale ricollocare l’attività della società appellata poteva sussistere nel caso in cui si fosse proceduto allo sgombero dell’area prima della naturale scadenza della concessione (circostanza non verificatasi)».

Niente sgombero niente ricollocazione. Si sono espressi così i giudici che in merito alla concessione hanno evidenziato come «il provvedimento di revoca si inserisce nell’ambito di una più ampia e complessa attività finalizzata alla esecuzione delle opere di qualificazione di un contesto strategico e non può, per quanto esposto, ritenersi né illogico né immotivato, ponendo a proprio fondamento esigenze che in precedenza non hanno potuto trovare soddisfacimento e la cui realizzazione è stata resa praticabile in virtù delle opportunità offerte dai disposti e sopravenuti finanziamenti.

Né va trascurato il rilievo assunto dal vincolo gravante sull’amministrazione comunale, derivante dal protocollo d’intesa sottoscritto in data 5 luglio 2022, di assegnazione, “con urgenza” alla società appellata dell’area demaniale funzionale al trasferimento dell’attività da essa esercitata, circostanza, questa, che denota un assetto complessivo idoneo ad assicurare il contemperamento tra i vari interessi implicati, dovendosi comunque escludere che la legittimità della revoca dovesse essere subordinata alla previa rilocalizzazione dell’attività dell’appellata in un’area alternativa, in considerazione delle finalità sottese alla necessaria riacquisizione della disponibilità del bene demaniale in argomento». In conclusione, l’appello del Comune è stato accolto.

«Le sentenze non si commentano. Siamo sempre stati convinti del corretto operato dell’Amministrazione nel merito della vicenda. Ed anche il consiglio di stato conferma la legittimità di questo percorso» ha dichiarato l’assessore Romeo.

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