Villa San Giovanni, il Comitato “No Ponte” contro il progetto sullo Stretto: «Farsa e tragedia imposte con arroganza»
Duro attacco del movimento ambientalista dopo l'incontro tra i tecnici della Stretto di Messina SpA e la Commissione Territorio del Comune. «Progetto distopico che devasta la città e sacrifica la vocazione turistica»

«Farsa e tragedia imposte con arroganza e menzogne». Non usa mezzi termini il Comitato No Ponte Calabria nel commentare la recente riunione della Commissione Territorio del Comune di Villa San Giovanni, a cui hanno partecipato i tecnici della Stretto di Messina SpA. Durante l’incontro, aperto ai cittadini, sono emerse forti criticità riguardo al progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto. Il Comitato denuncia un progetto che si muove tra approssimazione e distopia. Le relazioni tecniche, secondo i cittadini presenti, hanno evidenziato scenari futuristici e incerti, con riferimenti vaghi e declinati al condizionale.
«Non è dato sapere come verrà garantito l’approvvigionamento idrico per i cantieri, né come la viabilità interna sarà preservata» – si legge nella nota – «Nessuna certezza nemmeno sul collegamento ferroviario, mentre la pericolosità sismica e i vincoli di faglia sono stati praticamente ignorati».
Tra le preoccupazioni maggiori, spicca la trasformazione radicale di Villa San Giovanni. La città perderebbe il suo rapporto storico con il mare e la sua vocazione turistica. Il lungomare Fata Morgana, fiore all’occhiello della città, diventerebbe un cantiere permanente, attraversato da sovrappassi ferroviari e pendenze che – seppur entro i limiti normativi – ne stravolgerebbero l’aspetto.
«L’inquinamento ambientale e sonoro crescerà in modo esponenziale, con ampie zone di interferenza tra mezzi di cantiere e viabilità interna, da Villa a Campo Calabro» – avverte il Comitato, che lamenta la totale assenza di soluzioni concrete per ridurre l’impatto dei cantieri.
Il Comitato punta il dito anche contro le promesse di opere compensative e preliminari, definite “briciole”. La spesa, infatti, dovrà rientrare nel 2% del costo complessivo dell’opera e la scelta delle infrastrutture da realizzare sarà esclusiva competenza del MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). «Le istituzioni locali e i cittadini escono umiliati e mortificati da questo confronto», denuncia il movimento, che sottolinea anche la preoccupazione per le recenti fughe di notizie su presunti interessi della ‘ndrangheta nella gestione dei lavori.
No Ponte Calabria lancia un appello per una mobilitazione ampia e radicale contro il progetto, definendolo un’opera di regime imposta con violenza a un territorio che avrebbe bisogno di ben altri interventi: «Una dichiarazione di guerra contro la democrazia, la dignità e il futuro dei territori dello Stretto. Fermiamo insieme questa opera inutile, costosa e pericolosa. La lotta è appena cominciata», conclude il comunicato.