giovedì,Giugno 19 2025

A TU PER TU | Morabito: «Ho ricostruito il Pd reggino dalle macerie e non escludo un bis. Comunali? Nessuno è autosufficiente…» – VIDEO

Il segretario della Federazione provinciale uscente del Partito democratico in questa intervista traccia un bilancio del suo operato nell’ultimo biennio: «Siamo cresciuti in termini di numeri ma non siamo ancora contenti». Poi sulle elezioni: «prima il programma e i temi comuni, poi i candidati»

A TU PER TU | Morabito: «Ho ricostruito il Pd reggino dalle macerie e non escludo un bis. Comunali? Nessuno è autosufficiente…» – VIDEO

«La nostra campagna congressuale è partita anche perché si è ritenuto che in vista dei prossimi appuntamenti elettorali cioè le amministrative e le regionali, ci fosse bisogno ovviamente di un partito più forte sui territori, e anche legittimato, perché ovviamente avere dei segretari regionali provinciali e di circolo in scadenza diciamo che non sarebbe stata la stessa cosa rispetto a figure pienamente legittimate. Tranne che per il segretario regionale per il quale si voterà in questo weekend, non si sono ancora aperte le discussioni degli altri livelli. Per il resto, probabilmente sì, ci sarà un Morabito bis, ma è il gruppo dirigente che deve decidere, perché un gruppo dirigente responsabile e unito prende le decisioni tutti insieme».

Ospite dell’odierna puntata di “A tu per tu”, la rubrica di approfondimento in onda dagli studi de ilReggino.it di Corso Garibaldi, è il segretario provinciale del Partito Democratico di Reggio Calabria, Antonio Morabito, anche lui impegnato nella nuova stagione congressuale dem, partita in questi giorni anche nella nostra provincia. Per la segreteria regionale – in corsa l’unica proposta di ricandidatura di Nicola Irto -si voterà il 16, 17 e 18 maggio, quindi in questo weekend, nei giorni 20 21 e 22 giugno invece si svolgeranno i congressi provinciali a cui seguiranno quelli cittadini e di circolo.

Che esperienza è stata la sua? Il Pd ha sempre vissuto una dialettica interna molto vivace e lei è arrivato al vertice della Federazione provinciale in un momento molto delicato, presentato come il classico “candidato di superamento” che ha dovuto affrontare diverse crisi, possiamo definirle così, non ultimo il cambio in corsa della giunta di un anno fa…

«Sono stati due anni di lavoro per una esperienza sempre positiva, perché chi lo fa lo fa con spirito di sacrificio e di impegno. Bisogna dedicarsi e lo si fa solo per spirito di sacrificio e di attaccamento a un partito in cui si crede. Ricordo che la Federazione di Reggio Calabria era commissariata da dieci anni, non c’era una guida e peraltro l’ultimo commissario nominato si è ritrovato in periodo covid ad essere pure malato, tant’è che di lì a qualche mese il compagno Giovanni Puccio è anche deceduto. Quindi dal punto di vista dell’organizzazione sostanzialmente non ne ho trovata. Non ho trovato nulla, ho dato quindi anche una personalità giuridica a questo partito perché quando l’ho preso io non era neanche registrato all’Agenzia delle Entrate, non aveva un conto corrente. Piano piano, insieme al mio tesoriere, l’avvocato Demetrio Pecora, abbiamo cominciato a ricostruirlo: gli abbiamo dato una forma e un’anima, e siamo come dire una federazione molto apprezzata dal tesoriere nazionale perché siamo l’unica che compila puntualmente i bilanci. Ed i nostri sono pubblici ed in attivo. Quindi oggi il Pd di Reggio è un partito sano rispetto a come l’ho trovato io. Con la mia gestione sono ripartite anche le feste dell’Unità, quella provinciale e quelle di alcuni circoli»

Per Morabito anche l’esperienza dal punto di vista più squisitamente politico è stata positiva, ma anche «molto travagliata, anche perché questo è stato ovviamente complicato dal fatto che precedentemente il partito non c’era e non c’era un interlocutore. Essendo stato eletto un segretario e quindi una dirigenza nuova e un segretario cittadino, gli equilibri si sono un po’ modificati, perché bisognava confrontarsi anche con i segretari – regionale, provinciale e cittadino – che ovviamente rappresentiamo il partito e la parte politica. Ecco, il sindaco ha dovuto confrontarsi con noi, con quello che è il suo partito che poi, fra l’altro ricordiamo essere in sostanza l’unico partito presente all’interno del Consiglio comunale, perché gli altri consiglieri sono civici e non fanno riferimento ad alcun partito».

Come accennato, la campagna congressuale di Nicola Irto che si ricandiderà con la mozione “Ri-generazione” qui su Reggio è ripartita da Pellaro, parlando di radicamento territoriale del partito. Da questo punto di vista come stanno le cose?

«Da quando ci siamo insediati sicuramente è aumentato. Non possiamo dire che siamo soddisfatti perché tutto è migliorabile, non c’è dubbio però che prima tanti circoli non c’erano, anzi, vista l’assenza del partito, tanti avevano anche chiuso e in città avevamo solo la Federazione e il circolo di Pellaro che è un circolo storico che nonostante tutte le difficoltà ha sempre tenuto le luci accese. Oggi dopo un lungo lavoro siamo riusciti ad aprire altri circoli in città e altri ne apriranno nei prossimi giorni, ma anche altri circoli in provincia, perché abbiamo aperto anche con sedi fisiche non solo come dire eleggendo i segretari, ma avendo pure la sede fisica che non è solo il punto di riferimento degli iscritti ma di tutti i cittadini, perché se si torna alla politica o se si vuole tornare alla politica di una volta, quelle che chiamavamo sezioni servivano anche da punto di raccordo e di confronto fra i cittadini, gli amministratori, per avere anche da parte dei cittadini un punto dove andare a segnalare quali erano le difficoltà del territorio, quali erano le anomalie o anche solo per scambiare due chiacchiere o per discutere non solo di problemi locali, ma di problemi nazionali e di politiche internazionali. Quindi ecco noi vogliamo tornare, non dico alla vecchia maniera, ma tornare sicuramente ad essere più presente è più insediati sui territori per avere i presidi di democrazia».

Insieme al tema del radicamento c’è anche quello dell’unità delle forze progressiste. Qualche giorno fa lo stato maggiore del Pd ha presenziato all’inaugurazione della sede del M5s… qual è lo stato di salute della coalizione a Reggio, e che segno si è voluto dare partecipando così massicciamente ad una “semplice” inaugurazione di una sede?

«Noi riteniamo che serva uno sforzo da parte di tutti per mettere in campo un campo progressista o campo largo o come lo si vuole chiamare, un campo di forze che si mettono insieme su dei punti comuni per arginare quello che è il governo della destra, che in questo momento non solo a livello nazionale, ma specialmente per il sud, sta provocando danni. Io ricordo solo qualcuna delle loro riforme o delle loro leggi che volevano approvare: la prima su tutte l’autonomia differenziata che avrebbe ovviamente distrutto il sud. Fortunatamente la Corte Costituzionale ha svuotato quella che era questa legge che poi ora stanno rivedendo in Parlamento. D’altronde i sondaggi ci dicevano che anche al nord si stavano mobilitando per i danni che poteva provocare l’approvazione di questa legge. Per non parlare ovviamente della Zes unica e i suoi effetti sul porto di Gioia Tauro che ha visto un aumento cospicuo della movimentazione. Ma quello che non si riesce ancora a sviluppare è il retroporto: con la Zes unica a parità di fondi il credito d’imposta si è ridotto del 10% – una volta ricordiamo che era il 60, il 70%, quindi invogliava le aziende a venire a investire in quelle otto Zes che c’erano a livello meridionale -. Oggi questo non è così. Ma potremmo parlare dei fondi di Coesione che sono stati tagliati e dirottati sul Ponte, un sogno che nel frattempo ci distoglie da tutto il resto e consente al governo di destra di non mettere neanche un euro sull’alta velocità»

Ovviamente per contrastare questo tipo di politiche che voi avversate ci vuole una coalizione unita e che dialoga. Da questo punto di vista in questi due anni oltre alla parte organizzativa lei ha trovato terreno fertile? e oggi come sono i rapporti all’interno della coalizione?

«Io mi sono sempre confrontato, e specie nell’ultimo periodo, con i CinqueStelle e si è visto anche dalla partecipazione che il Partito Democratico ha offerto durante questa inaugurazione, perché stiamo provando a livello regionale e a livello comunale, ma anche poi diciamo in futuro, ma quello dipende dai partiti centrali per le elezioni politiche, di costruire questo campo progressista. In questi due anni ho sempre dialogato con Avs, ho sempre dialogato con i cinquestelle ed ho sempre dialogato con i socialisti, ma anche con Azione e Italia viva, cioè con tutte quelle forze cioè che non si riconoscono in questo governo e che non hanno paura a dire di essere antifasciste».

Segretario prima delle regionali ci saranno le comunali a Reggio, come si sta muovendo il Pd? Rivendicherà la figura del sindaco o pensa alle primarie di coalizione come ha sostenuto qualcuno?  

«Innanzitutto se si vuole provare a costruire, e non bisogna mettere come si suol dire il carro davanti ai buoi, prima si costruisce un programma, si trovano dei punti in comune e poi noi siamo aperti anche alle Primarie se dovessero essere accettate da tutti. Non abbiamo nessuna difficoltà, e quello che deciderà la coalizione per noi va bene».

Lei sta dicendo che comunque il Pd ha le risorse per presentare un candidato a sindaco, anche autonomamente…

«Noi pensiamo che nessuna forza sia autosufficiente per poter vincere le elezioni, ma non solo nel centrosinistra ma anche nel centrodestra non credo che nessuno di loro sia autonomo. Noi pensiamo tutti la stessa cosa, che per potere vincere bisogna stare insieme, quindi non crediamo assolutamente nell’autosufficienza del nostro partito o di altri partiti».

Guarda l’intervista integrale con altri spunti interessanti riferiti alle amministrative dei prossimi 25 e 26 maggio, al giudizio sugli undici anni di amministrazione Falcomatà e sui fatti più caldi dell’attualità, come la sentenza del Tar su Piazza del Popolo.

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